Il giro del mondo in sei mesi, dall’1 maggio al 31 ottobre, seguendo il ‘fil rouge’ del cibo attraverso l’Esposizione Universale. I numeri di Expo 2015 sono imponenti a partire dai Paesi (145) elencati nel sito della manifestazione che si estende su 110 ettari a nord ovest di Milano. Sono presenti 3 organizzazioni sovranazionali (Onu, Ue, Comunità Caraibica) e 13 organizzazioni civili, da Save the Children al Wwf, da Action Aid alla Caritas).
Per orientarsi tra i padiglioni la visita può iniziare dai 9 padiglioni collettivi dedicati a Paesi uniti in nome di una caratteristica comune: 6 ‘cluster’ riguardano l’alimento che unisce i Paesi presenti (cacao, caffè, riso, grano, frutta, spezie), 3 riguardano la caratteristica geografica che unisce i Paesi (Zone Aride, Mare e Isole, Biomediterraneo). Nel complesso invece i padiglioni sono oltre 80, una cinquantina sono “self-built” (54 Paesi ne hanno uno “proprio”), sono stati cioè realizzati direttamente dai Paesi o dalle realtà partecipanti e 5 sono padiglioni “Corporate”, delle aziende private. Padiglione Italia è un quartiere che si sviluppa lungo una strada di 325 metri intorno alla quale, organizzate in borghi e piazzette, vengono presentate le eccellenze italiane. Cuore del quartiere è Palazzo Italia, struttura avveniristica di 5 piani, simbolo del made in Italy con l’Albero della Vita, ideato da Marco Balich, come sua icona. Realizzato in acciaio e legno da un consorzio di 19 aziende (Orgoglio Brescia) è alto 35 metri e ha una chioma larga 42 che fiorirà di luci e giochi pirotecnici per offrire 1.260 spettacoli, uno ogni ora per i sei mesi dell’esposizione.
Imponente il servizio di sicurezza con oltre 3.700 uomini in più mandati a Milano dal Viminale per l’esposizione. L’intero perimetro del sito è protetto da una barriera metallica di 3,15 metri. Oltre 2.000 telecamere per un controllo costante da una sala operativa centrale, 750 gli uomini della vigilanza presenti per turno nel sito. In ultimo i numeri di bilancio, che potranno essere letti e interpretati solo a manifestazione conclusa, perché “il modello economico finanziario di Expo 2015 – ricordano le relazioni di bilancio della società – implica necessariamente che tutti gli investimenti e la prevalenza dei cosi siano sostenuti prima dell’evento stesso mentre la gran parte dei ricavi sarà prodotta in prossimità dell’evento e durante lo stesso”. Nelle attese il budget messo a piano (per il periodo 2009-2015) dovrebbe essere rispettato. I conti 2014, approvati la settimana scorsa ma non ancora pubblicati, registrano una perdita di 45 milioni di euro, la metà di quanto preventivato (92 milioni di euro). Anche la previsione dei costi dovrebbe essere pienamente rispettata attestandosi sotto quell’1,3 miliardi di euro messo a budget, cifra già ridimensionata rispetto all’iniziale previsione di 1,7 miliardi di euro.
I target finanziari per i 6 mesi che durerà l’esposizione non sono ufficialmente calcolati, ma secondo le stime del New York Times è atteso un fatturato di 10 miliardi di euro, 19 mila posti di lavoro all’interno del sito, poco meno di 80 mila all’esterno. L’unico studio disponibile, nonchè datato, è quello realizzato da CERTeT – Università Bocconi che ha provato a valutare i principali impatti economici generati dall’evento EXPO Milano 2015 sul territorio nazionale. In particolare è stata valutata l’attrattività turistica, stimando la presenza di circa 20 milioni di visitatori, la spesa turistica indotta da EXPO Milano 2015 risulta pari a 3,5 miliardi e l’impatto sulla produzione è di 9,4 miliardi di euro.