Il presidente degli Stati Uniti ha parlato davanti a una platea di studenti di colore nel Bronx: "Quello che succede non è giusto". Mentre il capo della Casa Bianca parlava, Fox News diffondeva la notizia secondo cui la polizia avrebbe aperto il fuoco contro un afroamericano nello stesso punto dove la settimana scorsa sono esplose le violenze in seguito alla morte di Freddie Gray. Dopo la smentita, l'emittente si è scusata
“Ci sono giovani fermati dalla polizia e fatti fuori senza motivo”. Parola di Barack Obama, che è tornato ad affrontare il delicato argomento dell’uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine davanti agli studenti del Lehman college nel Bronx, a New York, al cospetto di una platea composta in maggioranza da ragazzi di colore. “Non c’è dubbio”, ha aggiunto, “che le minoranze sono trattate diversamente: afroamericani, asiatici, latinos. Questo non è giusto”. “Dopo la mia presidenza – la promessa del capo della Casa Bianca – continuerò a lottare per la questione razziale e contro le diseguaglianze sociali, a partire dalle disparità di reddito“.
“Da Baltimora a Ferguson a New York ci sono comunità in cui i giovani non hanno abbastanza lavoro, non hanno opportunità – ha detto ancora il presidente degli Stati Uniti – l loro famiglie sono le più colpite dalla crisi. E molti si ritrovano in prigione per reati minori legati all’uso di stupefacenti o per episodi non violenti. Giovani che avrebbero bisogno non del carcere, ma di più scuole di un’istruzione di migliore qualità, e di maggiori servizi”. “E’ una nostra responsabilità che tutti i giovani siano sicuri, istruiti e preparati ad affrontare il futuro”, ha aggiunto Obama, sottolineando come “la posta in gioco è alta: “Non serve solo celebrare principi come la giustizia è uguale per tutti o diritti per tutti. Siamo il paese più ricco della Terra, e abbiamo il dovere di combattere le diseguaglianze e di alleviare la condizione dei più disagiati”.
Parole nette quelle di Obama, che fanno seguito a quelle pronunciate il 29 aprile: “Non è un caso isolato. Troppe morti sono ormai legate all’azione della polizia”, affermava il capo della Casa Bianca commentando la morte di Freddie Gray, 25enne nero arrestato dalla polizia il 12 aprile e morto una settimana dopo per una ferita alla colonna vertebrale. “Sfortunatamente – spiegava il capo della Casa Bianca parlando al popolare The Steve Harvey Morning Show – troppo spesso oramai vediamo queste morti collegate alla polizia”. “E ovviamente si comincia a riconoscere che non si tratta di incidenti isolati, a Ferguson come a New York, ma di una questione più generale”, diceva ancora il presidente americanUsa, per il quale la soluzione sta “in un impegno di tutti noi, dell’intera società e non solo della polizia o del Dipartimento di giustizia. Certo, non sono problemi che si risolvono in una notte. Richiedono attenzione e perseveranza”.
Più o meno negli stessi minuti in cui Obama parlava a New York, Fox News diffondeva la notizia secondo cui la polizia avrebbe aperto il fuoco contro un afroamericano nello stesso punto dove la settimana scorsa sono esplose le violenze in seguito alla morte di Freddie Gray. “Le notizie secondo cui è stato sparato ad un uomo tra North e Pennsylvania avenue non sono vere. I poliziotti hanno arrestato un uomo con una pistola”, ha smentito su Twitter la polizia della città del Maryland. E l’emittente si è scusata con i telespettatori: “A nome di Mike Tobin (il giornalista che aveva riferito la notizia, ndr) e del resto del personale di Fox News, sono molto dispiaciuto per l’errore, e felice che siamo riusciti a correggerlo velocemente”, ha spiegato il presentatore Shepard Smith in diretta.
Si tratta, in ogni caso, di un episodio ancora da chiarire del tutto e che comunque rischia di far alzare nuovamente la temperatura in una città che solo la settimana scorsa è stata devastata dalle proteste per la morte di Gray. Morte della quale dovranno ora rispondere sei agenti incriminati. E le immagini ci mostrano molta agitazione nelle strade di Baltimora, con gli agenti impegnati a controllare diversa gente di colore in strada.