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Harry’s List, la guida di prostitute più dettagliata e venduta di sempre: nomi, vie e ‘caratteristiche particolari’

Pubblicata per la prima volta nel 1757, e aggiornata ogni anno per quasi 30 anni, è stata venduta in almeno 250.000 copie nel corso dei decenni. Nonostante asterischi e lineette a celare l’esatta identità delle prostitute, la guida offre un elenco puntuale e dettagliato di indirizzi, prezzi delle prestazioni ed eventuali servizi speciali. Sfogliando poi le pagine del peccaminoso libello si incontrano veri e propri racconti che paiono narrazioni soft-core

di Davide Turrini

La signora “Fr-d-r-ck” si trova al numero 20 di Carlisle Street, a Soho, ed “è piuttosto notevole, con un bel naso romano”. La signora “Mck-Z” al numero 12 di John Street “viene dal Nord, come testimonia il suo modo di parlare” ed è fatta per “eccitare il desiderio”. “Miss Charl-tte C-ll-ns” di Oxford Street, invece, ha “denti non indifferenti, piccoli seni, braccia e gambe troppo in stile gotico ma, grazie forse al suo precedente impiego come lattaia, si dice che abbia una mano esperta…”. Queste sono solo alcune delle 87 voci della Harry’s List – of Covent Garden Ladies, forse la guida di prostitute più dettagliata e venduta – 80mila copie l’anno! – rimasta in circolazione, le cui edizioni originali del 1787 e 1788 sono state acquisite dalla Wellcome Library di Londra e digitalizzate. L’antesignano dei più moderni cataloghi web di escort, o dei terrificanti brevi annunci nelle ultime pagine di diversi quotidiani locali, è stato recuperato dalla biblioteca londinese tra le più importanti al mondo per lo studio della storia medica, della scienza biomedica, della salute e del benessere.

“Quando l’ho visto per la prima volta mi ha ricordato i volumi Debrett’s (celebri guide per l’upper class londinese nel ‘700 ndr) e quelli delle guide ferroviarie continentali”, ha spiegato al Guardian Richard Aspin, responsabile della collezione Wellcome, colui che ha acquisito il libro da un rivenditore di Londra per un prezzo di poche decine di migliaia di sterline. La Harry’s list finita in mano ad Aspin ha una copertina cremisi in pelle e oro, ed è un elenco dettagliato ai piaceri della carne del tardo periodo georgiano londinese. Le crocette, gli appunti e numeri civici aggiunti ai margini a matita suggeriscono che le copie finite in possesso della Wellcome sono state davvero utilizzate, e non solo sfogliate per il piacere della lettura. Il prezzo dell’epoca è di mezza corona ciascuno, ma a quanto pare il suo possessore ne era talmente affezionato da farne tesoro rilegandolo nei raccoglitori del costoso Leon Gruel di Parigi.

Pubblicata per la prima volta nel 1757, e aggiornata ogni anno per quasi 30 anni, la Harry’s list è stata venduta in almeno 250.000 copie nel corso dei decenni; mentre si ipotizza che il cameriere Jack Harris, abile procacciatore di prostitute allo Shakespeare Head Tavern in Covent Garden, avrebbe soltanto lasciato il suo nome come autore di facciata mentre la guida sarebbe stata compilata da una persona più abile nello scrivere. Nonostante asterischi e lineette a celare l’esatta identità delle prostitute, la guida offre un elenco puntuale e dettagliato di indirizzi, prezzi delle prestazioni ed eventuali servizi speciali offerti ai clienti, delle lavoratrici del sesso in una zona tristemente nota per i suoi bordelli. Sfogliando poi le pagine del peccaminoso libello si incontrano veri e propri racconti che paiono narrazioni soft-core che durano pagine e pagine: “Se si confronta il cast di personaggi in queste due edizioni, ci sembra essere una sostituzione quasi totale dei nomi da un anno all’altro”, sottolinea dubbioso Aspin.

Il libro contiene un elenco delle signore più celebri in città e sembra del tutto improbabile che le primi cento prostitute di Londra siano cambiate così radicalmente da un anno all’altro. “Se compariamo il “ricambio” nella ‘The Good Pub Guide’ che pubblica due edizioni negli stessi anni delle nostre due Harry’s List, ci sono alcuni nuovi pub, e alcuni vecchi scartati, ma il cambiamento è molto più lento. Oppure, ed è questo l’ipotesi a cui propendo, dietro a nomi del tutto falsi e ripetutamente modificati, queste erano persone reali come reali gli indirizzi”. L’ipotesi che si tratti di un romanzo erotico, venduto come guida dei piaceri, è comunque forte e suggestiva. Tanto più che un’operazione letteraria del genere ebbe così tanto seguito tra i lettori per aver visto la luce in epoca georgiana, più “aperta” dell’ottocento vittoriano che sarebbe iniziato di lì a qualche decennio, momento storico-culturale in cui un così scandaloso volume non sarebbe potuto esistere. Già nel 1795 gli stampatori della Harry’s list vennero incriminati per “indecenza e immoralità”, condannati a una multa salata e ad un anno di prigione.

Ma è l’attuale proliferazione del sesso a pagamento (e non) sul web a diventare confronto più ficcante con la licenziosa e brulicante epoca georgiana, periodo di crescita esponenziale della popolazione per una Londra che si ritrova con oltre un milione di abitanti, senza sistemi fognari e forze di polizia municipali. Su siti come www.eccie.net o www.punternet.com, o in Italia come www.escortforumit.xxx , vengono create vere e proprie comunità di utenti che si scambiano pareri e suggerimenti sulle escort da incontrare. “E’ come un formicaio – conclude Aspin paragonando la lista di Harris al web – dove si osserva il viavai di tutte le formiche, ed improvvisamente si dà un senso a questa enorme, non regolato, pazzo mondo”.

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