Mauro Gori, dirigente proveniente dal mondo della stessa Legacoop regionale è il nuovo presidente, mentre Elio Cirelli, un passato come amministratore delegato della Gambro, multinazionale del biomedicale con sede a Medolla, è il consigliere delegato. Sorpresa per l'ex procuratore capo di Modena che avrà un ruolo nella cooperativa
L’assemblea dei soci di Cpl Concordia ha votato il rinnovo dei suoi vertici, a un mese esatto dall’arresto dell’ex presidente Roberto Casari e di diversi altri suoi ex dirigenti nell’inchiesta sulla metanizzazione di Ischia. Alla presenza del presidente nazionale di Legacoop (successore di Giuliano Poletti) Mauro Lusetti, la cooperativa di Concordia sulla Secchia ha eletto due nomi ‘esterni’ per la guida di Cpl: Mauro Gori, dirigente proveniente dal mondo della stessa Legacoop regionale è il nuovo presidente, mentre Elio Cirelli, un passato come amministratore delegato della Gambro, multinazionale del biomedicale con sede a Medolla, è il consigliere delegato. Gli altri nomi sono quelli del vicepresidente Paolo Barbieri, e dei consiglieri Giuseppe Bandini, Alessandro Panazza, Bruno Grispino e Andrea Cavazzoni, tutti interni a Cpl ma nuovi a incarichi dirigenziali.
La vera sorpresa della giornata è tuttavia la nomina di Vito Zincani, ex procuratore capo di Modena (in pensione da fine 2014), a presidente dell’organismo di vigilanza, lo stesso organismo che in precedenza era stato presieduto da Maurizio Rinaldi, uno degli arrestati di un mese fa. Incrociato dai cronisti all’ingresso della sede Cpl, alla domanda se fosse candidato a entrare nella vigilanza, Zincani si era limitato a un sorriso. Ma poi la conferma è arrivata durante la conferenza stampa in cui sono stati presentati i nuovi dirigenti. Proprio la procura della Repubblica di Modena (oggi retta temporaneamente dal procuratore aggiunto Lucia Musti in attesa della nomina di un successore di Zincani), ha ricevuto nei giorni scorsi parte delle carte dell’inchiesta di Napoli sulla metanizzazione di Ischia che ha coinvolto anche la Cpl. “Credo che la vecchia professione di Zincani non sia un ostacolo, anzi, dal punto di vista della capacità professionale, credo che sia un elemento di garanzia per la coop e per il mondo esterno. Una persona al di sopra di ogni sospetto”, ha detto Lusetti.
Il numero uno di Legacoop è stato presente a tutti i lavori dell’assemblea dei soci (770 i votanti presenti) e ha seguito molto da vicino la vicenda Cpl sin dai primi giorni dopo la bufera degli arresti. Non è un caso che il nuovo presidente, Gori, sia un uomo che da anni lavora dentro i vertici di Legacoop. È come se Legacoop avesse preso per mano la Cpl per aiutarla a uscire fuori da un momento molto complicato: “La nostra priorità è rientrare nella white list. Incontreremo le istituzioni locali, scriveremo una lettera al prefetto per spiegargli che ci sono stati cambiamenti sostanziali e non formali dentro Cpl”, ha detto Gori.
La Cpl e i suoi 1.800 dipendenti stanno vivendo un momento molto complicato. Ai primi di marzo, la notizia che l’ex presidente Casari era indagato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Dda di Napoli, per la vicenda della metanizzazione dell’agro aversano. Poi il 31 marzo gli arresti degli ex dirigenti con l’accusa, secondo la procura di Napoli, di corruzione e associazione a delinquere. Infine, il 25 aprile, l’esclusione dell’azienda dalla white list della prefettura di Modena, l’applicazione della interdittiva antimafia e l’esclusione dagli appalti per la ricostruzione post terremoto in Emilia.
Poco prima dell’esclusione, una nota della Cpl aveva annunciato l’azzeramento del Cda a partire dal presidente Mario Guarnieri (non coinvolto nelle inchieste giudiziarie) e succeduto a Casari solo lo scorso gennaio 2015. Alcune lettere anonime di soci arrabbiati, giunte anche alle redazioni dei giornali, avevano chiesto chiaramente un azzeramento dei vertici.