Imprenditori e privati cittadini hanno presentato esposti in diverse procure: lamentano di essere stati indotti a far causa alle banche sulla base di conteggi "inattendibili e incompleti”. Il centro, già sanzionato dall'Antitrust per pubblicità ingannevole, vanta poi l'uso di un software certificato dall'università di Bologna, che però nega. Al contrario collabora con la discussa Università popolare di Milano, in cuiricoprono ruoli di vertice i suoi fondatori
È una società che dice di difendere imprenditori e gente comune dalle pratiche di usura e di anatocismo delle banche. Ma ora contro Sdl Centrostudi si sono rivoltati proprio alcuni di questi imprenditori e privati cittadini, un tempo suoi clienti per le cause contro gli istituti di credito. Perizie pagate più di 2mila euro ma poco attendibili, assistenza legale affidata ad avvocati che poco sanno di diritto bancario, obblighi contrattuali non rispettati. Queste alcune delle accuse contenute negli esposti presentati in diverse procure. “Sono stata indotta a procedere in giudizio sulla base di conteggi assolutamente inattendibili e incompleti”, racconta per esempio l’imprenditrice Deborah Betti, che ha depositato una denuncia a Monza. Parole simili si leggono nelle carte inviate da altri due ex clienti alla procura di Livorno e a quella di Ravenna. Elio Lannutti, presidente dell’associazione dei consumatori Adusbef, aggiunge: “Abbiamo presentato esposti per una decina di nostri associati in diverse procure, tra cui Roma e Milano”.
Sdl Centrostudi è una realtà piuttosto nota nella lotta a usura e anatocismo. In passato ha stipulato convenzioni con ordini professionali, associazioni di categoria e persino con lo Stato maggiore della Difesa per fornire tutela al personale delle Forze Armate. Il suo giro di affari, grazie soprattutto alla vendita di perizie su conti correnti e contratti di mutuo, è cresciuto velocemente fino ai 26,2 milioni di ricavi del 2013 (ultimo bilancio disponibile), con un utile di 3,2 milioni. A ottobre ilfattoquotidiano.it ha dato conto di un report di Sdl sull’usura praticata dalle banche, in cui si sostiene che il 99% di 47mila conti correnti analizzati dalla società è affetto da usura o anatocismo. Due mesi dopo Sdl è stata sanzionata dall’Antitrust con una multa da 100mila euro per “pubblicità ingannevole”.
E ora sono arrivati gli esposti. In alcuni si fa riferimento alla tesi portata avanti da legali e da commerciali legati a Sdl, secondo cui per verificare il superamento della soglia di usura in un contratto di mutuo bisogna sommare il tasso di mora con quello degli interessi corrispettivi. Tesi che, sebbene sia stata accettata da alcuni giudici, ultimamente trova sempre più difficoltà a essere accolta, come dimostrano due recenti sentenze dei tribunali di Torino e Padova, che hanno condannato per lite temeraria chi ha fatto causa alla banca su questo presupposto. Ma non è solo il comportamento di commerciali e legali a essere messo sotto accusa negli esposti. In alcuni contratti, infatti, si fa riferimento a un software per le analisi delle perizie “certificato dal dipartimento di Economia dell’università di Bologna”. Ma gli uffici dell’ateneo, contattati da ilfattoquotidiano.it, fanno sapere che “un dipartimento così denominato non esiste e dalle prime verifiche effettuate non risulta che altri dipartimenti abbiano certificato un software per Sdl”.
I legami con l’università diffidata dal ministero – In altri casi Sdl ha invece sostenuto di avere una certificazione dell’Università popolare di Milano, un istituto con sede in corso Buenos Aires che dovrebbe rientrare nella tradizione delle università popolari, quali sono per esempio quelle della Terza età. Ma sul proprio sito l’istituto propone corsi di laurea e master in diverse discipline. Contattato da ilfattoquotidiano.it, il ministero dell’Istruzione fa sapere in una nota che tale università “millanta (…) l’autorizzazione a rilasciare titoli accademici aventi valore legale in Italia”, di averle già intimato “di desistere da ogni iniziativa volta a rilasciare titoli” e di avere presentato nel 2013 una denuncia in procura. Prorettore dell’università è Stefano Pigolotti, uno dei due soci fondatori di Sdl. Tra i professori c’è Serafino Di Loreto, l’altro socio fondatore. Da una parte, insomma, Sdl vanta un software certificato, dall’altra chi lo certifica, quando va bene, è una discussa università dove ricoprono ruoli importanti i suoi stessi vertici.
La rete commerciale di Sdl – Nell’ultimo periodo Di Loreto è finito sulle cronache locali e sportive per l’intenzione di Sdl di rilevare il Mantova, squadra di calcio della Lega Pro. Una delle prime cose che racconta quando lo incontri è di avere fondato Sdl dopo il suicidio di un suo cliente, che non riusciva più a rientrare del debito con la banca: “Ma dopo la sua morte mi sono accorto che in realtà era la banca che doveva soldi a lui”, sostiene con le lacrime agli occhi. Dice di venire da un’esperienza professionale nel ramo delle assicurazioni. Ma, se non glielo chiedi, omette di avere fatto formazione – “come fornitore di servizi” sottolinea – a chi lavorava per la Star Service International, società finita in passato al centro di polemiche e interrogazioni parlamentari per la vendita di assicurazioni previdenziali effettuata attraverso il multilevel marketing, una strategia spesso simile alle catene di Sant’Antonio. Qualcosa di analogo al sistema con cui Sdl vende le perizie? No, secondo Di Loreto, visto che “vocazione del multilevel marketing è quella di vendere a persone che aderiscono all’organizzazione”. Se questo non è il caso di Sdl, va comunque detto che la sua rete di vendita è molto estesa, con buona parte delle figure commerciali contrattualizzate come ‘procacciatori di affari’ e organizzati in una struttura piramidale divisa in livelli, ognuno con diverse provvigioni.
Responsabile della rete commerciale, oltre che membro del cda di Sdl, è Pierfelice Minoia, anche lui con un passato di collaborazione con la Star Service International. E un’esperienza da direttore generale della Magum Real Estate, società svizzera già finita sui giornali per la vendita sulla carta di alloggi di lusso a Dubai, la cui realizzazione non è ancora avvenuta sebbene dovesse essere ultimata per il 2009. Tra le società che facevano da collegamento con i clienti italiani beffati c’era la VVV Real Estate, oggi in liquidazione. Dalle visure camerali per VVV risulta una sede allo stesso indirizzo di Mazzano (Brescia) dove oggi c’è Sdl. Circostanza di cui Di Loreto dice di non sapere nulla: “Da quando qui c’è Sdl, loro non ci sono mai stati”. Contatti con il titolare di quella società? “Mi invitarono a Dubai e mi offrirono un contratto di consulenza. Ma non accettai”.
Twitter @gigi_gno
luigi.franco.lf@gmail.com
AGGIORNAMENTO
Segnaliamo che il Tribunale di Brescia ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di Stefano Pigolotti, in ordine ai fatti descritti nell’articolo e a lui imputati nel processo, per remissione tacita della querela