E' stato il Gabibbo ad annunciare le motivazioni che hanno portato alla sospensione dei due storici inviati del Tg satirico: “Abbiamo acclarato che il caso di qualche tempo fa della maga sudamericana non esiste e anche il caso del falso avvocato era una messa in scena. A noi già questo basta”. I due fanno sapere di aver sempre "assecondato gli autori del programma nella scelta e nelle modalità di esecuzione dei servizi stessi"
Il colmo per un inviato di Striscia? Essere licenziato per aver realizzato servizi falsi. Non è una pessima barzelletta, ma il motivo per cui Fabio e Mingo, gli inviati pugliesi del Tg satirico, sono stati allontanati dalla trasmissione. Lo ha spiegato ieri sera, nel corso del programma, il solito Gabibbo, che già qualche settimana fa aveva annunciato la sospensione dei due storici inviati di Antonio Ricci: “Abbiamo acclarato che il caso di qualche tempo fa della maga sudamericana non esiste e anche il caso del falso avvocato era una messa in scena. A noi già questo basta”.
A Striscia sono sicuri, dunque, che due dei volti storici della trasmissione abbiano di fatto preso in giro telespettatori e autori e, cosa ancora più grave, abbiano acchitato alcuni falsi scoop. È davvero l’accusa più infamante per chi da anni ha interpretato il ruolo di paladino contro ingiustizie, soprusi, sprechi e truffe. Ma la vicenda potrebbe non concludersi semplicemente con il licenziamento di Fabio e Mingo. È sempre il Gabibbo, infatti, a paventare l’ipotesi di “azioni legali per accertare le responsabilità”.
E dopo un lungo e imbarazzato silenzio, a stretto giro è arrivata anche una criptica e allusiva replica di Fabio e Mingo: “Ci meravigliamo per il contenuto delle frasi riportate dal Gabibbo nella trasmissione di questa sera, in quanto noi ci siamo sempre prodigati per rendere al meglio la nostra prestazione di attori nell’ambito dei servizi, prodotti esclusivamente nel rispetto delle precise indicazioni ricevute assecondando, sempre, gli autori del programma nella scelta e nelle modalità di esecuzione dei servizi stessi”.
Il termine “attori” non sembra buttalo lì per caso, così come il riferimento finale a non meglio precisate “indicazioni ricevute dagli autori del programma”. Certo non basterà questa replica allusiva a far uscire dal pantano i due inviati storici di Striscia la Notizia. Dovranno, e probabilmente vorranno, spiegare con dovizia di particolari tutti i contorni di una vicenda che non sembra ancora essere stata svelata completamente. Di sicuro, per adesso, c’è che Fabio e Mingo, dopo anni di onorato servizio alla corte di Antonio Ricci, sono stati licenziati in tronco (e con disonore). Se fossero ancora in servizio, a questo punto dovrebbero autoconsegnarsi il famoso “Provolone”, che per anni hanno usato come riconoscimento sfottente per truffatori, politici lassisti e furboni di ogni specie.