Quale migliore occasione poteva avere l’Inps per lanciare una delle più importanti operazioni di trasparenza mai realizzate in Italia sul fronte delle pensioni? Il Primo maggio, vale a dire la Festa dei lavoratori i quali, secondo il presidente dell’Istituto di previdenza sociale Tito Boeri, d’ora in avanti avranno ancor più da festeggiare: per la prima volta potranno sapere a quale età e con quale assegno potranno smettere di lavorare.
È, infatti, partita ufficialmente “La mia pensione”, uno strumento che dal primo maggio consente a 7,8 milioni di lavoratori under 40 con almeno cinque anni di contributi versati, poi a giugno a 5,8 milioni di under 50 e a luglio a 4,6 milioni di over 50 (entro il 2015 saranno in tutto 17,8 milioni di lavoratori) di simulare la propria pensione futura. Prima tappa di un progetto che nel 2016 porterà tutti i 23 milioni iscritti all’Inps a conoscere la propria situazione contributiva, calcolare l’importo dell’assegno pensionistico, simulare gli effetti sull’importo provocati da eventuali cambiamenti del rapporto di lavoro (il passaggio, per esempio, dal lavoro dipendente all’autonomo), o di interruzioni nel percorso professionale (cassa integrazione o disoccupazione), oppure da sensibili variazioni (in alto o in basso) delle dinamiche retributive.
Del resto che gli italiani non abbiano mai capito come funziona il calcolo pensionistico è chiaro. E i numeri confermano un enorme scollamento tra le aspettative e l’assegno: se per il Censis la pensione media attesa è di 28mila euro lordi, l’Osservatorio Inps fa sapere che nel 2014 il 64,3% delle pensioni erogate ha avuto un importo inferiore a 750 euro.
L’annuncio di Boeri è stato chiaro: “A coloro che ci affidano i risparmi di una vita intera, dobbiamo apparire come un grande salvadanaio, ma non c’è bisogno di romperlo per vederne il contenuto. Basterà consultare il nostro sito per sapere quanto c’è dentro e quanto questo risparmio è presumibilmente destinato a fruttare quando ci si ritirerà dalla vita attiva”. Il riferimento è alla “busta arancione“, introdotta in Svezia negli anni Novanta e che prende il nome dal colore della lettera che viene inviata direttamente nella casetta postale casa dei lavoratori con la simulazione della futura pensione. A casa degli italiani non arriverà alcuna busta, perché tutto si svolgerà on line sul sito dell’Inps a cui si potrà accedere attraverso un Pin. La procedura, con tutti i suoi limiti, assomiglia molto a quella del 730 precompilato: si inseriscono codice fiscale, dati anagrafici, indirizzo di residenza e numero di telefono. Il sistema ne verifica la correttezza e invia la prima parte del Pin via email o Sms, mentre la seconda la spedisce a casa.
Poi, codici alla mano, si entra nel simulatore e, dopo una prima schermata che introduce i principi cardine del sistema contributivo e precisa “che si tratta di una simulazione che non ha alcun valore certificativo”, si passa a tutti i dati sui versamenti effettuati con i periodi (suddivisi in settimane) di contribuzione, ai relativi ammontare e alla stima della pensione.
Il numero uno dell’Inps non si è, però, inventato nessuna rivoluzione. Più volte annunciata e sempre rinviata, già nel 2009 l’allora ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, aveva parlato di portare anche in Italia la busta arancione. Poi, però, nell’autunno del 2010 l’ex presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua bloccò tutto spiegando che se avessero dato una simulazione anche ai parasubordinati avrebbero provocato un “sommovimento sociale”. Mentre l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero nel novembre 2014 confidò in un’intervista che il premier Monti le chiese di annullare la conferenza stampa con cui avrebbe annunciato l’invio delle lettere per comunicare agli italiani gli importi delle loro future pensioni.
Il motivo per cui questa operazione ha sempre spaventato la politica? Secondo Boeri “per viltà e per paura di essere puniti nell’urna”. È, infatti, abbastanza probabile che alla maggior parte dei lavoratori, soprattutto i più giovani da cui parte proprio la simulazione, non piacerà l’importo presunto della pensione, visto che sarà un assegno più magro di quello che si pensa.
Si tratta, infatti, di conteggi che per loro natura hanno una notevole dose di incertezza, non solo per l’attuale crisi lavorativa, ma soprattutto perché l’attuale generazione lavorativa che sta versando i contributi per pagare le pensioni dei loro genitori, continuerà a non sapere a quanto ammonterà il suo assegno. Il simulatore contiene delle semplici stime che si basano su alcune ipotesi di fondo, riguardo alla crescita del salario del lavoratore, sulla dinamica dell’inflazione o sull’andamento del Pil italiano: tutte variabili che in qualsiasi momento possono modificare l’importo dell’assegno previdenziale.
Boeri ha, comunque, sottolineato che “questa operazione avrebbe dovuto essere fatta vent’anni fa, quando con la legge Dini sulle pensioni, passando dal sistema retributivo a quello contributivo molto meno generoso, si cambiò la vita degli italiani che da allora non hanno mai potuto più programmare il proprio futuro”. Col retributivo, infatti, era più semplice avere una stima della propria pensione, basandosi su un meccanismo abbastanza semplificabile: bastava moltiplicare il numero degli anni di lavoro per il 2% e in questo modo si otteneva il cosiddetto tasso di sostituzione, ossia la proporzione tra la pensione e l’ultimo stipendio. Ma con il sistema contributivo non è stato più possibile calcolare con precisione il tasso di sostituzione rispetto alla retribuzione. Molti sono, infatti, i fattori che concorrono a determinare la rendita previdenziale: dall’inflazione alla crescita del reddito, al tasso di crescita del moltiplicatore dei contributi accantonati (per l’Italia la media del Pil degli ultimi cinque anni).
Certo è che il simulatore consente più trasparemza, ma non converrebbe comunque affidarsi all’importo della pensione che compare nella propria simulazione, perché può cambiare sia in base a fattori che riguardano la vita lavorativa (non sono previsti buchi contributivi in caso di cambio di attività o periodi di disoccupazione) che ad altri elementi esterni (andamento dell’economia ed evoluzione delle aspettative di vita medie). Il calcolo dell’assegno si basa, tra l’altro, su una crescita del reddito stimata all’1,5% l’anno.
Aiuta poco, poi, che l’utente possa modificare alcuni parametri, ad esempio se si prevede di cambiare lavoro e avere una diversa retribuzione, oppure se si intende prolungare la propria attività lavorativa fino ai 70 anni di età. L’incognita resta, visto che le pensioni sono soprattutto una partita politica. Ed anche se per ora il governo ha escluso tagli alle pensioni, resta aperto il dibattito sull’introduzione di flessibilità sull’età di pensionamento, mentre si è abbattuto sul tandem Renzi-Padoan una stangata da circa 5 miliardi di euro, con la Corte Costituzionale che ha stabilito che la norma con cui per il 2012 e il 2013 era stato bloccato l’adeguamento al costo della vita delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo Inps è incostituzionale.
C’è anche un’altra ombra sollevata sul ruolo di questo simulatore. A farlo è il Sindacato unitario di base (Usb) che ha accusato il presidente dell’Inps Boeri “di fare uno spot a banche e assicurazioni”. Secondo Luigi Romagnoli dell’Usb Inps “il timore è che con questa operazione si voglia scatenare il terrore tra i lavoratori che, vedendosi prefigurata una pensione da fame, saranno indotti ad optare per l’adesione ai fondi di previdenza complementare privata“.
Usi & Consumi
Come calcolare la pensione con il nuovo simulatore dell’Inps
Il numero uno Boeri presenta l'operazione "La mia pensione" che si ispira al modello svedese - la "busta arancione" in cui il contribuente riceve a casa il calcolo - ma funzionerà attraverso un pin sul sito dell'istituto. Sui ritardi e i continui rinvii dice: "Frutto di viltà e paura di essere puniti nell’urna"
Quale migliore occasione poteva avere l’Inps per lanciare una delle più importanti operazioni di trasparenza mai realizzate in Italia sul fronte delle pensioni? Il Primo maggio, vale a dire la Festa dei lavoratori i quali, secondo il presidente dell’Istituto di previdenza sociale Tito Boeri, d’ora in avanti avranno ancor più da festeggiare: per la prima volta potranno sapere a quale età e con quale assegno potranno smettere di lavorare.
È, infatti, partita ufficialmente “La mia pensione”, uno strumento che dal primo maggio consente a 7,8 milioni di lavoratori under 40 con almeno cinque anni di contributi versati, poi a giugno a 5,8 milioni di under 50 e a luglio a 4,6 milioni di over 50 (entro il 2015 saranno in tutto 17,8 milioni di lavoratori) di simulare la propria pensione futura. Prima tappa di un progetto che nel 2016 porterà tutti i 23 milioni iscritti all’Inps a conoscere la propria situazione contributiva, calcolare l’importo dell’assegno pensionistico, simulare gli effetti sull’importo provocati da eventuali cambiamenti del rapporto di lavoro (il passaggio, per esempio, dal lavoro dipendente all’autonomo), o di interruzioni nel percorso professionale (cassa integrazione o disoccupazione), oppure da sensibili variazioni (in alto o in basso) delle dinamiche retributive.
Del resto che gli italiani non abbiano mai capito come funziona il calcolo pensionistico è chiaro. E i numeri confermano un enorme scollamento tra le aspettative e l’assegno: se per il Censis la pensione media attesa è di 28mila euro lordi, l’Osservatorio Inps fa sapere che nel 2014 il 64,3% delle pensioni erogate ha avuto un importo inferiore a 750 euro.
L’annuncio di Boeri è stato chiaro: “A coloro che ci affidano i risparmi di una vita intera, dobbiamo apparire come un grande salvadanaio, ma non c’è bisogno di romperlo per vederne il contenuto. Basterà consultare il nostro sito per sapere quanto c’è dentro e quanto questo risparmio è presumibilmente destinato a fruttare quando ci si ritirerà dalla vita attiva”. Il riferimento è alla “busta arancione“, introdotta in Svezia negli anni Novanta e che prende il nome dal colore della lettera che viene inviata direttamente nella casetta postale casa dei lavoratori con la simulazione della futura pensione. A casa degli italiani non arriverà alcuna busta, perché tutto si svolgerà on line sul sito dell’Inps a cui si potrà accedere attraverso un Pin. La procedura, con tutti i suoi limiti, assomiglia molto a quella del 730 precompilato: si inseriscono codice fiscale, dati anagrafici, indirizzo di residenza e numero di telefono. Il sistema ne verifica la correttezza e invia la prima parte del Pin via email o Sms, mentre la seconda la spedisce a casa.
Poi, codici alla mano, si entra nel simulatore e, dopo una prima schermata che introduce i principi cardine del sistema contributivo e precisa “che si tratta di una simulazione che non ha alcun valore certificativo”, si passa a tutti i dati sui versamenti effettuati con i periodi (suddivisi in settimane) di contribuzione, ai relativi ammontare e alla stima della pensione.
Il numero uno dell’Inps non si è, però, inventato nessuna rivoluzione. Più volte annunciata e sempre rinviata, già nel 2009 l’allora ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, aveva parlato di portare anche in Italia la busta arancione. Poi, però, nell’autunno del 2010 l’ex presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua bloccò tutto spiegando che se avessero dato una simulazione anche ai parasubordinati avrebbero provocato un “sommovimento sociale”. Mentre l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero nel novembre 2014 confidò in un’intervista che il premier Monti le chiese di annullare la conferenza stampa con cui avrebbe annunciato l’invio delle lettere per comunicare agli italiani gli importi delle loro future pensioni.
Il motivo per cui questa operazione ha sempre spaventato la politica? Secondo Boeri “per viltà e per paura di essere puniti nell’urna”. È, infatti, abbastanza probabile che alla maggior parte dei lavoratori, soprattutto i più giovani da cui parte proprio la simulazione, non piacerà l’importo presunto della pensione, visto che sarà un assegno più magro di quello che si pensa.
Si tratta, infatti, di conteggi che per loro natura hanno una notevole dose di incertezza, non solo per l’attuale crisi lavorativa, ma soprattutto perché l’attuale generazione lavorativa che sta versando i contributi per pagare le pensioni dei loro genitori, continuerà a non sapere a quanto ammonterà il suo assegno. Il simulatore contiene delle semplici stime che si basano su alcune ipotesi di fondo, riguardo alla crescita del salario del lavoratore, sulla dinamica dell’inflazione o sull’andamento del Pil italiano: tutte variabili che in qualsiasi momento possono modificare l’importo dell’assegno previdenziale.
Boeri ha, comunque, sottolineato che “questa operazione avrebbe dovuto essere fatta vent’anni fa, quando con la legge Dini sulle pensioni, passando dal sistema retributivo a quello contributivo molto meno generoso, si cambiò la vita degli italiani che da allora non hanno mai potuto più programmare il proprio futuro”. Col retributivo, infatti, era più semplice avere una stima della propria pensione, basandosi su un meccanismo abbastanza semplificabile: bastava moltiplicare il numero degli anni di lavoro per il 2% e in questo modo si otteneva il cosiddetto tasso di sostituzione, ossia la proporzione tra la pensione e l’ultimo stipendio. Ma con il sistema contributivo non è stato più possibile calcolare con precisione il tasso di sostituzione rispetto alla retribuzione. Molti sono, infatti, i fattori che concorrono a determinare la rendita previdenziale: dall’inflazione alla crescita del reddito, al tasso di crescita del moltiplicatore dei contributi accantonati (per l’Italia la media del Pil degli ultimi cinque anni).
Certo è che il simulatore consente più trasparemza, ma non converrebbe comunque affidarsi all’importo della pensione che compare nella propria simulazione, perché può cambiare sia in base a fattori che riguardano la vita lavorativa (non sono previsti buchi contributivi in caso di cambio di attività o periodi di disoccupazione) che ad altri elementi esterni (andamento dell’economia ed evoluzione delle aspettative di vita medie). Il calcolo dell’assegno si basa, tra l’altro, su una crescita del reddito stimata all’1,5% l’anno.
Aiuta poco, poi, che l’utente possa modificare alcuni parametri, ad esempio se si prevede di cambiare lavoro e avere una diversa retribuzione, oppure se si intende prolungare la propria attività lavorativa fino ai 70 anni di età. L’incognita resta, visto che le pensioni sono soprattutto una partita politica. Ed anche se per ora il governo ha escluso tagli alle pensioni, resta aperto il dibattito sull’introduzione di flessibilità sull’età di pensionamento, mentre si è abbattuto sul tandem Renzi-Padoan una stangata da circa 5 miliardi di euro, con la Corte Costituzionale che ha stabilito che la norma con cui per il 2012 e il 2013 era stato bloccato l’adeguamento al costo della vita delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo Inps è incostituzionale.
C’è anche un’altra ombra sollevata sul ruolo di questo simulatore. A farlo è il Sindacato unitario di base (Usb) che ha accusato il presidente dell’Inps Boeri “di fare uno spot a banche e assicurazioni”. Secondo Luigi Romagnoli dell’Usb Inps “il timore è che con questa operazione si voglia scatenare il terrore tra i lavoratori che, vedendosi prefigurata una pensione da fame, saranno indotti ad optare per l’adesione ai fondi di previdenza complementare privata“.
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Tel Aviv, 19 mar. (Adnkronos/afp) - Il governo israeliano ha approvato nella notte il ritorno di Itamar Ben Gvir alla carica di ministro della Sicurezza nazionale. Lo ha indicato in un comunicato stampa l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu.
"Il governo ha approvato all'unanimità la proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu di rinominare il deputato Itamar Ben Gvir ministro della Sicurezza nazionale", si legge nel testo. Ben Gvir si è dimesso dal suo incarico il 19 gennaio, in disaccordo con la decisione di tregua con Hamas che ha definito “scandalosa”.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Almeno 10 attacchi americani hanno colpito alcune zone dello Yemen, tra cui la provincia di Saada e Hodeidah. Lo hanno riferito i media Houthi dello Yemen. Gli Stati Uniti hanno lanciato un'ondata di attacchi nelle zone dello Yemen controllate dagli Houthi, alleati dell'Iran, che la scorsa settimana hanno dichiarato di voler riprendere gli attacchi alle navi mercantili del Mar Rosso per sostenere i palestinesi a Gaza.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno condotto una "operazione militare di alta qualità" contro la USS Harry S Truman. Lo ha reso noto un portavoce dell'organizzazione terroristica, secondo cui l'operazione, la quarta in 72 ore, prevedeva anche un attacco a "diverse navi da guerra nemiche" e ha sventato "un attacco aereo che si stava preparando contro il nostro Paese".
Washington, 19 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il Consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz torneranno in Arabia Saudita per colloqui su un cessate il fuoco nella guerra tra Russia e Ucraina. Lo ha dichiarato a Fox News l'inviato speciale del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff. Parlando poche ore dopo la lunga telefonata fra il presidente americano Donald Trump con il presidente russo Vladimir Putin, Witkoff ha affermato che i colloqui su un accordo di cessate il fuoco "inizieranno domenica a Gedda".
Riferendosi a un cessate il fuoco sulle infrastrutture energetiche e sugli obiettivi nel Mar Nero, Witkoff afferma: "Penso che entrambi siano ora concordati con i russi. Sono fiducioso che gli ucraini saranno d'accordo".
Ankara, 19 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dai media, la polizia turca ha arrestato il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, uno dei principali avversari politici del presidente Recep Tayyip Erdogan, nell'ambito di un'indagine su presunti legami con corruzione e terrorismo. L'agenzia statale Anadolu Agency afferma che i procuratori hanno emesso mandati di cattura per circa altre 100 persone. Le autorità hanno chiuso diverse strade intorno a Istanbul e vietato le manifestazioni in città per quattro giorni, in un apparente tentativo di prevenire le proteste dopo l'arresto.
La Turchia sta inoltre limitando l'accesso a numerose piattaforme di social media, tra cui X, YouTube, Instagram e TikTok, ha affermato l'osservatorio Internet Netblocks. L'arresto è avvenuto dopo una perquisizione della casa di Ekrem Imamoglu, un giorno dopo che un'università aveva invalidato il suo diploma di laurea, squalificando di fatto la popolare figura dell'opposizione dalla corsa alla presidenza. Avere una laurea è un requisito per candidarsi alle elezioni secondo la legge turca.
Il partito del sindaco, il principale partito di opposizione Republican People's Party, terrà le primarie domenica, dove Imamoglu dovrebbe essere scelto come candidato per le future elezioni presidenziali. Le prossime elezioni presidenziali in Turchia sono previste per il 2028, ma sono probabili elezioni anticipate. "Stiamo affrontando una grande tirannia, ma voglio che sappiate che non mi scoraggerò", afferma Imamoglu in un messaggio video pubblicato sui social media. Accusa il governo di "usurpare la volontà" del popolo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Sì al rafforzamento della difesa, ma senza toccare i fondi di coesione; no all'invio di truppe italiane in Ucraina, tema che "non è mai stato all'ordine del giorno", come pure l'esercito comune europeo; Europa e Usa devono restare uniti, perché è "inimmaginabile" costruire delle "efficaci garanzie di sicurezza" dividendo le due sponde dell'Atlantico; e sui dazi, bisogna evitare "rappresaglie'' e trovare "soluzioni di buonsenso" provando a scongiurare una guerra commerciale con Donald Trump. Davanti alla platea di Palazzo Madama, la premier Giorgia Meloni ha tracciato ieri la linea che il governo italiano porterà al tavolo del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 marzo, dove si parlerà di Ucraina e del maxi-piano di riarmo targato Ursula von der Leyen. Una posizione, quella dell'esecutivo, sintetizzata nella risoluzione in 12 punti della maggioranza, frutto di un paziente lavoro di mediazione che ha visto protagonista il ministro degli Affari Ue Tommaso Foti, oltre ai capigruppo del centrodestra.
Alla sinistra della premier ha preso posto il ministro degli Esteri Antonio Tajani; alla destra, quello dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Assente il vicepremier leghista Matteo Salvini, all'estero per impegni istituzionali. Ma il ministro delle Infrastrutture ha tenuto in mattinata ad augurare 'in bocca al lupo' a Meloni in una telefonata che i rispettivi staff definiscono "cordiale e amichevole". I due, si leggeva in una nota, hanno scherzato "sugli ennesimi retroscena che raccontano di presunti litigi" nel governo: la Lega è "il collante della maggioranza", ribadiva Salvini a Meloni durante il colloquio.
Meloni ha preso la parola in Aula sottolineando l'importanza dell'attuale momento storico, "decisivo per il destino dell'Italia, dell'Europa e dell'Occidente". E' partita dai temi economici ed energetici, il capo del governo: competitività (l'Europa non deve rassegnarsi "al ruolo di gregario"); decarbonizzazione "sostenibile per le nostre imprese e per i nostri cittadini"; automotive, settore "strategico" che "non può essere abbandonato al proprio destino"; semplificazione, perché - ha messo in guardia Meloni - "se l'Europa pensa di sopravvivere a questa fase continuando a pretendere di iper regolamentare tutto, non sopravviverà"; sicurezza ed interconnessioni energetiche, nell'ottica del Piano Mattei caro all'Italia; completamento dell'Unione dei mercati dei capitali per stimolare gli investimenti privati.
Non è formalmente nell'agenda del Consiglio europeo, ma il tema dei dazi americani aleggia sul prossimo summit Ue e anche sull'Aula di Palazzo Madama. Meloni non è sfuggita alla questione, vista la sua delicatezza per una Nazione esportatrice come l'Italia: il quadro "è complesso", ha ammesso la premier, ma bisogna lavorare "con concretezza e pragmatismo" per trovare un'intesa con gli Usa di Trump, evitando "rappresaglie" e scongiurando, così, una "guerra commerciale" che secondo Meloni "non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l'Europa".
Migranti e Medio Oriente sono altri due argomenti affrontati da Meloni nel suo discorso: l'Italia, ha detto la leader di Fdi, segue "con grande attenzione il ricorso pregiudiziale innanzi alla Corte di Giustizia, relativo ai trattenimenti in Albania" e auspica "che la Corte scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio". Meloni poi non ha nascosto la sua "grande preoccupazione" per la ripresa dei combattimenti a Gaza, così come per la situazione in Siria.
A proposito del conflitto russo-ucraino, Meloni ha ricordato il "massimo sostegno" che il governo sin dall'inizio della guerra ha garantito a Kiev: una scelta di campo "rimasta immutata", ha rivendicato, "non soltanto per Fratelli d'Italia, ma per l'intera maggioranza di centrodestra". Meloni ha salutato con favore la nuova fase di negoziati, dichiarando il suo sostegno per "gli sforzi del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump".
E' l'unità tra Ue e Usa, il concetto che l'inquilina di Palazzo Chigi si è sforzata di rimarcare: "Non è immaginabile costruire garanzie di sicurezza efficaci e durature dividendo l'Europa e gli Stati Uniti". E' giusto, ha osservato Meloni, "che l'Europa si attrezzi per fare la propria parte, ma è nella migliore delle ipotesi ingenuo, nella peggiore folle, pensare che oggi possa fare da sola, senza la Nato" e chi prova a scavare "un solco tra le due sponde dell'Atlantico, non fa che indebolire l'intero Occidente, a beneficio di ben altri attori". La presidente di Fratelli d'Italia ha poi ribadito quanto già dichiarato in diversi consessi, nelle ultime settimane: l'invio di truppe italiane in Ucraina "non è mai stato all'ordine del giorno, così come riteniamo che l'invio di truppe europee - proposto in prima battuta da Regno Unito e Francia - sia un'opzione molto complessa, rischiosa e poco efficace".
Altro grande tema in discussione è stato il potenziamento della difesa del Vecchio Continente. Meloni è tornata a bocciare il nome del piano 'ReArm Europe', definendolo "fuorviante per i cittadini". Ma la questione posta da Meloni non è soltanto semantica. L'annuncio dello stanziamento di 800 miliardi per la difesa da parte della Commissione Ue è "roboante" rispetto alla realtà, ha sottolineato Meloni, perché quelle non sono "risorse che vengono tolte da altri capitoli di spesa né risorse aggiuntive europee". A questo proposito, la premier ha ricordato il fermo 'no' del governo all'ipotesi di spostare i fondi di coesione destinati alle aree svantaggiate del Sud sul settore difesa.
I conti pubblici vanno preservati, nonostante il loro stato di salute sia "molto buono" e una manovra correttiva non sia "nei radar" del governo. Per questo, ha spiegato, l'Italia "valuterà con grande attenzione l'opportunità o meno di attivare gli strumenti previsti dal piano" che prevedono anche il ricorso a deficit aggiuntivo.
La strada indicata dal governo italiano va nella direzione di un meccanismo di garanzie pubbliche europee sul modello 'InvestEu' "per mobilitare più efficacemente i capitali privati e rilanciare gli investimenti nel settore della difesa".
Due i passaggi più applauditi del discorso di Meloni: il riferimento a Papa Francesco, al quale la premier ha augurato una pronta guarigione, e la solidarietà nei confronti del Capo dello Stato Sergio Mattarella, più volte attaccato dal Cremlino. La citazione di Pericle ha chiuso l'intervento della presidente del Consiglio: "La felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio".
Nonostante le fibrillazioni che hanno attraversato il centrodestra negli ultimi giorni, le comunicazioni di Meloni non hanno deluso le aspettative della Lega. Il Carroccio - sotto i riflettori per il suo voto contrario al piano von der Leyen a Strasburgo - ha espresso il suo apprezzamento per un discorso che "va nella giusta direzione, fortemente auspicata da Salvini", ossia: "Niente truppe italiane in Ucraina e nessuna ipotesi di esercito europeo, nessun taglio ai fondi per lo sviluppo e nessun accenno a un debito comune europeo, massimo sostegno all'impegno di Donald Trump per la pace e investimenti per la sicurezza in Italia". La risoluzione di maggioranza alla fine è passata con 109 sì, 69 contrari e 4 astenuti. Oggi il bis alla Camera dei deputati. (di Antonio Atte)
Gaza, 19 mar. (Adnkronos) - Fonti di Gaza riferiscono che sono in corso attacchi aerei in diverse zone della Striscia, mentre i bombardamenti notturni sembrano proseguire a ritmo serrato. La difesa civile dell'enclave afferma che 13 persone sono state uccise negli attacchi durante la notte.
Sono stati segnalati attacchi da parte di aerei israeliani nei pressi di Khan Younis, nel sud di Gaza, nonché in diverse aree a sud di Gaza City, vicino all'estremità settentrionale della Striscia.
Quds news, un'emittente di Gaza legata ad Hamas, afferma che il bilancio delle vittime nella rinnovata offensiva israeliana è salito a 429. Le autorità sanitarie controllate da Hamas avevano precedentemente stimato il bilancio delle vittime a 408.