Il disegno di legge è stato finalmente incardinato in Parlamento, ma per due volte è stato posticipato il limite per il deposito delle richieste di modifica. Il relatore Campanella: "Il governo ora è concentrato sulla riforma della legge elettorale"
Già fermo appena prima di partire perché ora “sono tutti concentrati sull’Italicum”. La discussione sul ddl per la regolamentazione delle lobby è iniziata in Commissione Affari costituzionali del Senato. Ma da settimane si continua a spostare il termine per la presentazione degli emendamenti. La nuova data stabilita è quella di giovedì 14 maggio (ore 13). “Il governo adesso è concentrato sulla legge elettorale”, ha detto l’ex M5S Francesco Campanella relatore del provvedimento, “per questo è stata necessaria una seconda proroga”.
Dopo anni di rinvii e silenzi, il testo di legge ha finalmente iniziato il suo percorso in Parlamento, anche se non mancano i rallentamenti. Nell’ultimo rapporto di Trasparency International l’Italia si è classificata diciannovesima (su 22) in quanto a trasparenza con un voto di 20 su 100 punti disponibili. Tra le criticità contestate: la mancanza di una regolamentazione dei rapporti tra politica e lobby che in Italia si chiede da anni senza mai davvero vederla realizzata. L’inizio della discussione in commissione vuol dire ancora poco e saranno necessari altri mesi di dibattito, ma per la prima volta pare che dal governo ci sia l’intenzione di andare avanti sul tema se non altro per rivendicare un intervento sulla questione. Al Nazareno addirittura è pronto un testo di legge sui partiti preparato dal vicesegretario Pd Lorenzo Guerini e si sta anche valutando di sostenere una legge sulle lobby e un intervento legislativo sulle Fondazioni dei partiti.
Il testo base su cui è iniziata la discussione in Senato è quello a firma degli ex M5S Luis Alberto Orellana e Lorenzo Battista. A inizio aprile invece i due parlamentari Pd Antonio Misiani e Francesco Verducci hanno depositato un disegno di legge sullo stesso argomento a Montencitorio. Uno sdoppiamento motivato dalla volontà di far andare avanti almeno uno dei provvedimenti (l’altro è a Palazzo Madama), ma anche il segno di una frammentazione politica che da anni non permette una soluzione concreta al problema.