Si chiude con un patteggiamento la vicenda giudiziaria di Bruno Vespa per gli abusi edilizi e violazione dei vincoli paesaggistici nella sua splendida villa sull’isola di Ponza. Per la precisione nella bellissima località di Cala Feola con affaccio su Palmarola. Il conduttore di Porta a Porta (Rai1) ha patteggiato ieri nell’udienza preliminare dinanzi al giudice del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, “la pena di dieci giorni di arresto” e 14 mila euro di ammenda. Pena detentiva sostituita con una “pena pecuniaria dell’ammenda: pari a 2.500 euro per complessivi 16.500 euro”.
I magistrati hanno anche ordinato il dissequestro dei locali perché è stato ripristinato lo stato dei luoghi. Ma ripercorriamo i fatti. Il popolare giornalista televisivo aveva subito due anni fa gli accertamenti da parte della Guardia forestale ed era stato indagato per abuso edilizio e violazione dei vincoli paesaggistici. Il magistrato Nunzia D’Elia della Procura di Latina gli aveva contestato alcune modifiche apportate nella proprietà che avevano portato alla realizzazione di alcuni vani dentro la parete naturale di tufo. L’anchorman si era difeso dicendo che quelli eseguiti erano “lavori di consolidamento statico nell’intercapedine di aerazione”.
Ilfattoquotidiano.it nell’aprile 2013, aveva anche pubblicato on line una serie di foto esclusive che raccontavano alcuni degli interventi di muratura eseguiti negli anni passati da Bruno Vespa nella bellissima dimora nella roccia. Tra questi anche il cantiere per la realizzazione di una piscina. I lavori erano terminati nel 2007. Vespa aveva anche dichiarato al Fatto Quotidiano: “La Procura di Latina si è mossa sulla base di un esposto anonimo”. E ad alcune cronache locali lo stesso Bruno Vespa aveva aggiunto: “Prima ancora dell’intervento della Procura, per evitare equivoci mi ero già dichiarato disponibile a ripristinare le dimensioni originarie del cunicolo scavato nel tufo”.
Di D.P e N.T.
Da Il Fatto Quotidiano di sabato 25 aprile