I controlli sulle emissioni dell’inceneritore di Parma? Li fa una società che risponde alla proprietaria dell’impianto, la multiutility Iren. Diretta interessata e Arpa, agenzia ambientale dell’Emilia Romagna, smentiscono il conflitto di interessi, ma il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Gian Luca Sassi va all’attacco sul monitoraggio della strumentazione per il rilevamento delle emissioni dell’impianto: “Ad effettuarli, per conto di Arpa – spiega il consigliere – è la società Studio Alfa, che pochi mesi fa è stata acquisita a maggioranza da Iren Rinnovabili. In questo contesto è impossibile una valutazione oggettiva”. Una situazione che Sassi definisce “un fatto gravissimo oltre che politicamente inaccettabile. Quello che ci chiediamo è quanto neutrale e obiettivo possa essere nelle sue valutazioni lo Studio Alfa se è chiamato a verificare la bontà di un impianto di famiglia. Farà gli interessi di Iren Rinnovabili, e quindi di Iren, oppure di Arpa che ha commissionato l’indagine?”.
L’assessore comunale all’Ambiente Gabriele Folli, che da Parma aveva guidato la battaglia (poi persa) contro l’accensione del forno di Ugozzolo insieme al sindaco Federico Pizzarotti, ha spiegato che lo scorso 27 marzo Arpa ha inviato al Comune la comunicazione di un’ispezione fatta durante attività di verifica degli strumenti di controllo delle emissioni, per cui era presente la ditta incaricata Studio Alfa Srl. La società reggiana, partecipata da Ccpl, con attività che spaziano dalle analisi di laboratorio a servizi di consulenza, chiarisce Folli, è però passata recentemente a Iren Rinnovabili con l’acquisizione del pacchetto di maggioranza delle azioni. Il che significa che controllore e controllato rispondono alla stessa proprietà. “Riteniamo assolutamente inopportuno dal punto di vista delle politiche di trasparenza verso la cittadinanza – ha aggiunto l’assessore – che Iren si avvalga di soggetti che di fatto fanno parte dello stesso gruppo, per le verifiche di strumentazioni di controllo delle emissioni dell’inceneritore di Ugozzolo, che sappiamo sempre essere al centro delle attenzioni della nostra comunità”.
La denuncia rimane nonostante le rassicurazioni di Iren e Arpa Emilia-Romagna, che ha negato di avere commissionato controlli alla ditta reggiana e ribadito la propria indipendenza, spiegando che non vi sono legami con la società nell’ambito dell’attività sull’inceneritore e su altri impianti nella provincia di Parma. L’agenzia ambientale regionale avrebbe semplicemente effettuato un sopralluogo durante i controlli svolti dallo Studio Alfa, rilevando che tutto si svolgeva nella norma. “Arpa effettua i controlli sulle emissioni dell’impianto e le indagini previste dalla normativa vigente e nell’Autorizzazione integrata ambientale utilizzando esclusivamente i suoi tecnici e la strumentazione in suo possesso. In relazione a quanto menzionato dal consigliere Sassi – chiarisce l’agenzia – ci preme evidenziare che l’autorizzazione prevede che ‘i referti analitici… dovranno essere redatti da soggetto o laboratorio abilitato all’esercizio’, senza ulteriori vincoli”.
Anche l’incarico affidato da Iren Ambiente a Studio Alfa è previsto dalla legge, in quanto, come fa sapere la multiutility, in base all’autorizzazione della Provincia di Parma all’impianto, il soggetto gestore, che in questo caso è Iren, ha la possibilità di scegliere i propri consulenti tecnici per l’attività di monitoraggio e controllo dell’inceneritore. “In nessun modo tali verifiche – chiarisce Iren condizionano e/o tanto meno sostituiscono quelle eseguite dall’Autorità pubblica (Arpa) incaricata di rilevare e stabilire le rispondenze di quanto avviene presso l’impianto di Ugozzolo ai parametri di legge”.
La scelta della società reggiana sarebbe dunque in regola con quanto prevedono gli atti che hanno portato alla realizzazione dell’impianto, ma i Cinque stelle puntano il dito sulla pericolosità della normativa. “E’ vero che dal punto di vista delle norme non c’è nessuna infrazione, la legge prevede che Iren possa scegliere i propri consulenti, ma non è possibile che controllore e controllato siano lo stesso soggetto. – ha ribadito Sassi a ilfattoquotidiano.it – La nostra critica non è tecnica, ma politica, è una questione di opportunità e trasparenza: riteniamo che la legislazione vada cambiata per evitare possibili conflitti di interessi”.