Se i 10 punti del piano-Ue per fronteggiare le stragi del Mediterraneo, fossero davvero risolutivi, potete giurarci: sarebbero stati già implementati. Il problema invece è un altro: l’Euro-blob istituzionale ha deciso, tanto per cambiare, di non decidere. Triton non si tocca e la questione dei richiedenti asilo è solo di ordine pubblico e di controllo delle frontiere esterne; poi, le domande d’asilo dovranno essere valutate più in fretta, e per tutti, dai doganieri del sud Europa di Italia, Grecia e Spagna; infine bisogna distruggere le navi degli scafisti, bloccare i migranti all’altezza del Niger. E magari, suggerisce Renzi, anche intervenire militarmente in Libia. Un bel capolavoro: siamo di fronte alla più grave crisi umanitaria dal dopoguerra e le cancellerie d’Europa che dicono? “Tranquilli, ci pensiamo noi a piombare le fessure della fortezza” ma senza dire una parola sul disastro umanitario, sulle vite spezzate, sul sangue che ha sporcato il Mediterraneo; per quelle basta il minuto di silenzio.
E invece il problema sono proprio gli Stati, ostaggio di opportunismi e stupidologia istituzionale. Volete tre esempi? Dell’Italia lo sapete, inutile ripetersi. Regno Unito: sì agli aiuti, no ai migranti. Tanto l’agenda della campagna elettorale la detta Farage ed i richiedenti asilo non portano un voto (al massimo ne fanno perdere) e poi c’è l’Olanda, messa in scacco da 160, ho scritto 160, richiedenti asilo. Il governo lib-lab c’è quasi caduto per decidere se è violazione dei diritti umani o meno, dare un pasto ed una doccia a gente senza documenti. Poi ha deciso: aiuti solo a chi se ne va. E tante grazie dal mercato di uomini, che fiorente fa affari d’oro dal Baltico al Mediterraneo: libera circolazione di schiavi, questi ultimi, cornuti (per tutto il denaro che sborsano per arrivare in Europa) e mazziati (perché le loro sorti sono condizionate dal calcolo di illustri statisti del calibro di Farage, Salvini, Wilders, Le Pen etc) da un sistema folle.
Fino al 2008, gli sbarchi rappresentavano solo 12% degli arrivi via mare e per quanto il numero di sbarchi sia da allora raddoppiato in cifre assolute, parliamo pur sempre di piccole percentuali. Questo vuol dire che una normativa chiara e ragionevole, avrebbe evitato tragedie e la tratta di esseri umani. E invece ci troviamo con Fabrice Leggeri, capo di Frontex che dice “salvare i migranti non è una nostra priorità”. Probabilmente manca di tatto ma non ha tutti i torti: l’agenzia fa ciò che la politica dice di fare. E la politica non vuole sporcarsi le mani con i rifugiati, convinta che respingimenti e blocchi navali, filo spinato di mare insomma, a difesa dell’euro-bunker servano a dimenticare ciò che accade, quasi a vista, a sud delle nostre coste.
Su questo dimostrano di non aver capito nulla: nessuno fermerà chi scappa da fame e conflitti, nessuno. Non ci riusciranno le schifezze scritte (in orario d’ufficio) dai nazi-zombie senz’anima, senza cervello e senza cuore che pendono dalle labbra del Salvini di turno, non ci riusciranno leggi draconiane e non ci riuscirà nessuna nave con licenza di respingere. Quelli che si imbarcano in Libia hanno attraversato deserti, montagne, paludi e foreste, sono stati picchiati, derubati, torturati; hanno rischiato il tifo ed ogni genere di malattia gastro-intestinale per aver mangiato cibo avariato o bevuto acqua non potabile e stipati come bestie, sono saliti su una carretta con il rischio di non scendere vivi; con questa gente, nella stragrande maggioranza dei casi inerme e vulnerabile, se la prendono la “curva Salvini” schiumante di rabbia e l’euro-burocrazia delle chiacchiere a vuoto, senza rendersi conto che la tragedia dei richiedenti asilo del Mediterraneo è un conto che la storia sta presentando alla vecchia Europa. Un conto che, prima o poi, dovremo pagare.