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Giovanni Lo Porto, la sorveglianza del drone prima del raid e gli errori della Cia

L'intelligence americana non sapeva della presenza degli ostaggi, né tanto meno di quella degli altri americani, quando ha deciso di bombardare i due obiettivi

Barack Obama è stato chiaro: le informazioni riguardo la morte di Giovanni Lo Porto e Warren Weinstein devono essere declassificate. Il presidente Usa ha già dato l’ordine, perché le rispettive famiglia “meritano di sapere la verità” su quanto è accaduto. Ma i dettagli sull’operazione sono ancora frammentari. Di certo l’intelligence americana non sapeva che i due ostaggi erano in quel “compound di al Qaeda“, e non sapeva neanche che lì c’era un altro americano, Ahmed Farouq, che però non era un ostaggio, bensì un leader del movimento terrorista. E tutto questo anche se la Cia ha monitorato per settimane il sito poi preso di mira, per un totale di diverse centinaia di ore. Finora il luogo esatto dell’’obiettivo‘ ufficialmente non è stato reso noto. Né se nell’operazione siano rimaste uccise altre persone. Neanche la data è stata precisata. La Casa Bianca ha solo genericamente affermato “a gennaio”.

Ma secondo quanto è trapelato, si tratta di una base di al Qaida nella regione pachistana al confine con l’Afghanistan, bombardata dalla Cia con un missile lanciato da un drone. Un sito dove si riunivano i vertici jihadisti, o anche talebani, secondo alcune fonti. Pochi giorni prima del raid, la sorveglianza del sito era stata anche aumentata e non è stata rilevata traccia di ostaggi stranieri. Era stato invece notato l’arrivo di un alto esponente di al Qaeda. Non c’erano però indicazioni che si trattasse di Farouk. Ne tanto meno, scrive il Wall Street Journal, era stata identificata la presenza di un altro americano, Adan Gadahm, a sua volta membro di al Qaida, in un altro obiettivo bombardato alcuni giorni dopo sempre nella stessa zona e sempre con un missile lanciato da un drone della Cia.

Gli errori della Cia – Il fatto, quindi, è che la Cia non sapeva della presenza degli ostaggi, né tanto meno di quella degli altri americani, quando ha deciso di bombardare. “Sebbene Farouq e Ghadahn fossero membri di al Qaeda, nessuno dei due è stato specificamente preso di mira, non avevamo informazioni che indicassero la loro presenza nei siti delle operazioni”, ha detto la Casa Bianca, precisando che il sito preso mira era stato monitorato per settimane. “Sulla base di informazioni di intelligence che avevamo ottenuto, tra cui centinaia di ore di sorveglianza, abbiamo creduto che fosse un covo di al Qaeda e che nessun civile fosse presente”, ha riferito anche Obama. I fatti hanno dimostrato alcuni giorni fa il contrario, e Obama ha deciso di diffondere più informazioni possibili, “perché le famiglie meritano di sapere la verità”.

Non è chiaro neanche quando l’intelligence Usa abbia appreso dell’errore. Normalmente, occorrono settimane prima che si arrivi all’identificazione delle vittime di un raid condotto con i droni. In questo caso, scrive il Wall Street Journal, gli informatori sul campo hanno iniziato a raccogliere sin da febbraio indicazioni secondo cui gli ostaggi Lo Porto e Weinstein erano rimasti uccisi, ma non erano riusciti a sapere dove. Inizialmente si era anche pensato che alla base potesse esserci un’operazione delle forze di sicurezza pakistane. Pochi giorni fa, le agenzie di intelligence Usa sono però arrivate alla conclusione che i due ostaggi sono morti in un raid americano compiuto a gennaio. Una delle cinque operazioni del genere condotte dagli Usa in Pakistan dall’inizio dell’anno.