Espulso dal Movimento 5 Stelle per aver accettato la delega alla cultura, alla creatività e all’estetica offerta dal presidente Pd Luciano D’Alfonso. Il consigliere regionale Leandro Bracco, dopo la sospensione comunicata dal blog di Beppe Grillo a metà marzo, ha ricevuto dallo staff la comunicazione ufficiale dell’espulsione. Eletto nel collegio provinciale di Pescara con 1.103 voti appena un anno fa, era stato al centro delle polemiche nelle scorse settimane per la decisione di accettare l’incarico pur rimanendo all’opposizione. A denunciarlo erano stati proprio i colleghi M5S che avevano deciso di contattare i fondatori Grillo e Casaleggio per farli esprimere sulla questione.
Bracco, unico della minoranza a dire sì agli ‘inviti’ di D’Alfonso, lo ha fatto subordinando la decisione alla permanenza tra le opposizioni. Nei prossimi giorni il consigliere regionale si iscriverà al gruppo misto in quota all’opposizione. “Non sono d’accordo con la decisione, come ho spiegato nella mia memoria contro la sospensione”, ha detto a caldo Bracco. “Ma essendo definitiva, passerò al gruppo misto restando all’opposizione, continuando nella decurtazione di oltre il 60 per cento dell’indennità che ogni mese ricevo. Devolverò le somme ad una onlus ad hoc, che creerò, che si occuperà direttamente delle migliaia di famiglie abruzzesi che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena. A differenza d’altri mi comporterò nella maniera più concreta e pragmatica possibile in quanto la mia stessa volontà è una e una sola: essere al servizio della collettività e adoperarmi per essa”.
Quest’ultimo riferimento è ai cinque colleghi di partito, gli stessi che avevano denunciato la scelta di Bracco chiedendone le dimissioni e segnalando a Grillo e Casaleggio la scelta di accettare la delega alla cultura. Da mesi Bracco, più volte accostato al Pd, era come separato in casa in seno al gruppo consiliare grillino. Ora il M5S non è più il secondo partito in assoluto del consiglio regionale: con cinque consiglieri divide la posizione con Forza Italia, altra forza di opposizione.
La situazione ricorda quello che successe a giugno 2013 a Roma. Il sindaco Pd Ignazio Marino in quell’occasione aveva offerto un assessorato ai 5 Stelle che a loro volta avevano fatto un sondaggio online per chiedere l’opinione degli attivisti sulla questione. Una decisione che aveva però scatenato la rabbia di Grillo e Casaleggio che subito avevano sconfessato la consultazione online. E anche lì tutto si era chiuso con un nulla di fatto.