Società

25 aprile: dopo settant’anni, chi sono i nuovi fascisti?

Oggi 25 aprile sono trascorsi 70 anni dal giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale proclamò l’insurrezione contro tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. E’ grazie a uomini come Sandro Pertini che l’Italia fu liberata. E’ grazie al coraggio di tanti partigiani che donarono la vita che ritornò a trionfare la speranza. A loro va il nostro sentito riconoscimento e sempre, non solo il 25 aprile, il nostro prezioso ricordo.

Tuttavia, proprio in rispetto di quei valori per cui tanti uomini e donne si sono battuti, reputo che 70 anni dopo sia fondamentale attualizzare e domandarsi: oggi, siamo liberi? Oggi, siamo sicuri che c’è democrazia? Oggi, che forma hanno i nuovi fascismi?

Il nuovo fascista è molto più sofisticato rispetto a quello degli anni ’30. Non indossa un’uniforme e non ha la postura ridicola di Mussolini, ma porta la cravatta e vive in un grattacielo con aria condizionata seduto su una comoda poltrona in pelle. Il fascista di oggi non spara con la Beretta ma con il mouse, pochi clic e questo fascismo economico-finanziario decide la vita e la morte di milioni di persone. Il fascismo dei nostri tempi crea con politiche economiche immigrazione per tenere basso il costo del lavoro e creare una guerra tra poveri, tra disperati immigrati e precari autoctoni.

Se veramente si vuole comprendere la mutazione che ha avuto il fascismo, invece di andare in piazza a lanciar sampietrini contro personaggi che ignorano la storia di cui si sentono eredi, sarebbe fondamentale studiare, attualizzare e capire che dietro quel termine c’è una logica di potere e sopraffazione che oggi indossa altri abiti e ricopre altre posizioni. Il resto è carnevale, sono mascherate di gruppo che distraggono e quindi fanno comodo a coloro che veramente esercitano il potere.

Settanta anni fa i partigiani hanno liberato l’Italia dal fascismo, oggi serve una nuova resistenza. Una resistenza fatta di cittadini sovrani che siano informati e che abbiano il coraggio di mettersi in gioco e vincere questa guerra. Una guerra difficile da vincere perché mentre 70 anni fa era chiaro a tutti chi fosse l’antagonista, era persino vestito di nero, oggi, il nemico da vincere, ed è questo il vero dramma, i più non lo riescono ad identificare. Oggi, il nemico non è facilmente identificabile, sovente è impersonale e ha nomi di multinazionali e banche speculative di cui molti ignorano l’esistenza e il potere sovranazionale. Questa incapacità d’individuazione spinge chi contesta a prendersela soltanto con il primo strato del potere: i partiti. Ma i partiti sono solo le foglie di fico di interessi economico finanziari molto più sofisticati.

Inoltre, il fascismo di oggi non basta vincerlo in Italia o in Europa come fu fatto negli anni 40; l’attuale sistema che ci domina si è globalizzato e se non c’è un sollevamento di tutti i popoli contro queste élite, non ci potrà essere una vera vittoria.

Dopo la seconda guerra mondiale, una volta sconfitto il fascismo, fu scritta la Costituzione. Sarebbe opportuno partire proprio da quei 139 articoli che sono il trionfo della democrazia, della capacità di far sintesi anche partendo da posizioni divergenti. Occorre rispettarla, non stravolgerla come stanno facendo personaggi culturalmente opinabili che incarnano i tempi effimeri che stiamo vivendo.

Buon 25 aprile!