“Vado nel Gruppo Misto, non sentirò tanta differenza col Pd, dove sono entrati un po’ tutti: da Rifondazione Comunista ai montiani fino addirittura a un fascista“. Così Pippo Civati annuncia a Otto e Mezzo (La7) il suo addio al Pd e il suo ingresso in un nuovo gruppo parlamentare. “Non è stata una goccia a far traboccare il vaso” – spiega – “ma un vaso, quando Renzi ha imposto la fiducia sull’Italicum in disaccordo con quasi un terzo del gruppo del Pd. Con Renzi non ho parlato in queste ore, ma solo con Guerini, che l’altro giorno ha detto che avrei dovuto fare pace con me stesso. E oggi sono finalmente in pace con me stesso e con le persone che stimo di più“. E aggiunge: “Cosa direi a Renzi? Niente, gliene ho dette tante e non ha quasi mai risposto positivamente. Ora è più tranquillo, si è tolto un fastidio. Non siamo riusciti ad avere un rapporto, non dico alla pari, ma rispettoso l’uno dell’altro. Lui non ha rispettato il programma elettorale con cui sono stato eletto in Parlamento in casi clamorosi e devastanti” – continua – “a cominciare dalla Costituzione e della riforma elettorale. Ha gigioneggiato sull’art.18 e l’ha tolto. Ha parlato di risultati straordinari del Jobs Act, fatto contro una parte consistente del suo partito e del programma elettorale e i risultati non arrivano. Non ha rispettato neppure il programma delle sue primarie. Le primarie non sono un concorso di bellezza e alla fine sono diventate una barzelletta. Mi sembra incredibile di essere quasi l’unico a dirlo. Alla fine, Renzi, con tutti ‘sti ‘cambia verso’, è in totale continuità col passato“. Civati risponde alle domande di Andrea Scanzi, firma de Il Fatto Quotidiano, e di Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio. E fa anche un appello alla Nanni Moretti a ‘chi è rimasto nel Pd’: “Uscite dall’asfalto, liberatevi da questo magma. Fate qualcosa. Io voglio fare una sinistra di governo. Spero che si possa presentare una proposta comune sul reddito minimo col M5S. Non marcerò con Grillo, ma possiamo evitare di far marcire quella proposta in Parlamento” di Gisella Ruccia
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