Nella pellicola numero 45 il regista s’è scelto come alterego uno degli attori forse più simili ai suoi idiosincratici nonché classici protagonisti, che una volta amava incorporarsi. L'attrice invece è alla sua seconda volta con l'artista dopo l’exploit di Magic in the Moonlight
È il film numero 45. Cabalisticamente Woody Allen deve averci riflettuto un bel po’ – cioè almeno una notte – prima di scrivere il suo nuovo lungometraggio, appunto il quarantacinquesimo di una cinecarriera da regista iniziata nel 1966 con Che fai, rubi? Sembra una vita fa, in piena era analogica che per i ragazzi di oggi suona preistorica, eppure il signor Allan Stewart Königsberg – 80 anni il 1° dicembre prossimo – è sempre rimasto se stesso, osservatore inossidabile d’ironia sovrumana: oltre il tempo, eternamente Woody Allen. La sua nuova fatica s’intitola Irrational man e sarà uno degli eventi speciali fuori concorso al 68° Festival di Cannes, in uscita estiva negli States (17 luglio) per la Sony Pictures Classics e autunnale in Italia per la Warner Bros.
Stavolta s’è scelto come alterego uno degli attori forse più simili ai suoi idiosincratici nonché classici protagonisti, che una volta amava incorporarsi: Joaquin Phoenix. Interprete/personaggio tanto davanti quanto dietro la macchina da presa, Phoenix dà volto e corpo (un po’ imbolsito..) ad Abe Lewis, un prof di filosofia in crisi esistenziale. “Non riesco più a scrivere, pensare, vivere” lo si sente pronunciare nel trailer del film da pochi giorni diffuso su YouTube. Ad aiutarlo – ça va sans dire – saranno due donne, da una parte la collega Parker Posey e dall’altra – soprattutto – la più brillante delle sue studentesse interpretata da Emma Stone, alla sua seconda volta con Allen dopo l’exploit di Magic in the Moonlight.
Per Emma pare sia stato come per Scarlett Johansson: elezione immediata a “neo musa” di Woody Allen. Bisognerà vedere e capire nel tempo se la Stone arriverà anche al terzo film o si arenerà al secondo come la bionda collega. Di certo gli occhi puntati sono tutti su Phoenix: riuscirà a “reggere” le psicopatologie alleniane senza oltrepassare la linea? Ovvero, riusciremo a vedere nel suo indiscusso talento qualcosa di diverso – di “alleniano” – rispetto ai già problematici character a cui mirabilmente lega il suo nome per autori maiuscoli come Paul Thomas Anderson e James Gray?
Secondo quanto dichiarato da Parker Posey, che denunciava la difficoltà di recitare senza conoscere l’intero plot in assenza della sceneggiatura a portata di set, ciò che più l’ha colpita nella lavorazione del film è il talento nell’improvvisazione di Joaquin Phoenix. A quanto si vede dal trailer, il “nostro” appare dimesso, a mezza palpebra, spesso con la fiaschetta in mano e non poca pancetta. Poi si sa, qualcosa succederà, avverrà il “miracolo di Woody” nel sanarlo, nel farlo diventare se stesso grazie alle due donne “angeli custodi”. Tutto si giocherà sul finale, che speriamo migliore (come l’intero film) del deludente Magic in the Moonlight.
Cannes ha invitato questo Irrational Man fuori concorso: ciò non anima pensieri positivi sul film, ma va detto che Woody Allen non ha ormai da tempo più bisogno di concorsi e premi. Neppure sulla blasonata Croisette. E il suo al solito ben fornito cast di stelle farà sognare di urla i fan da tutta la Costa Azzurra, fattore non trascurabile agli occhi dello show biz.
Il trailer di Irrational Man