Nel 2011 hanno certificato il rispetto del patto di stabilità nel 2010, ma era falso: il Comune di Alessandria lo aveva sforato e il debito era talmente alto che un anno dopo ne è stato dichiarato il dissesto. Così oggi il Tribunale alessandrino ha condannato l’ex sindaco Piercarlo Fabbio (Pdl) e il ragioniere capo Luciano Ravazzano rispettivamente a tre anni e due anni di carcere per falso ideologico. Nei confronti dell’ex sindaco, ora capogruppo del centrodestra in consiglio comunale, la corte presieduta da Cinzia Perroni ha stabilito l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, che scatterebbe solo se la condanna fosse confermata. I due imputati sono stati assolti dall’accusa di truffa allo Stato e di abuso d’ufficio.
Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Riccardo Ghio, il ragioniere capo Ravazzano e l’ex assessore al bilancio Luciano Vandone (la sua posizione è stata stralciata) hanno preparato un rendiconto, sottoscritto dal sindaco Fabbio, nel quale si aumentavano le entrate per un valore di 6,5 milioni e si abbassavano le uscite di circa 13,5 milioni. Inoltre, con un altro documento, i tre hanno attestato, falsamente secondo l’accusa, il rispetto del patto di stabilità. Così facendo hanno indotto il consiglio comunale del 5 maggio 2011 ad approvare il bilancio e hanno evitato di sforare il patto di stabilità sfuggendo alle sanzioni previste dalla legge: una riduzione dei trasferimenti statali per 2,8 milioni di euro circa, il blocco delle assunzioni e dei mutui, stipendi e gettoni più bassi del 30 per cento e limiti alle spese. Per quell’anno i buchi erano stati “coperti”, ma non ci è voluto molto tempo per scoprirli: l’anno seguente, con la nuova giunta guidata da Maria Rita Rossa (Pd), la Corte dei conti ha preso atto della reale entità delle finanze comunali e ha certificato il dissesto di Alessandria.
Al termine dell’udienza Fabbio, difeso dagli avvocati Roberto Cavallone e Claudio Simonelli, si è detto soddisfatto dell’assoluzione dalle accuse di truffa allo Stato e abuso d’ufficio: “La sentenza dimostra che le nostre scelte non sono state truffaldine, mi è stata riconosciuta la buona fede”. Restano però i due capi d’accusa per falso ideologico: “Con tutti i documenti che firma un sindaco un falso può succedere – si è giustificato -. La certificazione del patto di stabilità è una firma fatta come presa d’atto su un documento di un tecnico esperto”. Per l’avvocato Luca Gastini, difensore di Ravazzano, questo “è l’inizio di un percorso che porterà alla completa assoluzione del mio cliente”.
In passato la giunta di Fabbio e i consiglieri di maggioranza sono stati condannati dalla Corte dei conti al pagamento del danno erariale per il bilancio falsato. Dopo la sentenza la procura contabile aveva chiesto che fosse dichiarata la loro ineleggibilità in base alla norma del Testo unico degli enti locali che prevede questa sanzione nei confronti degli amministratori responsabili del dissesto di un Comune, ma a metà aprile i giudici presieduti da Giovanni Coppola hanno archiviato il procedimento: non sono loro i diretti responsabili del default di Alessandria.