Ricapitoliamo. Un paio di settimane fa Mattino Cinque ha trasmesso un’intervista in cui due ragazzine Rom, una di tredici e una di quindici anni, facevano l’outing che tutti coloro che mal sopportano gli zingari hanno sempre voluto sentire. Sguaiate e strafottenti le due ostentavano la loro abilità nel borseggiare, “Lo facciamo sulla metropolitana di Roma e facciamo anche mille euro al giorno. Perché dobbiamo vergognarci? Noi guardiamo solo al nostro bene. Se, poi, tu muori non importa… sono cose della vita”, con una tracotanza quasi sospetta, e sbandieravano la loro assoluta indifferenza nei confronti delle persone anziane, vittime frequenti dei loro furti: “Non me ne frega, tanto dopo muore… sono cose della vita, non mi dispiace: sto bene io, mi prendo i soldi e sto a posto”.
L’intervista è stata trasmessa durante la trasmissione, alla presenza di Matteo Salvini, il quale non ha mancato di condividere immediatamente il video su Twitter, dichiarandosi allibito e invitando tutti a far girare la notizia il più possibile. La stampa, dal canto suo, prevedendo, senza bisogno di particolari doti predittive, il potenziale di attecchimento di una notizia del genere su un’opinione pubblica già predisposta negativamente, non ha esitato a cavalcare l’onda e a montarne su un caso. In men che non si dica la testimonianza delle ragazzine è diventata il Vangelo secondo Rom: tutti coloro ai quali faceva comodo l’hanno presa alla lettera e l’hanno utilizzata come prova provata di buona parte dei luoghi comuni sugli zingari.
Ancora “baby-ladre” #rom (genitori dove saranno?). Bene @mattino5 che porta a galla verità scomode! http://t.co/TIuo7ADb98 #Salvini #Lega
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 23 Aprile 2015
I toni parossistici, la giovanissima età, l’atteggiamento da bullette portato all’esasperazione non hanno spinto a dubitare della veridicità dell’intervista ma anzi hanno ringalluzzito i profeti del ‘Padroni a casa nostra’, tronfi come non mai di trovarsi dalla parte giusta. Ieri sera purtroppo Servizio Pubblico ha rotto l’idillio del pensiero unico xenofobo: l’inviata Giulia Cerino è andata a cercare in un campo una delle due ragazzine, la quale ha ammesso di essere stata pagata 20 euro dalla giornalista per raccontare una serie di bugie, a partire dai mille euro fino ad arrivare alle vecchiette.
Mattino Cinque ha smentito e replicato che non c’è stata nessuna ricompensa. Ad ogni modo, l’attendibilità delle affermazioni di una ragazzina capace di dire una cosa e a distanza di qualche giorno l’esatto contrario è quantomeno discutibile. Giacché la tendenza politica del momento è quella di apostrofarsi l’un l’altro a colpi di ‘Vergogna’, non inviteremo chi ha strumentalizzato questa vicenda a vergognarsi, quanto piuttosto, prima di rimestare nel junk food dell’informazione, a verificare almeno che sia commestibile.