Il 78% dei giovani è un fruitore abituale di siti pornografici. L’accesso a internet dagli smartphone ha incrementato ulteriormente la frequentazione, con quasi otto giovani tra 18 e 20 anni su 10 che frequentano questi siti. È quanto rivela uno studio redatto dal gruppo di ricerca coordinato dal professor Carlo Foresta, dell’Università di Padova, che da oltre dieci anni studia le ricadute delle frequentazioni dei siti pornografici da parte dei giovani di età compresa tra i 18 e i 20 anni, analizzate nell’ambito di un progetto andrologico permanente, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista americana International Journal of Adolescent Medicin Health.
Gli intervistati hanno dichiarato che la frequentazione dei siti pornografici varia da qualche volta al mese (29%) a più volte a settimana (63%), ogni giorno o più volte al giorno (8%), con una permanenza in media di 20-30 minuti. Il 10% dei frequentatori ha dichiarato che entrare in quel genere di siti diventava spesso un’abitudine, ritenuta dal 10% di loro una dipendenza. Lo studio ha evidenziato un dato preoccupante: i comportamenti sessuali dei giovani che frequentano i siti pornografici per più volte alla settimana risulta essere compromesso nel 25% dei casi. Negli accaniti frequentatori è stata riscontrata un’importante riduzione del desiderio sessuale (16%), un aumento delle eiaculazioni precoci (4%), fino a disturbi della eiaculazione (4%).
La comparazione con i dati relativi al 2004 – realizzata in collaborazione con la Fondazione Foresta Onlus -, ha evidenziato un forte incremento nella frequentazione dei siti porno da parte dei giovani. I maggiori frequentatori risultano essere fumatori (55% dei frequentatori rispetto al 40% per i non frequentatori) e figli unici, con nuclei familiari impiegati in attività lavorative, pertanto con lunghi periodi di solitudine domestica. La frequenza dei collegamenti ai siti pornografici allontana significativamente i giovani dalle esperienze reali e soprattutto riduce significativamente l’abitudine alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse (rapporti protetti 25% rispetto al 55% dei controlli). “Il giovane di adesso impara a usare le tecnologie già da piccolo – ha spiegato Carlo Foresta, che ha coordinato lo studio – questa maggiore disponibilità di mezzi, unità anche all’offerta di siti aumentata, ha fatto sì che i fruitori abituali siano raddoppiati in un lasso di tempo relativamente breve”.