Cultura

Biennale di Venezia 2015, scandali, atmosfera noir e sarcasmo alla mostra Sweet Death

Tante le opere in mostra per questa 56ma edizione a partire dal 9 maggio, giorno dell’apertura al pubblico, presso l’Officina delle Zattere, Fondamenta Nani, Dorsoduro 947, Venezia. La mostra durerà sette mesi e chiuderà il 22 novembre 2015

di F. Q.

Ovviamente non ci si poteva aspettare una mostra minimale dal Padiglione Nazionale Guatemala, rappresentato e diretto nella 56ma Biennale di Venezia da Daniele Radini Tedeschi. Sweet Death, questo è il titolo, si profila come una rassegna all’insegna dell’eccesso. Il Guatemala era dal lontano 1954 che non partecipava come padiglione autonomo alla prestigiosa manifestazione e si può ben dire che questo sia un ritorno eclatante e attesissimo, all’insegna di una grande mostra attenta alla teatralità e al coinvolgimento emozionale del pubblico, attraverso la selezione di opere dal linguaggio immediato e provocatorio…insomma quello che piace alla gente più che agli accademici.

Effettivamente le operazioni curatoriali del direttore artistico di tutta la Biennale, Okwui Enwezor, sono state concettuali, sociali e morali, quasi opposte a quelle della precedente gestione di Massimiliano Gioni della 55. Edizione; conseguenza di tale approccio, ne è stato un adeguamento generale di tutte le partecipazioni nazionali, declinate su posizioni affini a quelle del tema All the World’s Futures. La risposta invece di Radini Tedeschi si è dimostrata tra le più curiose: Sweet Death, ovvero l’augurio che possa almeno verificarsi una “dolce morte” per l’ultimo futuro del mondo. Onnipresenti in mostra le continue citazioni del cimitero maya del Guatemala (cimitero di Chichicastenango) con le lapidi e le cappelle colorate e variopinte, quasi per esorcizzare la morte; poi Barbie, personaggi Disney, icone e simulacri, star del cinema di Luchino Visconti (dalla “morte in Guatemala” si passa alla Morte a Venezia, non a caso) ritratte nel loro decadimento fisico, ammiccamenti alla moda con il suo star system (Moschino, Alexander McQueen e Jean Paul Gaultier) e al gusto dannunziano, il tutto per testimoniare l’eterno ritorno della Decadenza, passata dalla Café Society alla Cocktail Society, foriera quindi di nuove forme del dandysmo, quasi a voler alludere ad una Dolce Morte e al suo doppio della Dolce Vita.

Innanzi tutto si evince come la scelta di ogni opera sia frutto di un’unica regia, capace di inventare un percorso mondano e rococò, grazie ad una ridondante teatralità e ad uno stile sontuoso basato da un lato sulla parodia irriverente dell’arte contemporanea, dall’altro su di una uniformità linguistica riconoscibilissima.

Grande testimone del Guatemala è l’artista Mariadolores Castellanos, autrice di inquietanti e meravigliose sculture descriventi sembianze umane trasfigurate, a metà tra le bambole e gli idoli sacri, perfette nella loro ieratica simmetria rituale; da notare anche l’imponente scultura di Max Leiva atta a raffigurare un uomo incappucciato e senza volto, Giordano Bruno è il suo nome, in balia tra la vita e la morte, tra il tramonto della conoscenza e gli albori dell’angoscia. Tra le collaborazioni italiane del Padiglione si segnalano due curiose opere, una di Garullo&Ottocento e l’altra di Paolo Residori.

La prima rappresenta la scultura di Silvio Berlusconi disteso in una urna-bara di vetro, come un santo, a voler significare la fine della Seconda Repubblica attraverso l’immagine di uno dei leader più rilevanti che a mò di Biancaneve potrebbe destarsi dal sonno profondo; la seconda opera, intitolata Parsmoke, è una grande bottiglia di profumo a forma di clessidra ripiena di mozziconi di sigaretta e di vaselina durex, vero e proprio memento mori o vanitas, atto a significare la caducità e la precarietà del vizio (fumo) e del piacere (sesso). Ma queste sono soltanto piccolissime anticipazioni che si riveleranno nella loro completezza a partire dal 9 maggio 2015, giorno dell’apertura al pubblico della Biennale, presso l’Officina delle Zattere, Fondamenta Nani, Dorsoduro 947, Venezia. La mostra durerà sette mesi e chiuderà il 22 novembre 2015. Direttore Artistico e Commissario del padiglione: Daniele Radini Tedeschi. Espositori invitati: Sabrina Bertolelli, Mariadolores Castellanos, Max Leiva, Pier Domenico Magri, Adriana Montalto, Elmar Rojas, Paolo Schmidlin, Mónica Serra, Elsie Wunderlich, Collettivo La Grande Bouffe Collaboratori: Daniele Accossato, Monica Anselmi e Luigi Bianchini, Ennio Calabria, Luigi Citarrella, Teresa Condito, Maurizio Gabbana, Garullo & Ottocento, Carlo Guidetti, Marisa Laurito, Carmelo Leone, Carlo Maltese, Carlo Marraffa, Fatima Messana, Paolo Residori, Salvatore Ruggeri, Jucci Ugolotti. Sito: www.biennaleguatemala.com

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