Mentre a Riga i partner internazionali sono alla ricerca di un accordo per la Grecia, a sollevare i cittadini ellenici che non riescono a far fronte alle proprie incombenze finanziarie ci pensa una banca privata. Davanti alla crisi umanitaria che coinvolge larghe fette di popolazione, la Piraeus Bank ha deciso infatti di cancellare il 100% dei debiti fino a 20mila euro contratti dai clienti come prestiti personali o utilizzando la carta di credito. In più l’istituto di credito ha comunicato che congelerà i mutui cancellando gli interessi di mora. La decisione rientra nell’ambito della legge 4320/2015, varata dal governo Tsipras per affrontare l’emergenza umanitaria, e sarà rivolta solo alle persone meno abbienti e con gravissime difficoltà economiche.
In particolare potranno fare richiesta di accedere all’iniziativa i single con reddito annuo inferiore a 2.400 euro, le coppie in cui nessuno dei due sia lavoratore dipendente e che abbiano un reddito inferiore a 3.600 euro, quelle in cui uno dei due sia dipendente e che abbiano due persone a carico e entrate non superiori a 4.200 euro, le famiglie con tre persone a carico con redditi fino a 5.400 euro, quelle con quattro persone a carico e meno di 6mila euro di redditi. Quanto ai proprietari di abitazioni, potranno chiedere il congelamento del mutuo se non hanno proprietà il cui valore superi i 90mila euro. L’importo è aumentato di 10mila euro per ogni membro minore a carico e 15mila per ogni adulto a carico, fino a un valore massimo di 200mila euro. Le 803 filiali di Banca del Pireo in Grecia, anche tramite una procedura elettronica sul sito, sono operative per ricevere le istanze. Per ora Piraeus Bank non ha reso noto quali saranno le conseguenze future per chi chiede queste facilitazioni, ma è probabile che, come avviene già oggi per gli insolventi, in futuro non avranno accesso a nuove carte prepagate o di credito.
Secondo quanto sostenuto da alcuni media ellenici, iniziative simili saranno prese a breve anche da altre banche. Molte di esse hanno già rinunciato ai loro crediti, decidendo di astenersi dal mettere all’asta la prima casa dei clienti insolventi. L’operazione, sollecitata dal governo, poggia sulla considerazione che un cittadino non può rischiare di perdere l’abitazione per un debito di 20 euro.
Guardando la questione dal lato degli istituti, per altro, la mossa non appare dettata solo da motivi di solidarietà: è nel loro interesse consolidare i portafogli di crediti azzoppati da tre anni di crisi acuta. Una necessità ancora più pressante all’indomani degli impegni sistemici assunti dalle stesse banche nei confronti della Bce e a fronte del bisogno di liberare fondi per nuovi prestiti “sani”. Spulciando i dati dei bilanci 2014 delle banche emerge un rosso da 2,5 miliardi relativo ai prestiti, con un incremento delle svalutazioni su crediti pari al 360%.
La legge 4320, primo atto del governo a guida Syriza, prevede tre misure per affrontare la crisi umanitaria: il ripristino dell’energia elettrica per chi non pagando le tasse si era visto tagliare la luce, l’indennità di alloggio e i bonus alimentari per disoccupati e meno abbienti.
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