La prima condanna per le “spese pazze” firmate dai consiglieri regionali della Lombardia era stata disposta dalla Corte dei conti. Oggi è arrivata anche la giustizia penale. Il giudice per l’udienza preliminare Fabrizio D’Arcangelo ha mandato a processo 56 consiglieri e ne ha condannati tre a pene tra i 18 e i 24 mesi. Quest’ultima pena è stata inflitta – con il rito abbreviato – all’ex vicepresidente regionale Pd Carlo Spreafico.
Tre sono stati gli imputati prosciolti (che non aveva chiesto riti alternativi) e uno invece è stato assolto (che aveva chiesto il rito abbreviato). Ma il riconoscimento di non colpevolezza è arrivato per vizi procedurali.
A processo Nicole Minetti e Renzo Bossi
I politici erano accusati a vario titolo di peculato e truffa. Il processo inizierà il primo luglio. Davanti ai giudici dovranno presentarsi anche Nicole Minetti, memorabili le sue richieste di rimborso per creme e anche un libro dal titolo “Mignottocrazia” e Renzo Bossi, figlio del Senatur, che avrebbe comprato videogiochi, sigarette e Red Bull. Al Trota tra il 2010 e il 2012 vengono contestati 15.757,21 euro per aver messo in conto spese anche caramelle, gomme da masticare, cocktail come mojito, campari e negroni, patatine, barrette ipocaloriche, giornali, sigarette, un I-Phone, auricolari, un computer e il libro ?Carta Straccia’ di Giampaolo Pansa. Per l’ex igienista dentale si profila un altro guaio giudiziario dopo la condanna in appello per il caso Ruby.
Dalle aragoste alla nutella, tra le spese anche i gratta e vinci
L’inchiesta della Procura di Milano era stata chiusa il 5 marzo dell’anno scorso. Conti alla mano, secondo i pm, i soldi pubblici spesi allegramente e illecitamente ammontavano a poco più di 3 milioni di euro. Ma lo scandalo era scoppiato alla fine del 2012. Tra le spese gli uomini della Guardia di Finanza aveva rendicontato anche scontrini per comprare dolci in pasticceria oltre che per fare colazioni con brioche e caffè, noleggi auto e taxi, lecca lecca e anche biglietti gratta e vinci. Soldi pubblici, secondo l’accusa, erano stati utilizzare per pagare cene a base di aragosta e sushi oppure merende con piadine e nutella.
Nella lista della spese dei consiglieri erano finite anche cartucce usate per la caccia comprate e le immancabili ostriche. A sorpresa erano spuntati scontrini per l’acquisto di fuochi d’artificio da un rivenditore cinese. E poi computer e moltissimi articoli di elettronica, tra cui stampanti e web cam. Poi cene in pizzerie napoletane, l’acquisto di un ovetto Kinder sorpresa, carne in macelleria, oltre a giocattoli come un Pinocchio e una clessidra. Ma anche aerei di carta da 15 euro e sono indicati anche numerosi scontrini per comprare birra, grappe e panini, in bar in orari notturni.
Inchiesta iniziata dopo i casi Boni e Nicoli e Cristiani
L’inchiesta sulle spese dei consiglieri era iniziata con le verifiche al leghista ed ex presidente del Consiglio regionale Davide Boni, accusato di corruzione, e all’ex assessore del Pdl Franco Nicoli Cristiani. Dalle intercettazioni ambientali erano state riscontrate spese e fatture giustificate come impegni ‘istituzionali’ che di istituzionale, però, avevano ben poco.
A giudizio gli ex assessori della giunta Formigoni
Tra gli altri dovranno affrontare il processo davanti ai giudici della X sezione penale anche gli ex assessori della giunta Formigoni Romano Colozzi, Massimo Buscemi e Giulio Boscagli, l’ex presidente del consiglio regionale Davide Boni e l’ex consigliere Stefano Galli (entrambi in quota al Carroccio), tutti all’epoca dei fatti esponenti della maggioranza. Per le opposizioni sono stati rinviati a giudizio Chiara Cremonesi, Luca Gaffuri ed Elisabetta Fatuzzo.
Dei quattro imputati che avevano scelto il rito abbreviato, il gup ha condannato oltre a Spreafico anche Alberto Bonetti Baroggi, eletto nelle liste del Pdl e che ha restituito alla Corte dei Conti la cifra contestata, e a un anno e mezzo di carcere Angelo Costanzo (Pd). Assolto invece per un vizio procedurale Guido Galperti, attuale deputato del Partito Democratico. Prosciolti sempre per vizio procedurale gli ex assessori Gianni Rossoni e Mario Scotti e l’ex capogruppo del Pd Carlo Porcari.
Stralciata invece la posizione del’ex assessore Franco Nicoli Cristiani che ha chiesto di patteggiare una pena di oltre 2 anni in continuazione con la condanna già patteggiata per la vicenda della discarica di Cappella Cantone. La sua richiesta verrà valutata da un altro gup il prossimo 30 aprile. Il giudice D’Arcangelo depositerà le motivazioni degli abbreviati entro 15 giorni.