Guarda te se per colpa di una contingenza mi tocca mettermi a difendere Fedez e J-Ax. Lo faccio, senza se e senza ma, perché credo che quanto letto nei giorni scorsi gridi vendetta, e lo dice uno che non è giornalista, quindi volendo potrebbe anche fregarsene di quella cosetta chiamata deontologia professionale. Questi i fatti, Fedez, uno che sui social si muove con una grande abilità, difende le ragioni dei No Expo a ridosso della prima manifestazione, quella degli studenti, tenutasi il 30 aprile. Lo fa in maniera retorica, come sempre quando si ritrova, non certo suo malgrado, a cavalcare un’onda, ma lo fa in maniera precisa. Scrive dei luoghi imbrattati dai manifestanti, e spiega perché quei luoghi non siano stati colpiti casualmente, dove stava l’attinenza tra banche e agenzie di lavoro interinale e Expo, e del perché per chi vede all’Expo come una fiera inutile, colpire simbolicamenete quei posti, ha un senso.
Subito si scatena una polemica in rete, con gente come Filippo Facci o Nicola Porro, che non perdono occasione per non mettersi in mostra nel peggio di loro. Il giorno dopo c’è la vera manifestazione No Expo, come ben sappiamo, e ci sono i black bloc che vengono lasciati liberi, si suppone da Prefetto e Ministro degli interni, di colpire Milano. Fanno quel che fanno. Liberamente. Si scatena l’inferno. Non tanto o non solo su Milano, ma su Fedez, reo, a dire di alcuni raffinati analisti di cose di questo mondo, di essere il cattivo maestro che ha ispirato i figuri di nero vestiti. L’elenco di giornalisti e politici che attaccano Fedez, e di conseguenza il suo socio J-Ax, è troppo lungo e avvilente da essere riportato.
Lui, per una volta, non riesce a stare sul pezzo. È giovane, e le accuse stavolta sono pesanti. Prende le distanze dagli atti violenti, ma in un modo non molto composto, sembra quasi che voglia ritrattare. Arrivano i soliti noti ad attaccarlo. Ci sguazzano. Il suo socio lo difende, ma i detrattori sono la maggior parte. Fedez compatta le fila e risponde con un video. Qualcuno tende ad accomunarlo al tipo Minchia Boh, il ragazzotto che si è lasciato prendere dall’entusiasmo per gli scontri, quello di Facciamo bordello. Fedez è altra cosa, però. Risponde, per mezzo di un video.
J-Ax, nel mentre, l’ha fatto dal palco del Primo Maggio romano. Solo che le acque si sono confuse. Milano è tutto un rialzarsi orgogliosamente. C’è chi ritiene che sia il caso di ripulire la città, per ripartire. Per “la città” si intende la porzione di città colpita dai black bloc, ché la scritta Buongiorno principessa che da anni campeggia sulla parete del palazzo di fronte a casa mia è sempre lì. Nessunotocchimilano è l’hashtag.
La cosa parte bene, poi scivola inesorabilmente in una retorica tutta milanese dell’operosità, del rimboccarsi le maniche, del non accorgersi che magari nel mentre, fuori dall’Area C, succedono altre cose, anche più gravi, tipo le cariche della polizia di Bologna, che però non sembra indignare nessuno. Ci sono le spugne, Pisapia e i selfie. E c’è Fedez, attaccato dai tipi del COISP, il sindacato di polizia che già in passato si era messo in bella mostra per gli attacchi alla madre di Aldrovandi, che gli da dell’invertito su Twitter. Lo dico mentre a me, per dire, Gasparri, dà del demente.
Il vicepresidente del Senato mi ha appena dato del demente pic.twitter.com/9msgOTObm3
— Michele Monina (@MoninaMichele) 2 Maggio 2015
In questi strani tempi funziona così, si vede. A questo punto non si può vacillare, neanche un attimo. Tocca schierarsi dalla parte di Fedez, senza se e senza ma, e dalla parte di J-Ax, perché loro ci mettono la faccia, anche a rischio di perdere parte del proprio pubblico. È triste, anzi, che a metterci la faccia siano proprio due rapper, a detta di chi scrive neanche eccessivamente capaci. È triste perché dovrebbero essere altri a mettercela, la faccia. Gli intellettuali, magari, che però sono stati annichiliti da quarant’anni di berlusconismo, di “con la cultura non ci si mangia”, di “questo si definisce un intellettuale, figurati”. I politici, anche, ma qui si sfonda una porta aperta.
Così eccomi qui, a dire, io sto con Fedez. Io sto con J-Ax. Ci sto meno quando vanno ospiti ad Amici (la De Filippi, per altro, ha un tempismo impressionante), o quando fanno i giudici a The Voice, perché la coerenza artistica, in quei casi, mi sembra meno lineare. Ma nessuno osi toccarli quando ci mettono la faccia e provano, a loro spese, a difendere chi magari motivi di protestare contro l’Expo ce l’ha, eccome. Ho apprezzato Emma Marrone che ha minacciato querele al Movimento Sociale Fiamma Tricolore di Reggio Calabria per averla fatta passare per una nostalgica di Mussolini, figuriamoci se non difendo pubblicamente, senza se e senza ma, Fedez e J-Ax che indicano la luna col dito medio. In molti, magari, guarderanno il dito, invece che la luna, e sarà la volta buona che andranno a quel paese.