“Garibaldo era una una persona straordinaria. La sua voglia di vivere, di manifestare questa sua lotta a favore della democrazia. In Giunta abbiamo deciso di proclamare il lutto cittadino, in accordo con la famiglia”. Queste le parole del sindaco di Livorno Filippo Nogarin per ricordare Garibaldo Benifei, partigiano e simbolo della Resistenza livornese, morto a 103 anni, la vigilia del 25 aprile. Insieme alla moglie Osmana Benetti, anche lei partigiana livornese, Benifei ha portato per anni nelle scuole l’esperienza della Resistenza partigiana per diffondere il più possibile i valori dell’antifascismo. “Garibaldo è la storia e la parola di questa città – spiega Gino Niccolai, presidente provinciale dell’Anpi – è l’uomo che ha avuto la capacità di raccontare ciò che è stato con la capacità di riportarlo all’attualità”. Abbiamo chiesto un ricordo dell’esperienza partigiana a Giuseppe Fusario, partigiano nato a Foggia ma cresciuto a Livorno fin da bambino. Fusario, oggi novantenne, prese parte alla Resistenza combattendo nei boschi delle montagne della Toscana e dell’Emilia contro le truppe nazi-fasciste: “L’entusiasmo, la fratellanza, lo stesso stare assieme ti dava la motivazione per vivere. Non pensavi solo ai tuoi interessi. Il modo di vivere era quello di reagire insieme agli altri” di Emilia Trevisani
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