I Viola liquidano la pratica Dinamo Kiev con due gol di scarto, i partenopei pareggiano ma avevano già messo in cassaforte la qualificazione all'andata. Venerdì i sorteggi a Nyon: tra le quattro regine della "vecchia" coppa Uefa ci sono Dnipro e Siviglia
Due su due. Con la Juventus in Champions League fanno tre. Tris di italiane nelle semifinali delle due competizioni europee. Solo la Spagna tiene il passo con Barcellona, Real e Siviglia. In Europa League la qualificazione è quasi una formalità per Napoli e Fiorentina. Annunciata per gli azzurri dopo il 4-1 in Germania, meno per la squadra di Montella che però ci mette poco a dimostrare la superiorità sulla Dinamo Kiev, tenuta in vita solo perché – come accade spesso ultimamente – la viola ha difficoltà a segnare. Venerdì i sorteggi a Nyon. Il derby potrebbe essere realtà perché tra le quattro regine dell’Europa League ci sono Dnipro e Siviglia, boia di Club Brugge e Zenit San Pietroburgo. Se i russi avessero centrato la qualificazione non avrebbero potuto affrontare gli ucraini per il veto dell’Uefa. Ora sorge un dubbio: meglio il faccia a faccia che dà la certezza di avere un’italiana nella finale di Varsavia o la possibilità di giocarsi un atto finale tutto tricolore? Per quanto visto nei quarti, il derby è da evitare. Meglio: da rimandare direttamente a Varsavia.
Fiorentina-Dinamo Kiev 2-0: 42’ Gomez, 93′ Vargas
A senso unico. Al di là del punteggio c’è un solo modo per descrivere il secondo atto di Fiorentina-Dinamo Kiev. La squadra di Montella commette un solo peccato: chiuderla solo all’ultimo minuto, rischiando fino al 93esimo di venir trascinata ai supplementari, pur giocando per oltre 50 minuti in superiorità numerica. La colpa è anche dell’esperienza di Shovkovskiy, che in almeno due occasioni è decisivo, nonostante inizi con una papera che manda in porta Mario Gomez, in fuorigioco però. Correva il minuto 9 e la viola aveva già creato tre occasioni limpide, seguite da altre due nei due minuti successivi. Poco dopo il ventesimo, ancora grazie alle magie di Joaquin, ci provava sempre il tedesco murato da Shovkovskiy. La Dinamo? Non pervenuta nella metà campo difesa da Neto. Basti pensare che nei primi 24 minuti gli ucraini toccano palla in area di rigore avversaria solo due volte. E quando iniziano ad abbozzare una controffensiva rimangono in dieci per l’espulsione di Lens, al secondo giallo per simulazione. È l’apriscatole definitivo: a tre minuti dall’intervallo Joaquin semina ancora il panico dalle parti di Vida e mette al centro un pallone che incoccia un po’ fortunatamente su Gomez finendo in rete. Vantaggio giusto e meritato. Nel secondo tempo continua il monologo con acuti di Salah (palo dopo una deviazione di Danilo Silva), Mati Fernandez (fuori di poco dopo l’ennesimo errore in disimpegno) e Joaquin. La Dinamo non riesce ad affacciarsi dalle parti di Neto, il primo tiro in porta arriva dopo oltre un’ora di gioco. Non si può rifiatare solo perché la Fiorentina non trova il bis e nel finale Rybalka e Yarmolenko (due volte) mettono i brividi a Neto. Poi in pieno recupero Vargas scioglie la tensione firmando un bis che avrebbe potuto (e dovuto) arrivare molto prima. La Viola di notte, però, è davvero bella.
Napoli-Wolfsburg 2-2: 49’ Callejon, 65’ Mertens, 71’ Klose, 73’ Perisic
L’imperativo era non rischiare all’inizio per addormentare le speranze del Wolfsburg, costretto a segnare 3 gol senza subirne per rimontare la caporetto del Volkswagen Arena. Detto a lungo, fatto con un po’ di fatica. Nonostante Benitez non rinunci al turnover mandando in campo il miglior Napoli possibile. I suoi rispondono alla camomilla, non provando per tutto il primo tempo a offendere mettendo la pietra tombale sulla qualificazione. Ed è un peccato perché poi appena Higuain e Callejon fanno cucù dalle parti di Benaglio congelano la qualificazione. Prima però il Napoli aveva tremato in almeno due occasioni. Dopo appena sessanta secondi Andujar è già decisivo su Perisic invitato da Caligiuri. Poteva essere una ghiotta occasione per i tedeschi quanto meno per fiaccare le certezze azzurre. Poi è tutto pressing tedesco e scarsa capacità di ripartire del Napoli. Con l’aggiunta di un salvataggio di Britos, tra i migliori anche a contrastare Caligiuri. Il Wolfsburg non sfonda, Benitez striglia i suoi negli spogliatoi e quattro minuti dopo l’inizio della ripresa è tutto finito grazie al lancio di Higuain e alla conclusione (deviata) di Callejon. Al ventesimo fa bis Mertens, poi si mollano gli ormeggi e il Wolfsburg salva la faccia con Klose e Perisic. Il viaggio del Napoli verso la semifinale era già iniziato. Varsavia è più vicina.
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