Secondo il settimanale satirico Le Canard Enchainé, Parigi starebbe cercando un’alternativa al diplomatico destinato alla Santa Sede. Papa Francesco avrebbe respinto la sua candidatura dopo averlo incontrato. L'Eliseo smentisce: "Non ci sono altri nomi"
Parigi intende nominare ambasciatore di Francia presso la Santa Sede Laurent Stefanini. Anzi, il governo Hollande l’ha già scelto lo scorso 5 gennaio. Ma la nomina del diplomatico non è mai stata confermata perché, secondo le indiscrezioni di molti media, risulta “sgradito” al Vaticano a causa della sua omosessualità. Per questo, scrive il settimanale satirico Le Canard Enchainé, Parigi starebbe cercando un’alternativa. Il portavoce del governo francese, Stephane Le Foll, ha confermato che papa Francesco lo scorso 18 aprile ha avuto un incontro privato con Stefanini, come anticipato dal giornale, ma ha smentito che in quell’incontro il pontefice abbia respinto la sua candidatura.
“Niente è cambiato: la Francia ha proposto un candidato e al momento stiamo aspettando la risposta del Vaticano dopo le usuali discussioni e l’analisi della sua candidatura”, ha affermato Le Foll. Finora né Stefanini né il governo francese hanno fatto alcuna dichiarazione ufficiale sul suo orientamento sessuale e il ministero degli Esteri francese si è limitato a dire che la sua vita privata dovrebbe essere rispettata. E una fonte dell’Eliseo all’Ansa conferma “che il processo di candidatura di Stefanini continua e che siamo fiduciosi su una risposta da parte del Vaticano. Stefanini – ha proseguito, ricordando come sia stato “molto apprezzato quando è stato il numero due a Villa Bonaparte a Roma” – è il miglior diplomatico per ricoprire questo incarico. Non siamo in nessun modo alla ricerca di un altro candidato”.
I “contrasti” col Vaticano – Sempre secondo Le Canard Enchainé, Bergoglio avrebbe spiegato a Stefanini “di non avere nulla contro la sua persona” ma di non aver apprezzato la legge francese sul matrimonio omosessuale e “i metodi dell’Eliseo che hanno tentato di forzare la mano”. L’ambasciatore designato, cattolico praticante e già primo consigliere dell’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, non ha mai fatto outing né ha parlato pubblicamente del suo orientamento sessuale: in suo favore si è espressa anche la Chiesa francese, tramite il cardinale di Parigi André Vingt-Trois. In Vaticano, però, ha regole particolarmente severe per la concessione del gradimento diplomatico: l’ambasciatore presso la Santa Sede non può avere situazioni matrimoniali “irregolari” o comportamento che contrastano con gli insegnamenti della Chiesa. Dunque no a divorziati risposati, omosessuali che convivono o attivisti gay.
Stefanini non rientra in queste categorie, ma a suscitare il ‘no’ del Vaticano sarebbe piuttosto l’intenzione del presidente Hollande di creare un caso. Lo stallo dura da mesi, dopo che il 5 febbraio scorso il nunzio apostolico a Parigi monsignor Luigi Ventura aveva chiesto riservatamente a Stefanini di fare un passo indietro, ma senza successo. Intanto in Vaticano si fatica a parlare della questione, almeno in forma ufficiale: “Non è stato mai compito della Sala stampa fare commenti su una procedura che riguarda i rapporti tra governi e che in questo caso interessa i rapporti tra la Segreteria di Stato e il governo francese”, ha risposto in questi giorni il portavoce vaticano padre Federico Lombardi.
Da parte sua, l’ex ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, soffia sul fuoco: “Il Vaticano non mi sembra nella buona posizione per rifiutare gli omosessuali“, ha detto a radio Rtl, sottolineando quindi che all’epoca in cui era alla guida del Quai d’Orsay, tra il 2007 e il 2010, ebbe “lo stesso problema”. Nel 2007, infatti, l’ambasciata di Francia presso la Santa Sede rimase senza ambasciatore a causa del rifiuto nei confronti di un altro diplomatico proposto dall’ex presidente Nicolas Sarkozy, in quel caso un omosessuale che aveva stretto un ‘Pacs‘. All’epoca, ha rivelato Kouchner, “ho insistito e ora posso ammettere che chiesi al ministro degli Esteri del Vaticano di ritirare il suo nunzio apostolico, cosa che fece. Gli ho detto: siamo pari. E’ questa la diplomazia“.