C’era una volta il giornalismo di moda dove si parlava con competenza di brand, anticipazioni e tendenze. Da qualche anno il fenomeno “fashion bloggers” ha preso il sopravvento ed ecco che alle sfilate, in prima fila, vicino ai direttori delle maggiori testate ci sono loro, le nuove influencers del settore. Belle, giovani, impeccabili con un seguito di followers invidiabile. Le italiane più famose al momento sono Chiara Ferragni, Chiara Biasi e Chiara Nasti. In realtà non commentano le collezioni, il lavoro principale è indossare i capi, fotografarsi ed essere nei social con la loro immagine. Nessuna ricerca, nessuno sforzo se non quello di partecipare agli eventi in cui sono invitate e indossare le collezioni dei brand che investono su di loro. Sebbene giovanissime alcuni look da loro sponsorizzati sono fuori dalla portata delle proprie coetanee per i costi eccessivi, eppure le fashion bloggers ormai sono la nuova frontiera del “comunicare la moda”.
Nella categoria troviamo minorenni rifatte, foto photoshoppate al limite del ridicolo, poco lavoro di ricerca e molto esibizionismo. Alcune di loro più che fashion bloggers potremmo definirle fashion victims tanto da trasmettere messaggi fuorvianti alle loro seguaci.
C’è, poi, chi come Chiara Ferragni ha iniziato con un blog,diventando poi una vera e propria modella tanto da avere copertine su Marie Claire e tante altre testate internazionali di settore. Non solo modella quest’ultima ma anche imprenditrice con una linea di scarpe da lei disegnata. Se da una parte c’è solo la parte “Fashion” c’è chi rivendica l’etichetta di “Fashion blogger” come Laura Manfredi di www.rocknmode.com, che abbiamo raggiunto telefonicamente :” Curo un blog di moda, bellezza e viaggi da quasi sei anni. Quando ho perso il lavoro con contratto a tempo indeterminato, due anni fa, ho tentato la fortuna concentrandomi sul blog: il mio secondo figlio aveva solo venti giorni quando l’ho saputo, è stato traumatico, ma mi sono subito messa al lavoro per aumentare i guadagni che già avevo dal blog. Mi sono regalata l’opportunità di trasformare la mia passione in un lavoro, di veder crescere il piccolino, di essere presente per i miei figli, lavorando da casa.
Negli ultimi tempi si parla tanto del fatto che le fashion blogger più famose non vogliano essere più definite tali. Forse hanno ragione. Quello che faccio io, e vale anche per tante mie colleghe, è completamente diverso da quello che fanno loro: in primis, non possiamo contare su un team che prenda decisioni, accordi e clienti per noi, siamo sole. Gestiamo tutto in completa autonomia e senza aiuti: scegliamo le collaborazioni, trattiamo con i clienti, e soprattutto scattiamo foto, facciamo un lavoro di editing, grafica e scriviamo i nostri post dopo aver fatto un lavoro di ricerca. E se un brand non mi piace, se mi propongono abiti che con il mio stile non hanno nulla a che vedere, non accetto. Quando scrivo un post non lascio nulla al caso, e a breve vorrei fare un corso per l’approfondimento del linguaggio SEO, perché è fondamentale. Non tutte fanno questo lavoro, ma, almeno per me, è questa la figura del blogger. Non solo selfie e outfit, insomma. Quindi, loro non vogliono essere chiamate “fashion blogger” ? Hanno ragione, non lo sono. Sono web celebrity, modelle, sono famose per la loro bellezza ed è giusto così, ma è arrivato il momento di fare una distinzione tra quello che fanno loro e quello che fanno davvero i blogger, che siano del ramo fashion, travel, beauty o food.” Apparire ed essere faccia della stessa medaglia anche in un settore in cui l’effimero fa da padrone.