Alla vigilia dell'inaugurazione, la complessità del sistema degli accrediti e della logistica costringe il portale tvsvizzera.it a gettare la spugna. Il responsabile Ceschina: "Avremmo dovuto lasciare attrezzature costose senza neppure una ricevuta né garanzie sul trattamento del materiale. Ma seguiremo comunque l'evento"
Le inefficienze di Expo non si fermano al cantiere. Anche l’organizzazione della comunicazione patisce pesanti carenze. Lo sanno bene al sito tvsvizzera.it, portale per il pubblico italofono nel mondo che appartiene alla galassia Rsi (la radiotelevisione svizzera italiana) costretto a gettare la spugna nell’organizzazione di un evento mediatico all’interno del padiglione della Svizzera l’11 e il 12 maggio.
A spiegarlo al fattoquotidiano.it è il responsabile del sito elvetico Gino Ceschina (qui il suo artocolo sul sito) che chiarisce l’assurda situazione con cui si è trovato a dover fare i conti: “Avevamo programmato un evento all’interno del padiglione svizzero di Expo – racconta – ma le difficoltà burocratiche e i problemi logistici a cui siamo andati incontro sono tali e tanti da averci costretto a rinunciare” Così l’evento previsto per quei giorni non ci sarà. “L’idea era quella di promuovere il nostro portale attraverso una serie di dirette – spiega ancora Ceschina -. Prima avevamo pensato ad un evento televisivo, poi abbiamo optato per una serie di dirette radiofoniche, pensando di ridurre la complessità dell’evento”.
Ma anche il downgrade volontario degli organizzatori che da un evento video sono passati ad un evento radiofonico, è servito a scongiurare la disfatta: “Dopo aver fatto tutti i passi necessari, nessuno ad Expo è stato in grado di fornirci sufficienti garanzie e risposte adeguate”. Il problema è di doppia natura. Il primo riguarda la complessità del sistema di accredito, che prevede il rilascio di permessi differenti per ciascun evento, con il ritiro in loco dei pass in orari prestabiliti e con preavvisi minimi, condizioni non sempre agevoli per chi arriva da lontano. Il secondo riguarda invece la gestione logistica. Come accade in molti grandi eventi, anche ad Expo la gestione dei trasporti dell’ultimo chilometro è affidata ad un unico operatore. Questo avviene per garantire la sicurezza ed evitare che al sito accedano persone e operatori sconosciuti: “Né Expo né DB Schenker (la società che si è aggiudicata l’appalto dell’handling interno ndr) sono stati in grado di fornirci sufficienti garanzie su come sarebbe stata trattata la nostra attrezzatura. Noi avremmo dovuto lasciare banchi di regia, microfoni e attrezzature tecnologiche costose senza sapere dove sarebbe finito questo materiale, senza avere una ricevuta e senza nemmeno avere piena certezza dei costi”.
E ancora: “Spesso non abbiamo ricevuto risposte e quando le abbiamo ricevute abbiamo trovato operatori imbranati o poco preparati. Non abbiamo nulla contro le persone, sia chiaro. Probabilmente loro stessi non sono stati messi in grado di lavorare al meglio”. Va da sé che la scelta è stata quella di abbandonare il progetto ad una manciata di giorni dal via: “Ci dispiace perché avevamo puntato molto su questa idea – conclude Ceschina -. Questo non significa che non ci occuperemo di Expo, certamente faremo il nostro lavoro di giornalisti, ma non potremo dare vita all’evento che avevamo studiato. Sono certo che i problemi di questi giorni verranno superati a breve e che altri media saranno più fortunati di noi che probabilmente abbiamo avuto problemi solo per il fatto di essere arrivati tra i primi a confrontarci con una struttura che ha bisogno di essere rodata e affinata”.