Per la prima volta nella sua storia, l’Usgs pubblica una mappa di rischio sismico indotto: potenziali terremoti causati dall’uomo, in principal modo dall’attività estrattiva di petrolio e di gas. L’Usgs è The United States Geological Survey, una sorta di Ingv italiano, il massimo ente geologico americano.
Finora i terremoti causati dall’uomo non venivano inclusi nelle cartine di rischio sismico perché li si ritenevano rari. Ma con l’esplosione dei terremoti indotti da operazioni petrolifere è stato impossibile ignorare i rischi per il futuro e così un gruppo di 150 geologi americani si è riunito per creare la nuova cartina con i rischi di terremoti dovuti all’uomo.
Di solito le mappe del rischio sismico Usa per eventi ‘naturali’ sono aggiornate ogni sei anni e sono fatte per previsioni a medio termine. Si studiano gli eventi sismici del passato e si indicano le probabilità di terremoti per i prossimi 50 anni. Le mappe per eventi ‘umani’ appena pubblicate invece sono per indicare il rischio sismico a brevissimo termine: un anno solo, visto che l’attività umana varia a breve termine, e potrebbe cambiare grazie a interventi legislativi o proteste dal basso. Tutti i dati sono contenuti nel rapporto dal titolo chiarissimo: Incorporating Induced Seismicity in the 2014 United States National Seismic Hazard Model.
Il capo del Usgs Mark Petersen dice di essere preoccupato per l’incolumità dei residenti, considerato che spesso la reiniezione di materiale di scarto ad alta pressione viene fatta nei pressi di faglie dormienti di cui non si conosce l’esatta estensione e locazione. Non esiste nessun altro modo pratico di gestire questi enormi volumi di fluidi di scarto se non pomparli sottoterra ed incrociare le dita nella speranza che le faglie sismiche continuino a dormire.
Uno direbbe, ma almeno l’Oklahoma sarà ricco? Neanche per niente. Un lavoro su cinque in Oklahoma è in qualche modo collegato all’oil and gas. Il 24% dei bambini dell’Oklahoma vive sotto la soglia di povertà. Lo Stato è il 46esimo su 50 per la salute pubblica, ed il numero uno per il tasso di tagli all’istruzione. E così nel giro di una settimane ecco tre storie legate ai livelli di sismicità indotta: città piccole del Texas, lo Stato dell’Oklahoma, il resto del Midwest. Cosa fare? E’ la domanda da un milione di dollari. Alcuni geofisici parlano di migliorare i monitoraggi, ridurre le reiniezioni o farle in luoghi lontani da faglie note e/o zone densamente popolate. Dal mio punto di vista, è il paradigma di base che è sbagliato.
Tornare indietro in Oklahoma o in Basilicata non si può, e si può solo cercare di mettere cerotti, ma per chi non ha ancora attuato la petrolizzazione ad ampio raggio dei propri territori c’è molto da imparare da queste storie.
L’Italia, caro Matteo Renzi, caro Gianluca Galletti, non è scarsamente abitata come l’Oklahoma ed è altamente sismica. Siamo sicuri di voler percorrere questa strada delle trivelle ad ogni costo? E l’Ingv farà anche lei la mappa della sismicità indotta dall’uomo in Italia? Oh, ma che dico: in Italia la sismicità indotta. Giammai.
Qui le cartine dell’ Usgs con la sismicità indotta da eventi umani.