“Per riuscire a capire di più di una nazione, basta osservare come la polizia opera in quello Stato”. È la riflessione di Tom Rob Smith, autore del romanzo del 1998 da cui trae ispirazione il film Child 44 – Il bambino n. 44, al cinema dal 30 Aprile. Diretto da Daniel Espinosa e scritto da Richard Price, questo adattamento sullo sfondo di una Russia ancora stalinista, percorre la strada stilistica del thriller politico, pur risultando più convincente sulla carta piuttosto che sul grande schermo.
Tom Hardy interpreta Leo Demidov, un agente dell’MGB, il servizio di sicurezza nazionale sovietico, con un’infanzia difficile alle spalle che lo ha reso poi un eroe nazionale durante la guerra. Dopo alcuni anni di servizio, egli è uno degli agenti più importanti del paese, ed investiga sulle attività dei dissidenti. Un giorno l’MGB riesce a catturare la presunta spia Anatoly Brodsky (Jason Clarke) e, tra i nomi che riescono ad estorcergli dopo varie torture, viene fuori anche quello di Raisa (Noomi Rapace), moglie di Leo. L’uomo è costretto a indagare sulla donna e, intanto, si occupa anche di una serie di omicidi che vedono coinvolti dei bambini nei pressi dei binari di un treno. La sua vita cambierà del tutto dopo queste vicende perché dovrà fare delle scelte importanti che lo porteranno a conseguenze pericolose. Nel cast anche Vincent Cassel e Gary Oldman.
Regista svedese con il record di incassi in patria per Snabba Cash, Espinosa è stato scelto da Ridley Scott per dirigere questo film che egli stesso ha prodotto, dopo essere stato conquistato dalla storia e dai personaggi descritti. “Fu piuttosto surreale – ricorda Smith – Ero passato dall’avere questo progetto in cantiere, senza essere neanche sicuro che sarebbe stato pubblicato, a parlare con Ridley Scott nel suo ufficio, sedendo accanto ad una spada de Il Gladiatore e un oggetto di scena di Alien. Ridley aveva un sacco di idee incredibili per questo progetto”.
Tom Hardy si mette alla prova nel ruolo inteso di un uomo vittima di una crisi di coscienza che lo logora dall’interno, quando si trova davanti ad una decisione molto difficile. Child 44 – Il bambino n.44 profuma di realismo e risulta un racconto attento agli effetti di un regime totalitario sullo spirito umano. La ricostruzione del periodo storico descrive molto bene il terrore vissuto dalla popolazione russa in quegli anni, in cui i crimini e gli omicidi venivano censurati perché lontani dalle idee del capitalismo. “Non ci sono crimini in Paradiso” recitano più volte i protagonisti del film, solo per giustificare la mole di sequestri e omicidi di Stato che erano stati compiuti in nome di una società. Questa condizione ha portato alla diffidenza, che a sua volta ha generato sospetto, paura e tradimento, minando la serenità di ogni cittadino innocente, e creando figure inquietanti e scomode, come il serial killer Andrei Chikatilo conosciuto come il “Macellaio di Rostov” con ben 52 omicidi di donne e bambini commessi tra il 1978 e 1990, mentre il film è ambientato negli anni 50.
Espinosa racconta una storia caratterizzata da una certa dualità: da una parte gli avvenimenti di un periodo storico particolarmente buio e difficile, e dall’altra la caccia ad un serial killer spietato che uccide dei bambini innocenti tra Mosca e il tetro villaggio di Vosk. Il melodramma e il thriller sono contaminati da componenti di un film storico, alternando scene d’azione e l’esplorazione della psicologia dei vari personaggi, che evolve in seguito alle esperienze vissute.
Il trailer di Child 44 – Il bambino n. 44