L'ex presidente dell'istituto di credito genovese, secondo l'accusa, si è appropriato di fondi distraendoli dalla cassa della società assicurativa del gruppo
Il pubblico ministero di Genova Nicola Piacente ha chiesto al gup Teresa Rubini il rinvio a giudizio per l’ex presidente di Banca Carige Giovanni Berneschi e gli altri nove indagati accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio. La richiesta è stata sottoscritta dal pool di legali dell’istituto, che si è costituito parte civile. L’udienza è stata aggiornata al 12 maggio.
Le attività investigative hanno portato a scoprire “l’indebita appropriazione di cospicui fondi aziendali”, messa a segno “mediante la distrazione di ingenti somme di denaro dalla cassa della società assicurativa del gruppo Carige attraverso acquisizioni, in forma diretta o indiretta, di immobili e partecipazioni societarie sopravvalutati e celati dietro articolate operazioni commerciali e finanziarie, aventi l’esclusivo fine di giustificare l’esborso di somme di denaro assolutamente sproporzionate rispetto ai reali valori dei beni oggetto di compravendita”.
Il pubblico ministero ha dato parere favorevole all’istanza di revoca dell’obbligo di dimora per l’avvocato Davide Enderlin e si è riservato di esprimersi sulle istanze di dissequestro dei beni mobili e immobili presentare dai legali della nuora di Berneschi Francesca Amisano e da quelli del commercialista Andrea Vallebuona. Il parere potrà essere espresso nella prossima udienza. Nel corso dell’udienza è stato affrontato anche il tema della contestazione del reato di trasferimento fraudolento di valori che si applica, secondo l’accusa, anche alla presunta truffa del 2006 già prescritta. Il pm ha sostenuto che il reato di trasferimento di valori in questo caso è aggravato dalla legge sui reati transnazionali, visto che il denaro sarebbe stato spostato all’estero, aggravante che sposta in avanti il termine prescrittivo.