Arrivare negli uffici dell’Asi di Roma, penso sia più difficile che andare nello spazio. Si potrebbe girare all’infinito tra quelle rotonde e facilmente perdersi nel nulla. Benvenuti a Tor Vergata, sede dell’omonima Università e del Policlinico, da sempre con grandi problemi di raggiungibilità, in parte risolti in occasione della XV Giornata Mondiale della Gioventù, nel 2000, ma da sempre in attesa dell’arrivo della metropolitana C. In quest’attesa però sappi che continuerai a girare in tondo.
Noi ce l’abbiamo fatta. Anche alcuni autobus di studenti. Non tutti. Alcuni sono arrivati a fine collegamento e la delusione sui loro volti era palpabile. D’altronde i tempi erano molto stretti e nello spazio ignorano i problemi del traffico e dei collegamenti viari di Roma. Per interloquire con Samantha all’Agenzia Spaziale italiana c’erano molti studenti di varie scuole italiane, primarie e secondarie e anche il ministro del Miur, Stefania Giannini. C’era tempo solo mezz’ora e per realizzare questi inflightcall c’è un grosso lavoro dietro. Quindi niente ritardi.
Lei, infatti, appare puntuale sul grande schermo dell’Agenzia come l’abbiamo sempre vista in questi mesi. Sorridente, capelli corti irti, magliettina a mezze maniche scura con la scritta Esa e il suo pupazzetto verde di peluche di lato. E’ la sua mascotte… non so se è maschio o femmina, chiarisce lei a chi fa notare questa sua assidua presenza in scena. Samantha è agli sgoccioli della sua esperienza nello spazio e tra una ventina di giorni tornerà sulla Terra, dove dovrà riabituarsi a essere un “umano terrestre”. Cosa non facile dopo 6 mesi vissuti in assenza di gravità.
Ma non c’è tempo per divagare. Le domande che lei ascolta mentre tiene saldo tra le mani il microfono, che altrimenti vola, lassù arrivano in ritardo. Chiede la Giannini… come potrei io, ministro, aiutare chi vorrebbe diventare un grande scienziato e soprattutto… se lei fosse al mio posto come si regolerebbe, quali suggerimenti mi potrebbe dare ora che vede il mondo dall’alto?
Non mi sento competente a dare suggerimenti di policy, risponde lei con franchezza, ma per la scuola suggerirei di incrementare l’attenzione sulle materie scientifiche e allo studio dell’inglese. E favorirei la mobilità degli studenti in scambi internazionali.
Una risposta che ricalca esattamente la sua vita e la sua esperienza che l’hanno portata a muoversi molto. E a scegliere sempre le strade più difficili. E’ il suo mantra e lo ripete continuamente. Gli studenti l’ascoltano affascinati. Bè non è da tutti stare lì a interagire con lei. E quindi, in fila, si presentano e fanno domande. E lei, da grande comunicatrice qual è soddisfa, puntuale e precisa, chiamandoli per nome le loro curiosità… Samantha, quali sono gli esperimenti scientifici che stai facendo nella navetta spaziale? Oppure… In futuro ci potranno essere colonie al di fuori dell’orbita base? E anche… Quali sono i piani del rientro? E… Samantha, quando scenderai a terra, come camminerai?
Ma quello che interessa tutti, ma proprio tutti è sapere se in futuro ci potrà essere un’altra Samantha. Certo risponde lei, potrebbe essere lì tra voi, se studiate. E loro annuiscono con gioia. D’altronde la Cristoforetti è ormai un modello di vita che si fa ascoltare. Ha una comunicazione efficace ed è un esempio straordinario di volontà per tutti. Ha una grinta senza fine. Eccolo dunque il modello da imitare. E’ lì davanti a tutti noi, anche se a chilometri di distanza. La Giannini lo sa e lancia la sua proposta. Da settembre in poi se il Capitano Cristoforetti sarà d’accordo, potrà girare per le scuole italiane a spiegare e rispondere sul perché lei ha fatto quella scelta. E soprattutto come l’ha vinta.