Le manifestazioni si fanno in luoghi pubblici, sennò che senso hanno? Come tali questi evento devono essere raccontati perché è un diritto per i lettori conoscere le motivazioni di chi marcia e un dovere per i cronisti raccontare modalità e parole d’ordine dei cortei. Non fa eccezione la manifestazione di studenti e antagonisti che oggi a Milano ha sfilato per le strade del centro contro l’Expo 2015, che prenderà il via domani, primo maggio. Striscioni, vernice, fumogeni. E uova contro banche e agenzie interinali. A darne notizia i giornalisti che hanno accompagnato i manifestanti lungo il percorso. Ma telecamere e macchine fotografiche sono bandite. Così capita che fotografi e video reporter debbano difendersi dagli insulti e dalle mani di chi si preoccupa di essere poi riconosciuto. Tanto che s’innescano discussioni dai toni accesi tra chi porta in piazza la sua battaglia contro l’Expo e chi ci porta gli strumenti del suo lavoro. “Vai a riprendere…”, intimano alcuni ragazzi alla telecamera del FattoTv. E ai giornalisti tocca farsi rispettare. O almeno a provarci di Alessandro Madron e Francesca Martelli
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