Ciriaco De Mita. Paolo Cirino Pomicino. Giulio Di Donato. Alfredo Vito. Clemente Mastella. Nello Polese. Cosa accomuna questi Grandi Vecchi della Prima Repubblica e del patto Dc-Psi che tenne in scacco la Napoli del post terremoto fino agli anni di Tangentopoli? Sono tutti ventre a terra per far rieleggere Stefano Caldoro in Campania. Dietro il berlusconiano governatore uscente dai trascorsi socialisti si sono coalizzati i sopravvissuti di quella dimenticabile stagione. A cominciare da Pomicino, tra gli strateghi napoletani di Area Popolare, il patto Ncd-Udc che a Roma appoggia Renzi e qui è saldamente nel centrodestra berlusconiano. Uno dei più riottosi all’operazione era De Mita, l’anziano ex premier oggi sindaco di Nusco. Il nipote Giuseppe, che prima di farsi eleggere in Parlamento è stato assessore di Caldoro, nei mesi scorsi ha rilasciato interviste dubbiose sulla prosecuzione dell’alleanza Fi-Udc. La pace è arrivata a un convegno a Salerno, nella tana del “nemico” Vincenzo De Luca, in prima fila il portavoce di Caldoro, il salernitano Gaetano Amatruda. Ora si discute di una probabile candidatura di Antonia De Mita. O di un assessorato per lei in caso di vittoria. Ed il Corriere del Mezzogiorno ha sottolineato la pioggia milionaria di finanziamenti su Nusco, sovvenzionata dalla Regione come una piccola Parigi.
Di Donato, ex vicesegretario del Psi di Craxi, è nel cda del Teatro Mercadante in quota centrodestra. Ha già sostenuto Caldoro nel 2010 ed è pronto a rifarlo. Un altro ex socialista, Polese, l’ultimo sindaco di Napoli prima dell’avvento di Antonio Bassolino, è uno dei più stretti collaboratori del governatore, che lo ha nominato amministratore dell’Eav, la holding dei trasporti pubblici. Un settore che esce disastrato da cinque anni di tagli e inefficienze. A proposito del cerchio socialista di Caldoro: il coordinatore della segreteria del presidente, Sandro Santangelo, è indagato per truffa e riciclaggio in seguito a un’operazione di compravendita immobiliare da 300.0000 euro che ha riguardato la famiglia di Caldoro (non indagato), visto che una parte della cifra fu coperta dalla moglie, Annamaria Colao (non indagata).
L’intramontabile Mastella è ancora in campo in prima persona e punta le sue fiches su Caldoro. Fallito l’obiettivo della rielezione a Strasburgo, è indeciso se far candidare in quota Udeur la moglie Sandra Lonardo nella lista Ncd di Benevento – ma deve vincere il niet dell’acerrima nemica Nunzia De Girolamo – oppure in una lista del Campanile. Ma la sorpresa potrebbe essere il ritorno di Alfredo Vito, detto Mister Centomila per l’incredibile numero di preferenze uniche che raccolse alle elezioni politiche del 1992, le ultime prima del Mattarellum. Vito patteggiò due anni nell’ambito delle inchieste sugli appalti a Napoli, restituì 5 miliardi di lire, spergiurò il ritiro dalla politica. Infatti nel 2001 si ricandidò e fu rieletto deputato, in Forza Italia, nel collegio “blindato” di Capri e Sorrento, dove il centrodestra poteva far vincere chiunque, anche una sedia vuota. Vito è uscito dal Parlamento nel 2008, ma ha continuato a gravitare intorno agli azzurri e starebbe preparando per Caldoro una lista dal sapore meridionalista. Diversa da Forza Sud, la formazione del parlamentare Antonio Milo, indagato in un’inchiesta del pm napoletano Henry John Woodcock che lo accusa di essersi fatto rimborsare dalla Camera di appartenenza trattamenti sanitari mai eseguiti.
Inquisiti, trasformisti, figli e mogli di, politici di professione, ne troveremo pure affianco a Caldoro. Proverà ad essere rieletto per la sesta volta consecutiva Ermanno Russo. Siede in consiglio regionale dal 1990. Nell’ultima legislatura ha ricoperto il doppio ruolo di consigliere ed assessore al Demanio e, dal 2013, anche all’Urbanistica. Al contrario di altri colleghi, con l’ingresso in giunta non si è dimesso dal parlamentino campano. Sempre in Forza Italia spicca la candidatura di Armando Cesaro, il figlio di Luigi ‘A Purpetta Cesaro, il deputato di Sant’Antimo sotto inchiesta per collusioni con il clan dei Casalesi. Tra gli sponsor del rampollo di Cesaro, l’amica Francesca Pascale.
In Irpinia i berlusconiani potrebbero schierare l’ex sindaco Pd di Avellino Giuseppe Galasso, indagato per la mancata bonifica dell’amianto di Isochimica e per i lavori di ristrutturazione della Clinica Malzoni. Sempre in Irpinia, ma in Ncd, tenta la rielezione Pietro Foglia, presidente uscente del consiglio regionale. E’ sotto inchiesta a Napoli, il pm Giancarlo Novelli gli contesta la falsificazione di 32.000 euro di schede benzina rimborsate coi fondi del consiglio. Un posto in Ncd a Napoli è in caldo per Ugo De Flaviis e Pietro Diodato, entrambi rinviati a giudizio per peculato per la Rimborsopoli campana.
Infine, ecco la lista Caldoro Presidente. Infarcita della classe dirigente campana del Nuovo Psi, questa formazione sarà capeggiata da Gennaro Salvatore, arrestato e rinviato a giudizio per le ‘spese pazze’ uscite fuori dall’inchiesta dei rimborsi coi fondi consiliari, un certificato penale macchiato da una condanna patteggiata per vicende relative agli anni di Tangentopoli. Ci sarà spazio per Giuseppe Pietro Maisto, già consigliere regionale Udeur (quando era alleato di Bassolino) e poi passato in Idv, poi rieletto nel 2010 in Api (la formazione politica di Rutelli) prima di passare nel centrodestra. E forse pure per una coppia di consiglieri azzurri uscenti, Franco Nappi e Antonia Ruggiero. Coppia anche nella vita, i due potrebbero aiutarsi reciprocamente in campagna elettorale grazie alla legge campana, che prevede la doppia preferenza di genere.
In data 29 luglio 2019, il Gip di Napoli, accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura, ha disposto l’archiviazione del procedimento nei confronti del dott. Ugo de Flaviis.