Il denominatore comune nella preparazione delle liste è stato cercare di avere un "appeal" indipendentista. Zaia serra i ranghi coi fedelissimi, Tosi si porta dietro gli uomini forti della sua “diaspora” (tra questi Muraro). La candidata Pd fa il pieno di big e recluta il cantautore, l’ex atleta azzurra ma anche il sostegno dell'ex leghista che insultava i gay
Luca Zaia serra i ranghi puntellando la sua lista di fedelissimi, Tosi si porta dietro gli uomini forti della sua “diaspora”, Alessandra Moretti fa il pieno di big locali, recluta il cantautore Bubola e l’ex atleta Sara Simeoni. Nella ricerca di un sostegno ampio inciampa pure nel sostegno dell’ex leghista omofobo. In corsa anche l’istruttore di Samantha Cristoforetti. Sono almeno una ventina di liste e sette candidati alla carica di presidente. E’ scaduta la consegna delle liste per le elezioni regionali del Veneto e la partita per i candidati governatori è già cominciata. Quattro i candidati che si contenderanno la fetta più ampia di consiglieri regionali: Zaia (Lega Nord) attuale governatore, Alessandra Moretti (Pd), ma anche Flavio Tosi con la sua civica e l’appoggio di area popolare e Jacopo Berti, candidato del Movimento 5 stelle. Per tutti (tranne per il Movimento cinque stelle che corre con lista unica) c’è stato un denominatore comune nella preparazione delle liste.
Zaia, Moretti e Tosi hanno scelto un appoggio a quattro “punte” formato da una lista civica in supporto del candidato, una lista di partito, una lista degli amministratori e, con più o meno forza, a seconda dell’appeal che il candidato è riuscito a tirare fuori in campagna elettorale una lista indipendentista e/o autonomista. Insomma, ad agganciare gli indipendentisti veneti ci hanno provato (quasi) tutti. Zaia conta tra le sue fila la lista di “Veneto indipendente”, Tosi quella di Razza Piave, Alessandra Moretti la lista autonomista (dopo aver provato il gancio con Franco Rocchetta, bandiera dell’autonomismo veneto, padre nobile della Liga e aver incassato il suo “no grazie”). Anche Jacopo Berti, candidato del Movimento 5 Stelle ha affrontato il tema prevedendo nel suo programma misure per la riduzione dei costi della politica a favore della detassazione e un aumento del livello di autonomia degli enti locali. Nessuno, però, ha saputo soddisfare veramente gli indipendentisti che corrono comunque da soli con Indipendenza veneta candidando Alessio Morosin alla presidenza e in lista l’ex pilota militare di caccia F104 eurofighter Piero Gavazzo che è stato istruttore degli astronauti Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano.
Indipendentismo a parte, la galassia veneta è tutt’altro che semplice. All’ultimo è venuta meno la lista di Gianluca Busato, il piccolo imprenditore che l’anno scorso ha organizzato il sondaggio per l’indipendenza del Veneto ma soprattutto c’è la sfida interna (anche se tecnicamente non più) alla Lega, dopo la cacciata di Flavio Tosi.
Dopo dieci giorni di crisi e tira e molla Matteo Salvini ha messo un punto fermo con l’espulsione dalla Lega del sindaco di Verona. E a quel punto Flavio Tosi ha annunciato la sua candidatura alle Regionali. Da quel momento è iniziata la diaspora di alcuni degli iniziali sostenitori di Zaia. Compresi due assessori della giunta regionale, quello all’ambiente Maurizio Conte e quello all’identità veneta Daniele Stival, ma anche il presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro e quasi tutti i segretari provinciali della Lega. Tra i tosiani anche Dino Boffo nella lista di Area Popolare, che torna così nel territorio dove è stato presidente di Azione Cattolica e direttore del settimanale cattolico, prima di andare a dirigere l’Avvenire dal quale si era dimesso dopo lo scandalo che lo aveva travolto.
La “migrazione” verso Tosi potrebbe dare del filo da torcere anche in futuro, in caso di ri-elezione del governatore attuale. Con la nuova legge elettorale per il candidato vincente se passerà con meno del 40% dei voti vedrà un premio di maggioranza minimo che permetterà dunque un vantaggio risicatissimo (su 51 consiglieri 28) in consiglio. E’ per questo che Zaia nel suo parterre di nomi ha scelto invece (quasi) solo fedelissimi: niente voltafaccia, niente cambiamento di casacche all’ultimo minuto. In poche parole: governabilità.
Ampi consensi, invece, quelli cercati da Alessandra Moretti, che accanto alle due civiche e alla lista del Pd ha la lista autonomista e un’apertura alla sinistra radicale Veneto nuovo, rappresentanza di Sel, dei Verdi e dei “cacciati” dalla dirigenza di Rifondazione comunista, il consigliere regionale Pietrangelo Pettenò, l’ex capogruppo in Comune a Venezia Sebastiano Bonzio e al segretario provinciale veneziano Renato Cardazzo. In lista con la Moretti ci sono anche il cantautore Massimo Bubola, veronese, che ha collaborato con Fabrizio De André e correrà a Verona, Sara Simeoni, ex atleta di salto in alto e vincitrice della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca e Laura Roveri, la giovane di Nogara che venne aggredita dall’ex fidanzato con 15 coltellate lo scorso anno. A sostegno della Moretti arriva anche un pezzo di vecchia Lega. “Uniti per il Progetto Veneto Autonomo” ha deciso i sostenere la renziana Moretti. Capolista è Santino Bozza che ha una storia singolare: da consigliere regionale venne espulso dal Carroccio nel 2013 per aver contestato l’allora segretario regionale Flavio Tosi e aver presentato un esposto che dette il via all’inchiesta sui rimborsi. Ora sostiene di “non aver tradito” perché è la Lega che ha tradito. Ma in un tempo non lontano, nel 2012, alla Zanzara aveva espresso tutto il suo disprezzo per i gay al motto “Purtroppo esistono: sono malati, diversi, sbullonati. Se li vedo baciarsi, sputo a terra per lo schifo”. Acqua passata per la Moretti, che non disdegna l’appoggio in salsa autonomista. Tra i candidati minori che corrono in autonomia puntando a superare la soglia di sbarramento del 3% la lista di sinistra L’altro Veneto (Rifondazione, Comunisti Italiani e altre liste) che candida Laura Di Lucia Coletti, il leader veneziano di Forza Nuova Sebastiano Sartori.