“A me non piace questa tecnica legislativa che per non mettere mano alla legge sulla prescrizione aumenta le pene“. Così il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, in audizione davanti la commissione Giustizia della Camera ha criticato il disegno di legge anticorruzione, già approvato dal Senato. “Se non si mette mano alla prescrizione rischiamo di bruciare tantissimi processi, soprattutto in questa materia, dove la scoperta del fatto avviene ad anni di distanza dalla sua commissione”, ha spiegato il magistrato. Che ha in parte bocciato anche l’articolo sul falso in bilancio, bollando come “risibile” la scelta di “inserirvi la parola ‘materiali‘ come se esistessero anche dei fatti immateriali”.
Il riferimento è alla formulazione che prevede pene da uno a cinque anni per amministratori, dirigenti, sindaci e liquidatori che “al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, previste dalla legge, consapevolmente espongono fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero ovvero omettono fatti materiali rilevanti la cui comunicazione è imposta dalla legge”. La terminologia, ha spiegato Greco, deriva dall’inglese, solo che la traduzione è sbagliata: “Già nel 2002 il legislatore dovendo giustificare le soglie aveva mutuato dall’inglese la parola ‘material fact’, ma in inglese la parola ‘material’ significa ‘rilevante‘. Una tecnica legislativa che mi sembra un po’ superficiale“. In via generale comunque Greco si è detto “abbastanza d’accordo con la struttura della norma”: “Ci sono alcuni problemi ma credo che siano superabili con l’interpretazione, non credo quindi che sia particolarmente necessario intervenire con modifiche”.
Tuttavia, ha concluso il procuratore, “sul discorso della corruzione dovrà essere fatta prima o poi una riflessione più complessiva perché ho la sensazione che si sia analizzato poco come è cambiata la corruzione dai tempi di Mani pulite ad oggi”. Una riflessione simile è arrivata anche da Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, che ha aperto alla possibilità di introdurre anche in Italia “la figura dell’agente provocatore“: “Non è assolutamente scandaloso”, anche se “sarei un po’ cauto nell’adottare sistemi che vengono dal mondo anglosassone dove l’agente provocatore è colui che va materialmente a provocare offrendo la tangente. Credo invece che ci sarebbe uno spazio per prevedere meccanismi che riguardano l’utilizzo dell’agente sotto copertura, che svolgerebbe una funzione di comprensione dall’interno dei meccanismo dell’attività associativa”.
Cantone ha espresso giudizio positivo sulla previsione di “una ottima attenuante per chi svolge una collaborazione concreta con la giustizia”, una “norma utile per far emergere dall’oscurità fatti di corruzione”. Mentre ha chiesto una “riflessione” sulla punizione dell’associazione a delinquere di stampo mafioso, “che resta un reato di pericolo, ma che viene punito più gravemente del delitto dell’omicidio“. Il che sembra un “inasprimento eccessivo“. Stesso discorso per la norma “che subordina il patteggiamento alla restituzione integrale del profitto del reato, che sicuramente è moralmente giustificabile, rischia però di rappresentare un limite a uno strumento che, soprattutto nei reati contro la Pubblica amministrazione, è particolarmente utile, anche perché la restituzione integrale del prezzo profitto del reato non è assolutamente semplice da individuare”.
Giustizia & Impunità
Ddl Anticorruzione, Greco: ‘Metter mano a prescrizione invece di aumentare pene’
Il procuratore aggiunto di Milano, in audizione alla Camera, ha in parte bocciato anche l'articolo sul falso in bilancio: "Risibile" e indice di "tecnica legislativa un po' superficiale" il riferimento a "fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero", che deriva da un errore di traduzione. Il presidente dell'Anticorruzione Cantone ha invece detto che "subordinare il patteggiamento alla restituzione integrale del profitto del reato rappresenta un limite"
“A me non piace questa tecnica legislativa che per non mettere mano alla legge sulla prescrizione aumenta le pene“. Così il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, in audizione davanti la commissione Giustizia della Camera ha criticato il disegno di legge anticorruzione, già approvato dal Senato. “Se non si mette mano alla prescrizione rischiamo di bruciare tantissimi processi, soprattutto in questa materia, dove la scoperta del fatto avviene ad anni di distanza dalla sua commissione”, ha spiegato il magistrato. Che ha in parte bocciato anche l’articolo sul falso in bilancio, bollando come “risibile” la scelta di “inserirvi la parola ‘materiali‘ come se esistessero anche dei fatti immateriali”.
Il riferimento è alla formulazione che prevede pene da uno a cinque anni per amministratori, dirigenti, sindaci e liquidatori che “al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, previste dalla legge, consapevolmente espongono fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero ovvero omettono fatti materiali rilevanti la cui comunicazione è imposta dalla legge”. La terminologia, ha spiegato Greco, deriva dall’inglese, solo che la traduzione è sbagliata: “Già nel 2002 il legislatore dovendo giustificare le soglie aveva mutuato dall’inglese la parola ‘material fact’, ma in inglese la parola ‘material’ significa ‘rilevante‘. Una tecnica legislativa che mi sembra un po’ superficiale“. In via generale comunque Greco si è detto “abbastanza d’accordo con la struttura della norma”: “Ci sono alcuni problemi ma credo che siano superabili con l’interpretazione, non credo quindi che sia particolarmente necessario intervenire con modifiche”.
Tuttavia, ha concluso il procuratore, “sul discorso della corruzione dovrà essere fatta prima o poi una riflessione più complessiva perché ho la sensazione che si sia analizzato poco come è cambiata la corruzione dai tempi di Mani pulite ad oggi”. Una riflessione simile è arrivata anche da Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, che ha aperto alla possibilità di introdurre anche in Italia “la figura dell’agente provocatore“: “Non è assolutamente scandaloso”, anche se “sarei un po’ cauto nell’adottare sistemi che vengono dal mondo anglosassone dove l’agente provocatore è colui che va materialmente a provocare offrendo la tangente. Credo invece che ci sarebbe uno spazio per prevedere meccanismi che riguardano l’utilizzo dell’agente sotto copertura, che svolgerebbe una funzione di comprensione dall’interno dei meccanismo dell’attività associativa”.
Cantone ha espresso giudizio positivo sulla previsione di “una ottima attenuante per chi svolge una collaborazione concreta con la giustizia”, una “norma utile per far emergere dall’oscurità fatti di corruzione”. Mentre ha chiesto una “riflessione” sulla punizione dell’associazione a delinquere di stampo mafioso, “che resta un reato di pericolo, ma che viene punito più gravemente del delitto dell’omicidio“. Il che sembra un “inasprimento eccessivo“. Stesso discorso per la norma “che subordina il patteggiamento alla restituzione integrale del profitto del reato, che sicuramente è moralmente giustificabile, rischia però di rappresentare un limite a uno strumento che, soprattutto nei reati contro la Pubblica amministrazione, è particolarmente utile, anche perché la restituzione integrale del prezzo profitto del reato non è assolutamente semplice da individuare”.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.