Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la nuova legge elettorale. La riforma era stata approvata definitivamente lunedì 4 maggio con 334 voti a favore e 61 contrari (le opposizioni sono uscite in blocco). L’Italicum entrerà in vigore dal primo luglio 2016. Il presidente, secondo fonti del Quirinale citate dalle agenzie di stampa, ha promulgato la riforma senza porre note o osservazioni. Il capo dello Stato quindi non ha rilevato difetti sotto il profilo costituzionale nel testo uscito dal Parlamento e il suo giudizio vale doppio anche sotto il profilo tecnico, visto che da un lato Mattarella era giudice della Corte costituzionale quando questa bocciò il Porcellum e dall’altro è l’autore della legge elettorale con la quale si è votato dal 1994 al 2001, il Mattarellum, sistema che aveva tentato di semplificare il sistema politico italiano.
Il dubbio di alcuni giuristi riguardavano alcuni aspetti dell’Italicum che – si sosteneva – potevano ricordare la precedente legge elettorale, poi “svuotata” proprio dalla sentenza della Consulta del dicembre 2013. In particolare il riferimento era al premio di maggioranza e alle liste bloccate. Nel primo caso la sentenza della Consulta aveva sottolineato la necessità di una soglia per il premio di maggioranza (e la soglia nell’Italicum c’è, al 40%). Nel secondo caso denunciava la distorsione del rapporto tra elettori ed eletti, proponendo le alternative di liste più corte o liste bloccate solo per una parte, e la nuova legge elettorale sia liste corte (di 4-6 nomi) con i soli capilista bloccati. In questo senso i dubbi di legittimità costituzionale sarebbero superati.
In mattinata era stato il presidente del Consiglio Matteo Renzi a firmare il testo della legge.
La prima reazione è di Pippo Civati, deputato ed ex candidato alla segreteria del Pd, che proprio oggi, 6 maggio, ha ufficializzato la sua fuoriuscita sia dal gruppo parlamentare che dal Partito democratico. Secondo Civati – che ha votato no sia alla fiducia sia nello scrutinio finale – la firma del presidente della Repubblica “la davo per scontata, anche se secondo me la Consulta qualcosa da dire ce l’ha”.
Giura battaglia anche il Movimento Cinque Stelle. “Come previsto – scrive Danilo Toninelli, vicepresidente della commissione Affari costituzionali alla Camera – Mattarella ha firmato l’Italicum, proprio come Ciampi firmò il Porcellum. Non ci stracciamo di certo le vesti. Le strade per affossarlo sono più d’una”. “Prima fra tutte – indica il grillino – bocciare al Senato la schiforma del Senato a cui l’Italicum è vincolato da un legame di sangue. Subito dopo quella della campagna a favore del no al referendum confermativo in caso di approvazione della schiforma. Per finire con la strada dei ricorsi alla Corte Costituzionale”. Più duro il senatore Mario Michele Giarrusso: “Si avvia una presidenza oscura, non di garanzia per il Paese – dice a La Zanzara, su Radio24 – Mattarella non ha spina dorsale, ha rinnegato le stesse cose che aveva deciso come giudice della Corte Costituzionale. E’ supino a Renzi, non ha difeso la Carta come era suo dovere”. Per Giarrusso “l’Italicum è una legge infame. Mattarella si è reso complice della violenza contro la Costituzione, la firma non era un atto dovuto”.
Con la firma di Mattarella arriva anche la soddisfazione del presidente emerito e senatore a vita Giorgio Napolitano che sulla necessità di riforme istituzionali aveva fondato il suo sì al secondo mandato. “E’ un raggiungimento importante – dice – Io avevo detto quando fui rieletto che consideravo imperdonabile non aver fatto una nuova legge elettorale. Per fortuna questa volta non c’è bisogno di chiedere perdono”. Napolitano ha anche ricordato che l’Italicum “non è nato in un mese, ha impiegato più di un anno, c’è stata una commissione di studiosi per la ricerca di soluzioni, ci sono stati tanti confronti”.
Politica
Italicum, il presidente della Repubblica Mattarella ha firmato la legge elettorale
Fonti del Quirinale: “Promulgata senza note e osservazioni”. Civati: “La Consulta avrà qualcosa da ridire”. M5S: “Referendum, ricorso alla Corte, bocciatura riforme costituzionali. Tante le strade per affossarla”
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la nuova legge elettorale. La riforma era stata approvata definitivamente lunedì 4 maggio con 334 voti a favore e 61 contrari (le opposizioni sono uscite in blocco). L’Italicum entrerà in vigore dal primo luglio 2016. Il presidente, secondo fonti del Quirinale citate dalle agenzie di stampa, ha promulgato la riforma senza porre note o osservazioni. Il capo dello Stato quindi non ha rilevato difetti sotto il profilo costituzionale nel testo uscito dal Parlamento e il suo giudizio vale doppio anche sotto il profilo tecnico, visto che da un lato Mattarella era giudice della Corte costituzionale quando questa bocciò il Porcellum e dall’altro è l’autore della legge elettorale con la quale si è votato dal 1994 al 2001, il Mattarellum, sistema che aveva tentato di semplificare il sistema politico italiano.
Il dubbio di alcuni giuristi riguardavano alcuni aspetti dell’Italicum che – si sosteneva – potevano ricordare la precedente legge elettorale, poi “svuotata” proprio dalla sentenza della Consulta del dicembre 2013. In particolare il riferimento era al premio di maggioranza e alle liste bloccate. Nel primo caso la sentenza della Consulta aveva sottolineato la necessità di una soglia per il premio di maggioranza (e la soglia nell’Italicum c’è, al 40%). Nel secondo caso denunciava la distorsione del rapporto tra elettori ed eletti, proponendo le alternative di liste più corte o liste bloccate solo per una parte, e la nuova legge elettorale sia liste corte (di 4-6 nomi) con i soli capilista bloccati. In questo senso i dubbi di legittimità costituzionale sarebbero superati.
In mattinata era stato il presidente del Consiglio Matteo Renzi a firmare il testo della legge.
La prima reazione è di Pippo Civati, deputato ed ex candidato alla segreteria del Pd, che proprio oggi, 6 maggio, ha ufficializzato la sua fuoriuscita sia dal gruppo parlamentare che dal Partito democratico. Secondo Civati – che ha votato no sia alla fiducia sia nello scrutinio finale – la firma del presidente della Repubblica “la davo per scontata, anche se secondo me la Consulta qualcosa da dire ce l’ha”.
Giura battaglia anche il Movimento Cinque Stelle. “Come previsto – scrive Danilo Toninelli, vicepresidente della commissione Affari costituzionali alla Camera – Mattarella ha firmato l’Italicum, proprio come Ciampi firmò il Porcellum. Non ci stracciamo di certo le vesti. Le strade per affossarlo sono più d’una”. “Prima fra tutte – indica il grillino – bocciare al Senato la schiforma del Senato a cui l’Italicum è vincolato da un legame di sangue. Subito dopo quella della campagna a favore del no al referendum confermativo in caso di approvazione della schiforma. Per finire con la strada dei ricorsi alla Corte Costituzionale”. Più duro il senatore Mario Michele Giarrusso: “Si avvia una presidenza oscura, non di garanzia per il Paese – dice a La Zanzara, su Radio24 – Mattarella non ha spina dorsale, ha rinnegato le stesse cose che aveva deciso come giudice della Corte Costituzionale. E’ supino a Renzi, non ha difeso la Carta come era suo dovere”. Per Giarrusso “l’Italicum è una legge infame. Mattarella si è reso complice della violenza contro la Costituzione, la firma non era un atto dovuto”.
Con la firma di Mattarella arriva anche la soddisfazione del presidente emerito e senatore a vita Giorgio Napolitano che sulla necessità di riforme istituzionali aveva fondato il suo sì al secondo mandato. “E’ un raggiungimento importante – dice – Io avevo detto quando fui rieletto che consideravo imperdonabile non aver fatto una nuova legge elettorale. Per fortuna questa volta non c’è bisogno di chiedere perdono”. Napolitano ha anche ricordato che l’Italicum “non è nato in un mese, ha impiegato più di un anno, c’è stata una commissione di studiosi per la ricerca di soluzioni, ci sono stati tanti confronti”.
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Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Al Question time in programma oggi alla Camera alle 15, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponderà ad un'interrogazione presentata da Italia viva, primo firmatario il capogruppo Davide Faraone, sulle risorse finanziarie destinate al funzionamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale, con la richiesta di chiarimenti in ordine ad attività di intercettazione svolte da strutture finanziate dal ministero della Giustizia.
In particolare, prendendo spunto dalla recente vicenda legata all'utilizzo software fornito dalla società Paragon solutions, nel documento di sindacato ispettivo si chiede "quali siano le spese che il ministero della Giustizia sostiene per il funzionamento del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), quanto per le strutture del Gom (Gruppo operativo mobile), per le strutture del Nic (Nucleo investigativo centrale), per le intercettazioni e se vi siano contratti stipulati senza gara o tutti con gara pubblica, nonché quante persone siano state intercettate da strutture finanziate dal ministero della Giustizia nel 2024, se ci siano persone intercettate da Polizia penitenziaria ma non indagate e se le dimissioni del capo del Dap Russo siano state accompagnate da una lettera personale al Ministro interrogato con rilievi critici sulla situazione del Dap e se intenda condividerla coi parlamentari o la ritenga personale e dunque secretata".
Kiev, 19 mar. (Adnkronos) - "Sono attualmente in corso operazioni di soccorso a Odessa in seguito a un altro attacco russo alle infrastrutture energetiche della città. 160mila persone sono al momento senza luce e riscaldamento". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che "ancora una volta, le strutture energetiche civili sono state colpite: da quasi tre anni, l'esercito russo utilizza senza sosta missili e droni d'attacco contro di esse".
"Proprio ieri - prosegue il post - dopo il famigerato incontro a Riad, è diventato chiaro che i rappresentanti russi stavano di nuovo mentendo, sostenendo di non prendere di mira il settore energetico ucraino. Eppure, quasi contemporaneamente, hanno lanciato un altro attacco, con droni che hanno colpito trasformatori elettrici. E questo durante l'inverno: di notte c'erano meno 6 gradi Celsius".
"Almeno 160.000 residenti di Odessa sono ora senza riscaldamento ed elettricità. Tredici scuole, un asilo e diversi ospedali sono rimasti senza elettricità o riscaldamento. Le squadre di riparazione stanno lavorando instancabilmente e tutti i servizi comunali sono impegnati. Sono grato a ogni soccorritore e a tutti coloro che aiutano le persone. Non dobbiamo mai dimenticare che la Russia è governata da bugiardi patologici: non ci si può fidare di loro e bisogna fare pressione. Per amore della pace".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Si svolge oggi, alle 15, il Question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, risponde a una interrogazione sulle iniziative volte a salvaguardare la produzione nazionale di ortofrutta, attraverso un corretto equilibrio tra esigenze produttive e sicurezza alimentare.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponde a interrogazioni sulle iniziative normative per limitare il ricorso alla custodia cautelare, anche nell'ottica della riduzione del sovraffollamento all'interno delle carceri; sulle iniziative in relazione alla situazione all'interno delle carceri, con particolare riferimento al sovraffollamento e al fenomeno dei suicidi; sulle tecnologie in uso alla polizia penitenziaria; sulle risorse finanziarie destinate al funzionamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale e chiarimenti in ordine ad attività di intercettazione svolte da strutture finanziate dal ministero della Giustizia.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte ad arginare i fenomeni di sfruttamento lavorativo nell'ambito delle filiere del made in Italy; sullo sviluppo dell'industria aerospaziale italiana; sulle iniziative volte a salvaguardare la continuità produttiva degli stabilimenti liguri della Piaggio aerospace e i relativi livelli occupazionali, con riferimento alla procedura di cessione all'azienda turca Baykar; sulle iniziative a sostegno della produzione industriale nazionale a tutela dei livelli occupazionali, nonché per stimolare la crescita economica e rafforzare la competitività; sull'adozione del Libro bianco sulla nuova strategia italiana di politica industriale.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, unitamente a personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Gruppo Operativo Regionale Antifrode - Gora), hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Termini Imerese (su richiesta della Procura termitana), con cui è stato disposto il sequestro preventivo di 10 complessi aziendali, nonché di beni e di disponibilità finanziarie per oltre 15 milioni di euro nei confronti di 13 soggetti (anche per equivalente). Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Palermo in co-delega con il citato Ufficio dell’A.D.M., hanno consentito di ricostruire l’operatività di un’associazione per delinquere attiva nelle province di Palermo, Agrigento e Catania e dedita alla commissione di illeciti tributari, con particolare riferimento alla commercializzazione di prodotti energetici sottoposti ad aliquota agevolata (c.d. “gasolio agricolo”).
Secondo la ricostruzione compiuta, la frode avrebbe permesso di sottrarre al pagamento delle imposte oltre 11 milioni di litri di prodotto petrolifero e sarebbe stata perpetrata attraverso l’utilizzo strumentale di operatori economici del settore e la predisposizione di documentazione mendace. Più nel dettaglio, diversi depositi commerciali riconducibili ai vertici del sodalizio criminale avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti e predisposto DAS fittizi al fine di documentare cartolarmente la vendita di carburante a “società di comodo” o aziende del tutto ignare di quanto avveniva, mentre lo stesso, in realtà, veniva ceduto “in nero” a soggetti terzi non aventi titolo a riceverlo. Il che consentiva a questi ultimi di praticare prezzi fortemente concorrenziali a discapito degli altri operatori del settore.
Il descritto sistema di frode - come accertato all’esito di indagini tecniche, servizi di riscontro su strada e mirate attività ispettive - avrebbe garantito un significativo abbattimento dell’I.V.A. e delle Accise dovute, oltre che delle imposte dirette, generando un’evasione d’imposta, e un conseguente danno alle casse dello Stato, pari a 15.231.376,80 euro. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici, irregolarità nella loro circolazione e illeciti di natura tributaria.
Abu Dhabi, 19 feb. (Adnkronos) - Il segretario di Stato americano Marco Rubio è arrivato negli Emirati Arabi Uniti, ultima tappa del suo primo tour in Medio Oriente, dopo i colloqui di ieri con i funzionari russi a Riad. Rubio incontrerà ad Abu Dhabi il presidente degli Emirati Mohammed bin Zayed Al Nahyan e il ministro degli Esteri Abdullah bin Zayed Al Nahyan.
La visita di Rubio negli Emirati Arabi Uniti precede il vertice di venerdì in Arabia Saudita dei sei Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo, nonché di Egitto e Giordania, per rispondere al piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la Gaza del dopoguerra.
L'amministrazione Trump, che respinge qualsiasi ruolo futuro di Hamas nel devastato territorio palestinese, ha invitato i paesi arabi, fermamente contrari a qualsiasi spostamento dei palestinesi da Gaza, a proporre alternative al piano del presidente degli Stati Uniti.
Kiev, 19 feb. (Adnkronos) - Il massiccio attacco notturno con droni russi contro la città e l'oblast meridionale di Odessa ha ferito almeno quattro persone, tra cui un bambino. Lo ha riferito il governatore Oleh Kiper, secondo cui nell'attacco sono rimasti danneggiati una clinica pediatrica, un asilo, grattacieli e alcune automobili.
Tel Aviv, 19 feb. (Adnkronos) - I caccia israeliani hanno colpito depositi di armi appartenenti all'ex regime siriano di Bashar Assad a Sasa, nella Siria meridionale. Lo ha reso noto l'esercito israeliano in una nota.