Bene ha fatto Il Fatto quotidiano a stigmatizzare il comportamento dei parlamentari, specie Pd ma non solo, che alla fine stanno dando il loro assenso alla nuova legge elettorale, definendoli come “attaccati alla poltrona”. E’ un problema di corruzione in senso lato, senso che ovviamente trascende quella definita dal relativo articolo del codice penale, ma dà vita a un fenomeno più ampio e altrettanto se non ancora più pericoloso, quello della formazione di un ceto politico privilegiato sempre più distante dai cittadini e dai loro problemi.
Un ceto politico autoreferenziale, non a caso composto da parlamentari nominati dai capipartito per effetto dei meccanismi anticostituzionali del Porcellum, che si autolegittima e si autoperpetua conferendosi, assieme a cospicui appannaggi, prebende e vitalizi, un marchio di sostanziale inutilità. Tale autoreferenzialità e inutilità sostanziale del ceto politico viene ovviamente esasperata dall’Italicum che con l’intento proclamato di garantire l’omogeneità tra Parlamento e governo e, soprattutto, di attribuire al secondo l’assoluta e incontrastata primazia, cancella la natura democratica del Parlamento, non più, come dovrebbe essere, specchio del Paese, ma appendice disfunzionale e puramente ornamentale del potere costituito.
Può avvenire, con tale legge, che settori di fatto minoritari del corpo elettorale vengano ad assumere ruolo determinante e che importanti minoranze vengano cancellate del tutto o quasi. Questo, nell’infondata e illusoria convinzione che la crisi richieda non più ma meno democrazia.
Ne richiede invece di più per ridurre le differenze sociali che sono alla base della crisi stessa. Per controllare e contrastare i fenomeni di corruzione e di formazione di gruppi di potere portati a cospirare nel loro interesse contro quello della cittadinanza. Per dare vita a una dialettica politica non escludente ma inclusiva.
Tutti principi coscientemente negati da Renzi nel suo lucido intento di dare vita a un nuovo regime. Per il cui successo vanno di pari passo la costituzione di un Partito della Nazione privo di identità politica precisa che non sia quella del potere e la sostanziale subalternità a tutti i diktat dei poteri forti interni e internazionali. Non è quindi certo un caso che le politiche di questo governo si distinguano per l’ossequiosità nei confronti di Obama e della Merkel, le cui richieste di ogni genere è sempre pronto a soddisfare, come pure in quelli della Confindustria, che è pienamente soddisfatta per la demolizione dei diritti dei lavoratori.
La legge elettorale costituisce la ciliegina su questa torta immangiabile. E’ stato illusorio pensare che potesse essere respinta grazie ai settori di opposizione presenti all’interno del Pd. Ma la lotta va condotta fino in fondo. Nella consapevolezza che il meccanismo potrebbe sfuggire di mano all’apprendista stregone, consegnando magari domani la maggioranza alle forze, che si pongono oggi, dentro e fuori il Parlamento, come argine a questa manovra autoritaria. E che, ad ogni modo, va costruita un’alternativa di sistema formando meccanismi di democrazia partecipativa che vadano ben al di là degli angusti limiti nei quali Renzi vorrebbe oggi restringere, asfissiandola, la rappresentanza parlamentare.
Vi invito pertanto a partecipare al presidio permanente che il Coordinamento per la democrazia costituzionale ed altri hanno promosso a Montecitorio a partire dalle 16 di lunedì 4 maggio.