25 aprile, è morto a 103 anni Garibaldo Benifei: il partigiano più vecchio d’Italia
Era il simbolo della Resistenza di Livorno, perseguitato per anni dalla polizia fascista. Nel carcere dei Domenicani, nella sua città, aveva conosciuto Pertini. Lascia, tra gli altri, la moglie Osmana di cui si era innamorato durante le riunioni del Cln. Insieme, fino ad alcuni anni fa, hanno girato le scuole per raccontare la lotta per la libertà di 70 anni fa
Non si stancava di ripetere: “Finché ci sono, partecipo. Do il mio contributo, per quanto posso. Ma ora tocca a voi”. Sorrideva con gli occhi piccolini raccontando per la trecentesima volta di quando lo arrestarono i fascisti e lo portarono ai domeni’ani, l’ex convento di frati diventato carcere di Livorno che fu anche di Sandro Pertini, sulla canna della bicicletta. Di nome si chiamava Garibaldo perché così si chiamava suo padre, morto 3 mesi prima che lui nascesse, e suo padre si chiamava così perché era nato nel 1863: “La famiglia era repubblicana: essere repubblicani nel 1863 vuol dire essere quelli che oggi vogliono cambiare la società”. Di nome si chiamava Garibaldo e di cognome Benifei. Aveva 103 anni ed era di Livorno, come Elio Toaff: perseguitato politico per anni, sempre in fuga dalla polizia fascista, era il partigiano più vecchio d’Italia. Non vedrà il suo 70esimo 25 aprile perché ha lasciato tutti il giorno prima, oggi. Ha lasciato tutti compresa Osmana. Di anni, la Benetti, anche lei partigiana, ne ha 92 e con Garibaldo prima ha fatto l’Italia e poi una famiglia. Insieme, vecchissimi, hanno continuato a girare le scuole e accompagnare gli studenti nei luoghi in cui i nazisti avevano compiuto le loro bestialità.
Garibaldo è lo stemma dell’antifascismo alla livornese, anche solo nel modo di raccontarla, la Resistenza, mettendo quasi in burletta i fascisti che invece si prendevano così tanto sul serio. E allora, alla festa per i suoi cent’anni, raccontò di uno dei suoi tanti arresti mentre rientrava a casa: “Guarda, dissi ai miei amici, questi vì aspettano me. Difatti uno si avvicinò e mi disse: oh Benifei bisogna che tu venga ‘on noi. E dove? Dice, ai domeni’ani. Ah sì? Allora ‘spettate che mi cambio perché c’avevo i vestiti della festa e in carcere c’erano le cimici. Allora vado su, mi cambio. Ci si incammina per andare al carcere. Per la strada uno mi dice: dé, ma tutta questa strada a piedi. Loro c’avevano le biciclette. Io dissi: dé, io ‘un ce l’ho la bicicletta. Dice: ti si monta sulla canna. E così… sono stato il primo cittadino che va in carcere sulla canna della bicicletta”. E come sogghignava quando ricordava che Costanzo Ciano, lucchese diventato livornese, presidente della Camera dei fasci e consuocero del Duce, era morto dopo una cacciuccata in Borgo Cappuccini. Ciano, che i livornesi avevano ribattezzato Ganascia non solo perché mangiava a tavola, ma perché mangiava anche al tavolo, quello degli affari.
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Garibaldo era di Campiglia, vicino a Piombino, e lì viveva con sua madre Maria, ultimo di 12 fratelli. Uno era socialista – Antonio -, un altro era anarchico – Rito -, un terzo – Eros – diventerà comunista e per anni non lo dirà a nessuno dei suoi. Garibaldo è diventato antifascista forse perché gli avevano tolto l’infanzia: aveva 9 anni quando le squadracce gli incendiarono casa, in via Cavour. L’anno dopo le camicie nere fanno irruzione per cercare Antonio e Rito che però erano già scappati a Livorno. I fascisti spaccarono tutto. Mamma Maria, con Garibaldo, le tre sorelle e Eros provarono a riordinare le stanze: “Non passò tutta la mattina che venne un messo comunale con un biglietto da chi era entrato al posto del sindaco (defenestrato, ndr) che diceva che la famiglia Benifei non era gradita e non rispondeva della nostra incolumità”. Avrebbero dovuto lasciare Campiglia entro 4 ore.
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Non è solo lo spirito dei fratelli che lo porta sulla strada che diventerà la sua vita. Sono le sue orecchie a funzionare bene, le sue orecchie di garzone di bar. Prima lavora al “Bizzi” di via Solferino, nel quartiere San Marco, luogo di ritrovo di antifascisti, poi al “Bristol” di piazza Cavour nello stesso palazzo della federazione livornese del Partito nazionale fascista. Nel 1931 ha sentito e visto abbastanza per decidersi. Entra nel Pci e il fratello Eros, tornato da Parigi dov’era espatriato, gli chiede di portare materiale di propaganda ai compagni: volantini, manifesti, copie dell’Unità. La clandestinità, il silenzio. Il silenzio anche come arma, come strumento di ribellione. Quando nel 1933 muore il compagno Mario Camici (ammalato dopo un periodo in carcere) Garibaldo insieme ai dirigenti della federazione giovanile del Pci organizza i funerali che diventano un imponente corteo contro il regime, a quell’epoca arrivato al massimo della forza. Ci sono anche molti non comunisti. La polizia fascista capisce che non è aria e decide di non intervenire.
Ma dopo qualche settimana Garibaldo viene arrestato. Sarà la prima volta e non l’ultima. Lo accusano di tentata riorganizzazione del partito, propaganda ed apologia sovversiva e stampa clandestina di manifesti sovversivi. Questura, botte come se non ci fosse speranza di un domani, tribunale speciale, Regina Coeli, carcere dei Domenicani. Qui conosce Sandro Pertini, ma non vedrà più la madre che nel frattempo è morta. L’Ovra non gli staccherà più gli occhi di dosso. Nel 1937, entusiasta per le vittorie dei repubblicani durante la guerra civile in Spagna, tenta di imbarcarsi su un motoscafo a Calambrone (da dov’erano partiti alcuni dei Mille una settantina d’anni prima) per attraversare il Mediterraneo: non lo arrestano solo per un caso. Nel 1939, insieme ad altri dirigenti comunisti, fa stampare 10mila volantini contro la guerra che di lì a poco sarebbe diventata realtà con l’invasione della Polonia da parte della Germania hitleriana. Il regime fascista va subito a cercare lui, Garibaldo, che si occupava del materiale di propaganda. Questura, tribunale speciale, questa volta la pena è di 7 anni. Lo mandano nel carcere di Castelfranco Emilia da dove uscirà solo un mese dopo la caduta di Mussolini, il 26 agosto 1943. [youtuber youtube=’
Benifei torna a Livorno e quasi non la riconosce, è massacrata dai bombardamenti alleati, deserta, ma non ancora liberata (bisognerà aspettare il 19 luglio 1944). Entra nel Cln, è una specie di ufficiale di collegamento tra le province della costa. E’ lo stesso settore di Osmana. Si conoscono dentro al Pci. Una volta vanno insieme, in bici, fino a Gabbro, una frazione in collina, con salite non da poco. Alla fine lei è tutta rossa in faccia: “Come sei bellina – gli fa lui – sembri una mela”. Sarà, il loro, il primo matrimonio civile di Livorno nel Dopoguerra, il celebrante è il sindaco comunista e storico Furio Diaz, le fedi sono in acciaio realizzate dagli operai del cantiere navale.
Per tutta la vita Garibaldo e Osmana si completeranno a vicenda: “I caratteri si amalgamano, entrano l’uno nell’altro, la mentalità, il modo di vivere” disse lui in un’intervista. “Quando eravamo giovani noi – aggiunse lei – la vita era difficile e se non avevi certi pensieri concordi i problemi li affrontavi peggio, i due che sono vicini e sono uniti affrontano meglio le difficoltà della vita”. Si regalarono una nuova vita, un nuovo mondo, e lo regalarono ai loro bisnipoti. “La democrazia non è per sempre – avvertì Garibaldo mentre gli davano la Livornina, la massima onorificenza della città – E’ una conquista che va rinnovata, di giorno in giorno. Io sto dedicando questa parte della mia vita a incontrare i giovani nelle scuole di ogni ordine, a parlare di ciò che abbiamo passato. Perché ricordatevelo: non siamo al riparo da tutti i rischi“.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
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Cronaca
25 aprile, è morto a 103 anni Garibaldo Benifei: il partigiano più vecchio d’Italia
Era il simbolo della Resistenza di Livorno, perseguitato per anni dalla polizia fascista. Nel carcere dei Domenicani, nella sua città, aveva conosciuto Pertini. Lascia, tra gli altri, la moglie Osmana di cui si era innamorato durante le riunioni del Cln. Insieme, fino ad alcuni anni fa, hanno girato le scuole per raccontare la lotta per la libertà di 70 anni fa
Non si stancava di ripetere: “Finché ci sono, partecipo. Do il mio contributo, per quanto posso. Ma ora tocca a voi”. Sorrideva con gli occhi piccolini raccontando per la trecentesima volta di quando lo arrestarono i fascisti e lo portarono ai domeni’ani, l’ex convento di frati diventato carcere di Livorno che fu anche di Sandro Pertini, sulla canna della bicicletta. Di nome si chiamava Garibaldo perché così si chiamava suo padre, morto 3 mesi prima che lui nascesse, e suo padre si chiamava così perché era nato nel 1863: “La famiglia era repubblicana: essere repubblicani nel 1863 vuol dire essere quelli che oggi vogliono cambiare la società”. Di nome si chiamava Garibaldo e di cognome Benifei. Aveva 103 anni ed era di Livorno, come Elio Toaff: perseguitato politico per anni, sempre in fuga dalla polizia fascista, era il partigiano più vecchio d’Italia. Non vedrà il suo 70esimo 25 aprile perché ha lasciato tutti il giorno prima, oggi. Ha lasciato tutti compresa Osmana. Di anni, la Benetti, anche lei partigiana, ne ha 92 e con Garibaldo prima ha fatto l’Italia e poi una famiglia. Insieme, vecchissimi, hanno continuato a girare le scuole e accompagnare gli studenti nei luoghi in cui i nazisti avevano compiuto le loro bestialità.
Garibaldo è lo stemma dell’antifascismo alla livornese, anche solo nel modo di raccontarla, la Resistenza, mettendo quasi in burletta i fascisti che invece si prendevano così tanto sul serio. E allora, alla festa per i suoi cent’anni, raccontò di uno dei suoi tanti arresti mentre rientrava a casa: “Guarda, dissi ai miei amici, questi vì aspettano me. Difatti uno si avvicinò e mi disse: oh Benifei bisogna che tu venga ‘on noi. E dove? Dice, ai domeni’ani. Ah sì? Allora ‘spettate che mi cambio perché c’avevo i vestiti della festa e in carcere c’erano le cimici. Allora vado su, mi cambio. Ci si incammina per andare al carcere. Per la strada uno mi dice: dé, ma tutta questa strada a piedi. Loro c’avevano le biciclette. Io dissi: dé, io ‘un ce l’ho la bicicletta. Dice: ti si monta sulla canna. E così… sono stato il primo cittadino che va in carcere sulla canna della bicicletta”. E come sogghignava quando ricordava che Costanzo Ciano, lucchese diventato livornese, presidente della Camera dei fasci e consuocero del Duce, era morto dopo una cacciuccata in Borgo Cappuccini. Ciano, che i livornesi avevano ribattezzato Ganascia non solo perché mangiava a tavola, ma perché mangiava anche al tavolo, quello degli affari.
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Garibaldo era di Campiglia, vicino a Piombino, e lì viveva con sua madre Maria, ultimo di 12 fratelli. Uno era socialista – Antonio -, un altro era anarchico – Rito -, un terzo – Eros – diventerà comunista e per anni non lo dirà a nessuno dei suoi. Garibaldo è diventato antifascista forse perché gli avevano tolto l’infanzia: aveva 9 anni quando le squadracce gli incendiarono casa, in via Cavour. L’anno dopo le camicie nere fanno irruzione per cercare Antonio e Rito che però erano già scappati a Livorno. I fascisti spaccarono tutto. Mamma Maria, con Garibaldo, le tre sorelle e Eros provarono a riordinare le stanze: “Non passò tutta la mattina che venne un messo comunale con un biglietto da chi era entrato al posto del sindaco (defenestrato, ndr) che diceva che la famiglia Benifei non era gradita e non rispondeva della nostra incolumità”. Avrebbero dovuto lasciare Campiglia entro 4 ore.
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Non è solo lo spirito dei fratelli che lo porta sulla strada che diventerà la sua vita. Sono le sue orecchie a funzionare bene, le sue orecchie di garzone di bar. Prima lavora al “Bizzi” di via Solferino, nel quartiere San Marco, luogo di ritrovo di antifascisti, poi al “Bristol” di piazza Cavour nello stesso palazzo della federazione livornese del Partito nazionale fascista. Nel 1931 ha sentito e visto abbastanza per decidersi. Entra nel Pci e il fratello Eros, tornato da Parigi dov’era espatriato, gli chiede di portare materiale di propaganda ai compagni: volantini, manifesti, copie dell’Unità. La clandestinità, il silenzio. Il silenzio anche come arma, come strumento di ribellione. Quando nel 1933 muore il compagno Mario Camici (ammalato dopo un periodo in carcere) Garibaldo insieme ai dirigenti della federazione giovanile del Pci organizza i funerali che diventano un imponente corteo contro il regime, a quell’epoca arrivato al massimo della forza. Ci sono anche molti non comunisti. La polizia fascista capisce che non è aria e decide di non intervenire.
Ma dopo qualche settimana Garibaldo viene arrestato. Sarà la prima volta e non l’ultima. Lo accusano di tentata riorganizzazione del partito, propaganda ed apologia sovversiva e stampa clandestina di manifesti sovversivi. Questura, botte come se non ci fosse speranza di un domani, tribunale speciale, Regina Coeli, carcere dei Domenicani. Qui conosce Sandro Pertini, ma non vedrà più la madre che nel frattempo è morta. L’Ovra non gli staccherà più gli occhi di dosso. Nel 1937, entusiasta per le vittorie dei repubblicani durante la guerra civile in Spagna, tenta di imbarcarsi su un motoscafo a Calambrone (da dov’erano partiti alcuni dei Mille una settantina d’anni prima) per attraversare il Mediterraneo: non lo arrestano solo per un caso. Nel 1939, insieme ad altri dirigenti comunisti, fa stampare 10mila volantini contro la guerra che di lì a poco sarebbe diventata realtà con l’invasione della Polonia da parte della Germania hitleriana. Il regime fascista va subito a cercare lui, Garibaldo, che si occupava del materiale di propaganda. Questura, tribunale speciale, questa volta la pena è di 7 anni. Lo mandano nel carcere di Castelfranco Emilia da dove uscirà solo un mese dopo la caduta di Mussolini, il 26 agosto 1943. [youtuber youtube=’
Benifei torna a Livorno e quasi non la riconosce, è massacrata dai bombardamenti alleati, deserta, ma non ancora liberata (bisognerà aspettare il 19 luglio 1944). Entra nel Cln, è una specie di ufficiale di collegamento tra le province della costa. E’ lo stesso settore di Osmana. Si conoscono dentro al Pci. Una volta vanno insieme, in bici, fino a Gabbro, una frazione in collina, con salite non da poco. Alla fine lei è tutta rossa in faccia: “Come sei bellina – gli fa lui – sembri una mela”. Sarà, il loro, il primo matrimonio civile di Livorno nel Dopoguerra, il celebrante è il sindaco comunista e storico Furio Diaz, le fedi sono in acciaio realizzate dagli operai del cantiere navale.
Per tutta la vita Garibaldo e Osmana si completeranno a vicenda: “I caratteri si amalgamano, entrano l’uno nell’altro, la mentalità, il modo di vivere” disse lui in un’intervista. “Quando eravamo giovani noi – aggiunse lei – la vita era difficile e se non avevi certi pensieri concordi i problemi li affrontavi peggio, i due che sono vicini e sono uniti affrontano meglio le difficoltà della vita”. Si regalarono una nuova vita, un nuovo mondo, e lo regalarono ai loro bisnipoti. “La democrazia non è per sempre – avvertì Garibaldo mentre gli davano la Livornina, la massima onorificenza della città – E’ una conquista che va rinnovata, di giorno in giorno. Io sto dedicando questa parte della mia vita a incontrare i giovani nelle scuole di ogni ordine, a parlare di ciò che abbiamo passato. Perché ricordatevelo: non siamo al riparo da tutti i rischi“.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.