Non si vuole usare la parola sabotaggio o parlare di ripicca dei macchinisti, ma il senso è quello. Per l’amministrazione capitolina i disservizi di venerdì scorso non hanno giustificazione nei numeri. Poche le sigle che hanno proclamato lo sciopero, Ugl e Sul, e scarsa l’adesione, pari al 12% delle forze lavoro. E’ quanto spiega l’Assessore alla mobilità di Roma, Guido Improta, nella conferenza indetta in Campidoglio sul venerdì nero della Capitale, tra cittadini esasperati, treni bloccati in corsa, macchinisti in fuga e un danno di immagine enorme per l’azienda. Troppe le anomalie riscontrate da Atac ed elencate dall’amministratore delegato Danilo Broggi: “E’ scomparsa la registrazione dell’audio con cui alcuni dirigenti hanno dato ai macchinisti l’ordine di bloccare la metro qualche minuto prima che scattasse l’ora dello sciopero, dieci richieste di malattie sospette, cartellini timbrati allo stesso orario, adesione allo sciopero da chi appartiene a sigle diverse e annunciate qualche minuto prima dell’inizio della fascia di garanzia”. Un incremento mal digerito da molti lavoratori che avrebbe portato a scioperare anche chi non è iscritto all’Ugl. Intanto, comunque, Atac ha individuato 9 responsabili, tra cui il responsabile della Metro A, coordinatori dell’unità organizzativa, assistenti coordinatori, dirigenti centrali del traffico, semplici macchinisti che rischiano dalle sanzioni pecuniarie fino al licenziamento. Ma il numero potrebbe anche aumentare. “I fatti – sottolinea Improta – sono molto gravi, ci sono due piani: le violazione durante l’esercizio del diritto di sciopero e il rapporto fiduciario con l’azienda da un punto di vista gestionale, se verranno accertate delle mancanze può essere previsto il licenziamento” di Irene Buscemi
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