Quattrocento lavoratori spediti a casa e i collegamenti con le isole minori siciliane praticamente azzerati. È quello che rischia di accadere in Sicilia dal prossimo 7 maggio: da quel giorno, infatti, la società di navigazione Ustica Lines minaccia di interrompere il servizio di collegamento con le isole Egadi ed Eolie, licenziando nello stesso momento quasi tutti i lavoratori. La procedura di licenziamento, secondo il sindacato Federmar, è già stata avviata, mentre dopo l’annuncio dell’aprile scorso, saranno azzerati gli aliscafi che ogni giorno collegano Trapani e Milazzo con Favignana, Stromboli, Lipari e le altre isole minori siciliane. Un danno enorme, non solo per i 400 licenziamenti, ma anche perché proprio all’inizio della stagione estiva il mancato collegamento con gli arcipelaghi trapanesi e messinesi farebbe crollare le presenze turistiche.
Tutta colpa di un contenzioso tra Ustica lines e la Regione Siciliana: l’azienda lamenta il mancato pagamento delle somme che le spettano per i servizi resi nell’ultimo anno. Nell’aprile scorso da Palazzo d’Orleans è partito un bonifico da 15 milioni indirizzato alle casse della società di navigazione: ma si tratta soltanto del cinquanta per cento del credito vantato. Nella giornata di martedì l’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pizzo ha incontrato i rappresentanti sindacali: la Regione è pronta ad erogare i 15 milioni di euro vantanti da Ustica Lines, per salvare il destino dei lavoratori, ma vuole prima che dall’azienda venga prodotta ulteriore documentazione. “La priorità e salvare i posti di lavoro”, dice Pizzo. E in attesa di novità nelle prossime ore (i sindaci delle isole hanno chiesto un incontro urgente al governatore Rosario Crocetta), sembra che la strategia del patron di Ustica Lines Vittorio Morace stia producendo i frutti sperati: pugno di ferro e la minaccia di licenziamenti di massa per sbloccare la situazione.
Napoletano classe 1941, Morace è un vero e proprio “pesce di mare aperto”, per utilizzare la definizione di Vittorio Nisticò, direttore dello storico quotidiano palermitano L’Ora: a vent’anni inizia a fare l’armatore, a trenta è direttore di Alilauro Aliscafi a Napoli, a quaranta va a lavorare alle Canerie, fino ad arrivare alla guida della Snav alla fine degli anni ’80. Poi nel 1993 il grande passo: fonda la Ustica Lines e sposta il centro della sua vita a Trapani, in Sicilia. Nella città delle saline, famosa per essere circondata dal mare da due lati, Morace mette radici: tutti iniziano a chiamarlo semplicemente “il comandante”, lui diventa consigliere della Banca d’Italia di Trapani, finanzia il restauro della statua dell’Addolorata simbolo della processione dei Misteri, acquista la squadra di calcio locale, da vent’anni nelle serie minori. Nel frattempo in famiglia la passione per le navi contagia il figlio Ettore, oggi presidente della Compagnia Italiana di Navigazione che nel 2012 ha acquisito il colosso Tirrenia.
Gli affari dei Morace vanno benone: Ustica Lines fattura 40 milioni nel 2007, trasporta quasi due milioni di passeggeri all’anno e fonda le “cugine” spagnole Garajonay Express, Morecan e la Lineas Maritimas Bahia de Cadiz. Morace decide di concedersi un passatempo: inizia ad investire nel Trapani calcio, dove nomina come direttore generale la moglie francese Anne Marie Collart. I denari del “comandante” Morace pesano e risultati si vedono: in cinque anni la squadra ottiene quattro promozioni, arrivando alla storica Serie B. La città si sdebita subito conferendogli la cittadinanza onoraria: un lusso a Trapani, dove l’ex sindaco Girolamo Fazio si è rifiutato in passato di conferire la stessa onorificenza al prefetto Fulvio Sodano, simbolo della lotta a Cosa Nostra nella provincia di Matteo Messina Denaro. Il pallone a Trapani, come forse ovunque, ha più appeal dell’antimafia, e così il giorno della promozione in Serie B i tifosi granata espongono un manifesto che raffigura Ernesto Che Guevara, Martin Luther King, Nelson Mandela: al centro ecco la faccia tonda del “comandante” Morace. Sotto invece ecco l’incipit dello storico discorso di Luther King: I have a dream, che sarebbe poi la promozione in serie B per i tifosi trapanesi. Chissà invece oggi qual è il sogno dei 400 dipendenti di Ustica Lines.