Fininvest può tirare un sospiro di sollievo: dopo un’attesa durata almeno due anni, la tormentata vendita del Milan è ormai in dirittura d’arrivo. Un ottimo risultato per la cassaforte della famiglia Berlusconi che insieme a un pezzo di storia si libererà di una zavorra non da poco per i suoi conti, il cui andamento negli ultimi anni le ha impedito di versare denaro fresco nelle tasche degli azionisti. Ma se un tassello sta andando a posto, resta invece da stabilizzare la situazione della corazzata del gruppo, Mediaset, che ormai un anno fa si è letteralmente sbilanciata sui diritti tv del calcio, con un investimento di circa 700 milioni di euro. E per la quale da tempo ormai immemore resta aperta l’incognita di un futuro con Telecom Italia, recentemente rilanciato dall’imminenza dell’arrivo in testa all’azionariato del gruppo di telefonia di Vincent Bollorè, il finanziere francese con la passione dei media e dell’Italia che Silvio Berlusconi conosce molto bene. Grazie anche agli uffici dell’amico e socio Tarak Ben Ammar che già nel 1995 fu incaricato dall’ex cavaliere di cercare un compratore per Mediaset. All’epoca il finanziere franco-tunisino cercò un accordo con lo squalo australiano dei media, Rupert Murdoch, ma l’intesa sfumò per il no secco degli eredi Berlusconi.
Oggi le cose potrebbero andare diversamente? Difficile dirlo anche se tra i pochi fatti concreti mescolati alle attese e ai rumour spicca proprio la visita ad Arcore di Murdoch, che nei giorni scorsi è atterrato all’aeroporto milanese di Linate con il suo jet privato ed è stato accompagnato direttamente alla residenza dell’ex premier. La notizia anticipata dal quotidiano finanziario Mf è stata confermata mercoledì mattina dallo stesso Piersilvio Berlusconi nel corso dell’assemblea dei soci di Mediaset. “Si è trattato di un incontro nella norma dei rapporti che abbiamo con la famiglia Murdoch di lunghissima data”, ha detto il vicepresidente di Cologno Monzese spiegando che al centro dell’incontro ci sono stati “diversi temi, ma incontri del genere negli ultimi mesi ce ne sono stati diversi”. Quindi la risposta alle indiscrezioni secondo le quali il tycoon australiano vorrebbe una partecipazione nella tv in chiaro, entrando nell’azionariato del Biscione: “Noi non siamo venditori, tenere coerentemente questa posizione con Sky la vedo difficile”. A rafforzare il concetto è poi intervenuto Fedele Confalonieri: “Murdoch in minoranza non lo vedo, nemmeno a giocare a scopa“.
Quanto a Bolloré e a Telecom, secondo Piersilvio “con Vivendi i rapporti sono ottimi. È chiaro che gli ambiti di possibili collaborazioni sono tanti ma il nostro controllo di Mediaset non è in discussione“. In particolare a oggi “non ci sono progetti a brevissimo tempo, vedremo via via”. Anche se “tutto è possibile ma oggi questo tema non esiste, gli scenari fatti in questi giorni sono molto avanti. Noi abbiamo più volte incontrato gli uomini di Vivendi e ci sono anche possibilità che andremo a valutare, ma per ora nulla di concreto”. Del resto la versione della casa è che non è Mediaset la zitella in cerca di marito, ma piuttosto il contrario: “Siamo corteggiati dalle società telefoniche, ma un semplice accordo commerciale non ci interessa, a differenza di un accordo più ampio. Con Vivendi e Telefonica, in futuro potremmo lavorare, ma al momento non c’è nulla – sintetizza Piersilvio – Non siamo partiti alla ricerca di nuovi soci, ma siamo stati cercati da diversi gruppi. Oggi abbiamo un posizione sul mercato italiano con Premium, grazie al calcio ma non solo, grazie a cui siamo al centro dei giochi”.
Già, Premium, per la quale invece non si può negare che la caccia al marito sia aperta da tempo. Ma si possono smussare gli angoli: “Non siamo venditori, siamo aperti a partnership di minoranza ma mi chiedo: a loro potrebbe interessare? Non fatevi film che non ci sono”, dice ancora Berlusconi jr aggiungendo che i diritti di Champions League non sono in vendita: “Saranno un’esclusiva assoluta di Mediaset Premium”.