L'ex capogruppo Pd dimissionario in polemica con la linea del partito sull'Italicum intervistato da Lucia Annunziata ha ribadito che non farà passi indietro. Ma in caso di voto sull'esecutivo: "Io sarò leale fino in fondo"
Ex capogruppo Pd alla Camera, si è dimesso in polemica con la decisione di Matteo Renzi di non valutare modifiche alla legge elettorale. Roberto Speranza negli studi di Rai3 intervistato da Lucia Annunziata a “In mezz’ora” ha ribadito che non ha intenzione di fare passi indietro e ha chiesto al presidente del Consiglio di riflettere sulle prossime mosse. “La scelta della fiducia sull’Italicum è irricevibile”, ha detto, “sarebbe errore politico madornale, una violenza vera e propria al Parlamento italiano. Il governo ci ripensi”.
Il testo arriverà in Aula lunedì 27 aprile e l’intenzione è quella di chiedere il voto di fiducia. Nella minoranza Pd le idee sono diverse: la maggior parte voterebbe sì per “lealtà” verso l’esecutivo, mentre una parte sarebbe pronta a esprimere voto contrario. “Io mi sono dimesso”, ha detto Speranza, “ma ho detto che avrò lealtà verso il partito. Se io oggi dicessi qui voto la fiducia se sarà posta sull’Italicum direi a Renzi ok metti la fiducia. Io dico che sarò leale fino in fondo, ma Renzi non deve mettere la fiducia. Ci sono opinioni diverse è difficile fare numeri”. Insomma, ancora una volta, nessuna scissione in vista: “Sono convinto che l’orientamento della maggioranza di noi è rimanere nel partito per fare una battaglia politica. La scissione sarebbe un errore enorme. Il Pd è il progetto politico di questo secolo. Fuori dal Pd c’è il disastro, c’è la foto inquietante di Berlusconi, Salvini e Grillo. Voglio dare forza al Pd, non ho mai avuto in testa l’idea di fare una scissione di cui mi dà fastidio perfino il suono stesso della parola”.
Speranza ha però espresso le sue critiche al partito “unico” dove non si possono avere opinioni difformi, ma senza criticare apertamente il leader Pd: “Io non sono mai stato antirenziano. Renzi, è una straordinaria personalità, ma il Pd non è solo Renzi”. Il riferimento è alle altre personalità che hanno manifestato dissenso verso la linea politica nei giorni scorsi: “Prodi e Letta, di cui occorre avere rispetto e non liquidare con giudizi sommari, penso possano avere l’idea di un Pd alternativo. Penso che Prodi e Letta, che non possono essere ritenute due persone con idee marcatamente di sinistra, ritengano un errore cadere tutti in un indistinto Partito della Nazione. Sarà una mia fissazione ma un partito che perde il contatto con il mondo del lavoro e imbarca ceto politico proveniente dal centrodestra mi preoccupa molto. La gente, quando vado in giro a fare iniziative, mi chiede: il Pd litiga con la Camusso e imbarca Bondi e Verdini, ma cosa sta succedendo?'”.