Dalla piazza i pellegrini in attesa di ammirare il “Sacro lino” nel duomo di Torino possono vedere le impalcature che circondano la cupola. È la cappella della Sacra Sindone progettata alla fine del XVI secolo da padre Guarino Guarini (architetto e religioso tra i principali esponenti del “barocco piemontese”), poi distrutta da un rogo l’11 aprile 1997. Da quel giorno sono passati 18 anni e i restauri non sono ancora conclusi nonostante i 26 milioni di euro investiti del Ministero dei beni culturali.

E dire che si pensava di fare molto più in fretta. Già nel 1999, dopo aver compiuto un sopralluogo, alcuni tecnici del ministero affermavano: “Dovremmo chiuderla in 5 o 6 anni, se non ci saranno intoppi burocratici”. La stima era ottimista: negli anni successivi si procede solo alla messa in sicurezza e alla catalogazione dei componenti salvate dalle fiamme. Più di dieci anni dopo il rogo si muove qualcosa. Nel giugno del 2008 la Direzione regionale dei beni culturali lancia la gara d’appalto per far partire i lavori principali, i più complessi, nei mesi successivi: bisogna sostituire le colonne e le parti strutturali, sistemare le parti salvate dall’incendio e sistemare i “conci” del marmo della cava di Frabosa, chiusa dopo la morte dell’architetto Guarini e riaperta dopo secoli.

La situazione sembra complessa a tutti: la cappella non sarà pronta per l’ostensione programmata nel 2010, ma per il 2011. Speranze vane: l’11 maggio 2009 la ditta specializzata Corit si aggiudica l’appalto da nove milioni di euro circa, ma qualcosa va storto. Le concorrenti presentano ricorsi al Tar del Piemonte che nell’ottobre 2009 annulla la gara. Il verdetto viene capovolto nel marzo 2010 dal Consiglio di Stato. Con un po’ di ritardo la Corit può cominciare, però un anno dopo la Direzione regionale dei beni culturali si rende conto delle “inadempienze” della ditta e annulla il contratto. Nell’aprile 2012 l’appalto passa alla seconda classificata, la società torinese Arcas. Il funzionario della direzione Mario Turetta “assicura che i lavori potrebbero finire entro il 2015, in tempo per l’Expo di Milano”, si legge sulle pagine torinesi de La Repubblica il 28 marzo 2012, mentre sei mesi dopo il quotidiano titola: “Pronta nel 2014, ma incompleta”. Turetta ribadisce il suo auspicio nell’ottobre 2013: “A marzo 2014 verrà ultimato il cantiere. Speriamo per quella data di aver trovato le risorse per fare sì che possa partire immediatamente l’ultimo cantiere confidando che per l’Expo 2015 la cappella sia finalmente ultimata”, dice a RepubblicaTv. Già, terminato quel restauro strutturale doveva partire un altro lotto per il quale erano necessari altri sei milioni di euro, poi stanziati in parte (2,7 milioni di euro) dalla fondazione bancaria Compagnia di San Paolo presieduta da Sergio Chiamparino: “La Sindone nel 2015 avrà la cappella restaurata”, si legge su La Stampa del 17 dicembre 2013. Anche questa volta l’annuncio viene disatteso: il primo cantiere termina solo nel dicembre 2014 e deve ancora cominciare l’ultimo lotto.

“Abbiamo finito ora il progetto e i lavori partiranno questa estate dopo l’ostensione della Sindone – spiega l’attuale responsabile del procedimento, il soprintendente di Genova Luca Rinaldi – questo è uno dei restauri più importanti in Italia, sia per la delicatezza, sia per il prestigio”. Si dovrà fare un trattamento speciale sulle pietre, sugli intonaci e sugli infissi bruciati dalle fiamme, ma si aspetta ancora un milione di euro provenienti da Arcus, società del Mibac: “Il ministero lo ha inserito nella programmazione triennale del 2016 e dovrebbe essere disponibile dalla metà di quell’anno. È necessario per finire i lavori, per mettere gli infissi e sistemare le copertura”. Conclusione prevista alla fine del 2016: “Quando un anno fa ho accettato l’incarico ho auspicato di inaugurare la cappella della Sindone per i venti anni dall’incendio”, afferma Rinaldi. Chissà se ci riuscirà.

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