Intanto continuava l’avanzata dell’esercito alleato verso nord, accolto ovunque trionfalmente dalle formazioni partigiane e dalla popolazione.
Tra il 22 e il 23 aprile 1945 le truppe alleate raggiunsero Modena e Bologna, liberandole.
Ma non era ancora finita! Proprio in quei giorni Mussolini, a Milano, parlava ancora ai camerati, incitandoli, promettendo che le sorti della guerra sarebbero cambiate presto grazie all’impiego delle armi segrete che Hitler stava preparando. Fortunatamente non ne avrà mai il tempo. Il Comitato di Liberazione Nazionale ruppe gli indugi il 24 aprile e proclamò, da Milano, l’insurrezione generale in tutta l’Italia del nord. E finalmente, il 25 aprile, Mussolini si rese conto che la partita era persa. Cercò di trattare la resa, con la mediazione del Cardinal Schuster, l’Arcivescovo di Milano. Ma era tardi ormai, il comando alleato e quello tedesco stavano già trattando direttamente. Così desistette e decise di fuggire in Svizzera insieme alla “sua” Claretta e ad alcuni suoi fedelissimi gerarchi. Benchè si fossero travestiti per non farsi riconoscere verranno tutti catturati dai partigiani appena due giorni dopo a Dongo, vicino a Como. Il 28 aprile saranno tutti sommariamente processati e immediatamente fucilati sul posto. Il loro corpo verrà poi trasportato a Milano il giorno successivo.
Anni di sofferenze, lutti, privazioni volgevano finalmente al termine, e quelli che in Italia ne erano stati i maggiori responsabili erano ora là ormai inermi e senza vita, esposti al pubblico in piazzale Loreto a Milano. Ma la folla non conosce pietà. I corpi vennero da qualcuno presi e appesi per i piedi in segno di estremo spregio. Nella stessa giornata del 29 aprile le unità del IV corpo americano entrarono in Milano mentre il V corpo britannico raggiungeva Venezia.
La liberazione di tutta l’Italia poteva ora davvero considerarsi finalmente realizzata.
Ma in quei giorni le truppe tedesche non erano in rotta solo in Italia, anche a Berlino, nel cuore stesso della Germania nazista, la situazione stava precipitando. Le truppe Anglo-Americane da ovest e quelle Sovietiche da Est stavano stringendo in una morsa di ferro e fuoco la capitale Germanica. Il 29 aprile durissimi scontri erano ancora in corso intorno al Reichstag e alla Cancelleria, ma Hitler, rintanato nel suo bunker a prova di bomba, ancora non voleva arrendersi. Tuttavia era ormai solo questione di ore. Alle 15,30 del 30 aprile 1945 Hitler si toglieva la vita, insieme alla compagna Eva Braun, nel bunker della Cancelleria. La morte ravvicinata dei due dittatori, tra il 28 e il 30 aprile 1945, segnò la totale capitolazione del nazi-fascismo e la fine della guerra in Europa.
Eppure solo un mese prima le sorti della guerra non erano ancora decise. Quella di Hitler non era solo propaganda, egli fu davvero vicinissimo a realizzare quella terribile arma segreta, la bomba H, che non avrebbe esitato ad usare contro chiunque.
Il cammino degli italiani all’inseguimento della pace e della libertà fu lunghissimo e colmo di sofferenze, ma finalmente in quel mese di aprile del 1945, in un crescendo Wagneriano di avvenimenti tragici ed epici , la fine del tunnell fu raggiunta, e la speranza di vivere in un mondo libero e migliore diventò, grazie al sacrificio di tanti eroi, concreta.
Impossibile dimenticare quel mese di aprile del 1945!