Sì, vogliamo resistere al governo Renzi e a chi lo ha sostenuto fino a ieri e continua a sostenerlo, per il sopruso che sta commettendo in faccia al popolo italiano. La legge elettorale e la riforma della Costituzione non sono materia di governo, ma appartengono di diritto al Parlamento; non a questo Parlamento che la Corte Costituzionale, dichiarando illegittima la «legge porcata» che l’ha eletto, ha dichiarato anche, indirettamente, che esso è pure illegittimo. Questo Parlamento, pertanto, non può votare né la legge elettorale né la riforma costituzionale.
Per la prima volta in Italia ci troviamo di fronte ad un’offesa diretta alla democrazia: il presidente del Consiglio dei Ministri non è stato eletto da alcuno; il suo governo meno ancora, il Parlamento è composto da nominati dai partiti, ma non dal popolo sovrano, il quale, esautorato, non ha potuto esercitare la propria sovranità nelle forme previste dalla Costituzione. L’Italia oggi è fuori legge per colpa di una massa di indegni che rappresentano solo se stessi e i 20 mila euro mensili che si beccano alla faccia nostra.
Se passa questa doppia porcata, detta eufemisticamente Italicum e contro-riforma costituzionale, la Camera dei Deputati non solo aumenterà di numero, ma non sarà mai più eletta. Essa, inoltre, sarà alla mercé del governo che farà eleggere solo chi garantirà obbedienza pronta, cieca e assoluta, precipitando in pieno fascismo. Il Parlamento è già oggi quello che voleva fosse Mussolini, come dichiarò nel suo discorso d’insediamento da Presidente del Consiglio, il 16-11-1922: “Quest’aula sorda e grigia, bivacco di manipoli”. Ciò accade a 70 anni dalla Liberazione non più per mano di Mussolini, ma del Pd e di un Presidente del Consiglio non eletto che sta modificando le istituzioni nate dalla Resistenza in nome del suo personale potere.
Se passa questo mostro renziano, colpevole il Pd, minoranza del ‘penultimatum’ compresa, responsabili primari di questo scempio e stupro, si modifica l’assetto democratico e istituzionale. Prevale la forza del governo sia sul Parlamento sia sulla magistratura, eliminando così i tre classici poteri bilanciati: legislativo, esecutivo, giudiziario. Un governo che condiziona il Parlamento è una struttura di potere che sottomette ogni dissenso ed elimina ogni contrappeso, per cui la magistratura sarà, di fatto, eliminata o asservita, perché condizionata dalle leggi votate da un Parlamento succube del governo.
Se passa questa legge ignobile e immorale, si realizza in Italia il Piano di Rinascita Democratica della P2 di Licio Gelli, di Berlusconi e della Massoneria. È triste prendere atto che oggi tutto ciò è opera di coloro che si dichiarano eredi di De Gasperi, di Moro, di Berlinguer, di Pertini e che due giorni fa passeggiavano facendo finta di onorare la Resistenza e la Liberazione. Renzi è l’erede in quanto figlio naturale di primo letto del narcisista che ha rovinato l’Italia con la nostra ignavia.
Renzi e Berlusconi sono la stessa versione, più aggiornata e meno impresentabile. Fanfarona, indecente, ignobile e anticostituzionale e antidemocratica. Con la riforma costituzionale è abolito il Senato che diventa il giaciglio di riposo per i servi fedeli dei partiti, parcheggiati nelle Regioni e nei Comuni. Non diminuirà nemmeno il costo perché il gettone di presenza e le spese di viaggio e di residenza saranno tutte a nostro carico. Non possiamo permetterlo, non dobbiamo tollerarlo.
Se passa la riforma della legge elettorale, è eliminato l’articolo 1 della Carta Costituzionale che, lapidario, in quindici parole, al comma 2, afferma: «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». È eliminato l’art. 48 che attua il primo: «Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico».
Il governo Renzi, il Pd e il parlamento ci stanno espropriando non solo dei diritti, ma anche dei doveri perché il voto è un dovere civico al quale non possiamo rinunciare senza abdicare dalla nostra condizione di cittadini. Il 4 comma dell’art. 48 s’impone a chiunque per lucidità, potenza e gentilezza: «Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge».
Ecco il punto: per l’art. 48 abbiamo il «dovere civico del voto» e anche il «diritto di voto» che non possono essere conculcati, manomessi, aggirati o ridotti. Nessuno può disporre del diritto-dovere di voto dei cittadini che è il fondamento non solo etico, ma giuridico ed esistenziale della Democrazia: una testa un voto. Ci dobbiamo opporre con tutte le nostre forze e fare cadere questo governo per indegnità morale e attentato alla democrazia.
Noi dobbiamo resistere, resistere, resistere e se necessario opporre i nostri corpi inermi perché questa legge non passi e non passi a maggioranza di una sola parte di un partito che riesce a fare esattamente quello che fece il partito fascista del duce. Noi dichiariamo il Pd colpevole di lesa democrazia e di lesa sovranità popolare. Affermiamo che il Pd ha tradito lo spirito e la lettera della resistenza, della liberazione, della democrazia, del socialismo e anche del liberalismo. Questo partito, berlusconizzato fino a superare il maestro, come l’apprendista stregone, si è trasformato nel partito rifugio dei fascisti, della destra, e oggi anche di Pierluigi Vinai che passa da Berlusconi/Scajola a Renzi come niente fosse accaduto.
Chi vota questo partito o chi in questo partito ha militato fino a ieri, non è degno di celebrare la Resistenza né può parlare in nome dei Padri costituenti che oggi tradisce sempre più, giorno dopo giorno. Dobbiamo resistere perché il «diritto alla Resistenza» è un dovere sacrosanto sancito dalle Carte più solenni della Storia umana, da San Tommaso d’Aquino, passando per la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America e la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789 fino alla Costituzione francese del 1793. Se un potere costituito, anche legittimo, operasse in contrasto con la Costituzione, sarebbe diritto/dovere di ciascuno resistere per rovesciarlo: lo affermano la Costituzione del Lander dell’Assia (art. 147); il Lander di Brema (art. 19); il Lander di Brandeburgo (art. 6) e la stessa Costituzione della repubblica Federale Tedesca.
Il 5 dicembre 1946, nel progetto di Costituzione, discusso dalla commissione dei 75, su proposta dell’on. Giuseppe Dossetti, all’art. 50 §2 prevedeva: «Quando i pubblici poteri violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino». Un anno dopo, nel 1947, nella discussione in aula, su proposta di alcuni deputati liberali e repubblicani, appoggiati dai Dc, il comma fu espunto dal testo definitivo della Carta. Resta la dichiarazione del democristiano Mortati che pur dichiarandosi contrario all’inserimento, affermò che «la resistenza trae titolo dal principio della sovranità popolare» che legittima i cittadini più sensibili a difendere la Costituzione minacciata.
Questa sera noi siamo gli eredi dei Deputati Costituenti e affermiamo il nostro diritto dovere di resistere a questa legge elettorale che abolisce la Democrazia e alla riforma della Costituzione che distrugge la forma dello Stato, mettendola nelle mani della mafia dei partiti.