Un migliaio di manifestanti hanno partecipato al corteo per le vie del centro di Milano. Rissa sfiorata davanti all'edificio Manpower, azienda incaricata della gestione del personale per la manifestazione: i collettivi hanno contestato chi tirava i sassi. Allerta per le prossime ore in vista dell'inaugurazione
Il livello d’allerta per il corteo “No Expo” del primo maggio è massimo. Le ultime informazioni dei servizi segreti parlano di “un migliaio di anarchici e casseur” provenienti da mezza Europa pronti a mettere a ferro e a fuoco il centro di Milano. Anche se al momento le uniche tensioni viste alla vigilia dell’esposizione universale sono quelle scoppiate al corteo studentesco, al quale questa mattina hanno partecipato un migliaio di manifestanti.
Militanti dei centri sociali e autonomi hanno sfiorato la rissa in viale Majno, davanti alla sede di Manpower, azienda incaricata della gestione del personale per Expo 2015 e al centro delle polemiche nei giorni scorsi per aver diffuso la notizia che molti under 29 avrebbero rifiutato un contratto da 1500 euro. Una decina di attivisti di collettivi e centri sociali milanesi, incappucciati e vestiti di nero, si sono staccati dal corteo e hanno lanciato uova riempite di vernice contro l’edificio. Subito dopo sono entrati in scena una ventina di ragazzi col passamontagna sul volto, martelli e sassi in mano, che si sono scagliati contro le vetrate dello stabile. La polizia in tenuta antisommossa si è piazzata subito davanti all’edificio di Manpower. Nessuna carica. Nessun contatto fisico. Gli autonomi sono indietreggiati e hanno ripreso posto nel corteo, ma sono stati avvicinati da alcuni ragazzi dei centri sociali che hanno considerato l’azione un boomerang per la protesta. Insulti e spintoni. Qualche minuto di tensione. Questi gli unici episodi di violenza – insieme a qualche scritta sui vetri di una decina di banche – che si sono registrati alla manifestazione partita da largo Cairoli e conclusa a piazzale Gioia, non lontano dalla stazione centrale.
“Saremo severissimi”, ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano, “e durissimi nel fare rispettare il diritto di manifestare, ma anche nel fare rispettare il diritto di tutti gli altri di godersi questa grande opportunità per l’Italia”. Il ministro in un’intervista a Rtl ha parlato di un “apparato di sicurezza degno del grande evento” con circa 4mila unità in servizio, di cui 600 uomini impiegati nella vigilanza di 490 obiettivi sensibili in tutta la provincia”. Intanto però continuano i blitz delle forze dell’ordine in centri sociali e stabili occupati riconducibili all’area anarchica. Due appartamenti occupati in via De Predis e il centro sociale Mandragola, in zona Quarto Oggiaro, sono stati passati al setaccio da polizia e Digos. In uno dei due appartamenti è stato sequestrato un borsone con all’interno mazze ferrate e altro materiale giudicato “interessante” dagli investigatori. Una decina di militanti, tra cui alcuni spagnoli, sono stati portati in questura per accertamenti. Mentre una ragazza di 20 anni è stata arrestata per resistenza e lesioni per aver colpito al volto un poliziotto. Le perquisizioni di oggi arrivano dopo quelle compiute in due appartamenti occupati in via Odazio, zona Giambellino.
Ma in vista del corteo la lente dei servizi segreti è focalizzata su un migliaio di persone provenienti da tutta Europa che potrebbero colpire con azioni diverse e sincronizzate luoghi simbolo, banche e forze dell’ordine. Il “blocco” su cui si sono concentrati gli 007 è composto da casseur e anarchici italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, greci, svizzeri e inglesi considerati “molto pericolosi” che sarebbero già arrivati in città da una quindicina di giorni.
Il bersaglio degli anarchici – secondo l’intelligence – non è l’area dove si terrà l’esposizione universale, ma il centro città. E’ qui che potrebbero registrarsi gli incidenti maggiori. Due le strategie in campo. Alcuni vorrebbero organizzare all’interno del corteo stesso – nel quale ci saranno anche 6/8mila antagonisti secondo le stime – uno spezzone imponente, pronto a separarsi dal resto della manifestazione ed entrare in azione. Ovviamente scontrandosi con le forze dell’ordine. Altri invece vorrebbero replicare il modello Francoforte: azioni isolate e sincronizzate in diversi contesti, anche prima della partenza del corteo. E qui, ad essere prese di mira sarebbero le istituzioni finanziarie, Consob e Borsa su tutte, le banche, le rappresentanze dell’Unione Europea, i luoghi simbolo di Milano.
Ad alimentare la preoccupazione dei servizi è un altro punto non trascurabile: “Non c’è – dicono fonti qualificate – una gestione unitaria e verticistica del corteo, non c’è chi possa parlare a nome di tutti”. Tradotto: nessuno all’interno del movimento “No Expo” può garantire il pieno controllo sulla piazza né arginare le mosse di gruppi decisi allo scontro.
Foto di Alessandro Bartolini e Alessandro Madron