Gli spettacoli servono ad attirare più gente alla cerimonia e dare al defunto un augurio di buona fortuna nella vita ultraterrena. La pratica, nota da una decina di anni, nelle ultime settimane ha messo in allarme il ministero della Cultura, che ha fatto sapere di voler collaborare con la polizia per contrastarla: "Attività illegali che corrompono i costumi". Sei persone in manette nella provincia settentrionale dell'Hebei
In alcune località della Cina profonda, i funerali sono animati da troupe di spogliarelliste che effettuano performance attorno alla salma del caro estinto. Il fenomeno non è nuovo, se ne ha notizia da una decina di anni, e nel 2012 il National Geographic ne trasse addirittura un documentario ambientato nell’altra Cina, a Taiwan. Pare tuttavia che ultimamente la sua diffusione abbia inquietato le autorità, che sono passate al contrattacco.
Quando ha cominciato a diffondersi la notizia che lap dancer e artiste del burlesque sono il nuovo trend funerario, si è subito pensato a qualche allusiva vendetta di una vedova che, per punire le scappatelle del consorte ai tempi in cui era ancora vivo e vegeto, avrebbe assoldato le ragazze esponendo così alla comunità la sua vergogna terrena. Invece si tratterebbe dell’esatto contrario. Gli spettacoli servono ad attirare più gente al funerale e quindi a dare un migliore viatico verso l’aldilà al defunto: un augurio di buona fortuna nella vita ultraterrena. Poca gente alla cerimonia significherebbe infatti fargli perdere la faccia: poco amato, poco rispettato. Non solo: tanti partecipanti all’estremo saluto rivelano anche la prosperità della famiglia.
Evidentemente il fenomeno sta scappando di mano, tant’è che il ministero della Cultura (chissà perché proprio quello) ha tuonato il suo divieto, affermando che collaborerà con la polizia per mettere fine alla pratica. Da parte sua, l’agenzia Nuova Cina commenta: “Lo spogliarello è illegale in Cina. Avere ai funerali spettacoli esotici di questa natura evidenzia le trappole della vita moderna, per cui vanità e snobismo prevalgono sulle tradizioni”.
CCTV, la televisione nazionale cinese, ha svolto una vera e propria inchiesta sul campo, scoprendo una dozzina di compagnie teatrali funebri che offrono tali servizi nei villaggi di una contea della provincia orientale del Jiangsu (quella a nord di Shanghai). In totale, si parla di un giro da venti spettacoli al mese, al prezzo di circa 2mila yuan (su per giù 300 euro) cadauno.
Nella sua nota, il ministero cita anche la performance di sei spogliarelliste a un funerale svoltosi a Handan, nella provincia settentrionale dell’Hebei, osservando che “tali attività illegali danneggiano il locale mercato dell’intrattenimento e corrompono i costumi”. Nel caso della città di Handan, le autorità giunte in loco hanno accusato la performance di violare le norme di pubblica sicurezza. Il responsabile della troupe è stato messo in detenzione amministrativa per quindici giorni e multato di 70mila yuan (oltre 10mila euro).
Pare sia stato proprio il funerale-spettacolo di Handan la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché online sono circolate foto e video in cui si vedono bambini e famiglie mesmerizzati da ragazze discinte che si tolgono il reggiseno. In alcune zone della Cina rurale è tradizione assoldare per i funerali delle prefiche, note come “kusangren” (“le persone che si lamentano”, alla lettera). Molto comuni, in passato, anche artisti dell’opera. In seguito, si è passati alle proiezioni cinematografiche. Ora, i professionisti del lamento funebre lasciano il posto a qualcosa di meno tradizionale ma senz’altro assai più allegro. Almeno per i viventi.
di Gabriele Battaglia