Si tratta dell'ex parlamentare ed ex sindaco di Pianella Giorgio D’Ambrosio, consigliere regionale mancato d’un soffio. E' imputato in un processo bis sull'acqua contaminata e cancerogena distribuita a 700mila abruzzesi. Scoppia la polemica, lui si difende: "non sono Vallanzasca"
E’ imputato a Pescara in un processo bis sull’acqua contaminata e cancerogena distribuita a 700mila abruzzesi. Ma Giorgio D’Ambrosio è riuscito a ricevere la nomina di presidente di Ecologica, la società a maggioranza pubblica che gestisce lo smaltimento dei rifiuti in ciità e dintorni. Ex sindaco di Pianella, consigliere provinciale e segretario regionale della Margherita, nonché parlamentare dell’Ulivo, il nuovo D’Ambrosio è inoltre stato presidente dell’Ato, ente di controllo per il servizio idrico, e proprio in quella veste è imputato con un’accusa pesantissima (stralcio del processo Bussi): quella di avere erogato acqua contaminata e cancerogena a 700 mila ignari cittadini abruzzesi. Nel 2012 il suo coinvolgimento in un’altra inchiesta: secondo l’accusa, avrebbe comprato la sua Laurea in Economia e management all’università D’Annunzio di Pescara sborsando decine di migliaia di euro a un docente complice. Anche le spese pazze dell’Ato sono finite nel mirino degli inquirenti: l’ente ha accumulato una montagna di debiti. Solo nel 2014 l’uomo politico dalla parlata un po’ rustica è stato espulso dal Pd, di cui era stato a lungo uno dei più imponenti collettori elettorali. Ma D’Ambrosio non s’è perso d’animo, e si è trasferito, voti e bagagli, nel Centro Democratico di Tabacci. Nel frattempo ha ripreso il suo incarico al Comune di Pescara come impiegato di sesto livello, dopo decenni di aspettativa.
La sua nomina a presidente di Ecologica non è stata un incidente di percorso ma è stata ampiamente voluta. Su quella poltrona lo hanno nominato i rappresentanti di Ambiente spa (la società pubblica che si occupa della raccolta dei rifiuti nella provincia di Pescara) e quelli della Deco spa (che è privata). Presidente della prima è Massimo Sfamurri: in buona parte pare lo abbia voluto lui, D’Ambrosio. Sfamurri viene dai Ds. Del nuovo Cda con D’Ambrosio fanno parte Stanislao Capone, segretario del Pd di Spoltore, Claudia Tatone di Cappelle sul Tavo e l’ex sindaco di Corvara, Danilo Di Costanzo. I maligni parlano di un’accolita di “trombati” della politica minore, per lo più di area Pd.
E ora quel nome sta sollevando perplessità e polemiche. “Una scelta non felice. Evidentemente D’Ambrosio non comprende che i tempi sono cambiati, che nei territori c’è una sensibilità diversa. C’è da discutere ciò che lui rappresenta, quel tipo di politica” sostiene Antonio Di Marco, presidente Pd della Provincia di Pescara. Parole rintuzzate così da D’Ambrosio: “Ma chi sono, Vallanzasca? Finora Di Marco aveva fatto carriera politica grazie a me, poi è stato eletto alla provincia grazie a D’Alfonso, quindi deve stare solo zitto”. “Incredibile ma vero. A nominarlo sono stati gli amici di partito del cda. Una sorta di premio di consolazione – commenta Maurizio Acerbo, di Rifondazione comunista -. Il povero D’Ambrosio era in crisi di astinenza e non poteva essere lasciato senza un nuovo giocattolo da maneggiare. Il Pd abruzzese e pescarese ormai non conosce la decenza. Mettere a capo di una società che si chiama Ecologica un imputato per gravi reati in materia di salute e ambiente è il segno che pensano di poter fare quello che gli pare”. Contro la nomina si è schierato anche il sindaco di Pescara Marco Alessandrini, del Partito democratico: “Apprendo con estremo stupore della nomina di Giorgio D’Ambrosio. Il Comune di Pescara non è stato minimamente coinvolto in quello che dovrebbe essere un processo trasparente, con l’obiettivo di individuare persone con spiccate competenze, capacità professionali e specchiata moralità. Mi riservo di verificare la correttezza delle procedure seguite, con l’eventualità di adire le vie legali. Una nomina del genere è evidentemente contraria allo spirito dei tempi”.