A dirlo è stato il vicepresidente del colosso alimentare nel suo intervento davanti agli studenti dell'Università di Parma. Nel 2013 la gaffe del patron del gruppo aveva travolto l'azienda di critiche e polemiche sui social network con effetti negativi anche sul mercato. Da quel giorno sono corsi ai ripari e hanno ottenuto 100 su 100 nel Corporate equality index
“Non diventate prede dei social network. Fate parlare il cuore, invece. Corteggiatevi: uomini con donne, uomini con uomini, donne con donne, perché oggi bisogna dire anche questo. Fate parlare il cuore e guardatevi negli occhi: perché questa è vita”. Con questa dichiarazione, rivolta a una platea di studenti dell’Università di Parma, Luca Barilla, vicepresidente dell’omonimo colosso alimentare, cerca di far dimenticare (per sempre) la gaffe del numero uno del gruppo che quasi due anni fa fece diventare l’azienda parmense bersaglio dei social network e dell’opinione pubblica sul tema dell’omosessualità. “Fate un uso intelligente di questi mezzi”, ha aggiunto Barilla, che come raccontato da Repubblica Parma, riferendosi all’episodio che al tempo aveva suscitato proprio in rete le reazioni più incisive, ha poi ammesso: “Noi abbiamo avuto problemi molto grossi coi social network”.
Il discorso del vicepresidente è solo uno degli esempi di un nuovo corso che in poco tempo ha portato il gruppo dallo scivolone al mea culpa, fino al primo posto sul podio nel rispetto dei diritti gay e della diversità. Nel giro di un anno e mezzo Barilla è infatti riuscita non solo a far dimenticare la gaffe che aveva innescato campagne di boicottaggio verso i prodotti l’azienda di Pedrignano, ma è addirittura riuscita ad affermarsi tra le migliori imprese gay friendly riconosciute dalle più importanti associazioni Lgbt. Era l’autunno del 2013 quando Guido Barilla, vertice del gruppo famoso in tutto il mondo per la pasta e i prodotti da forno, in un’intervista a La Zanzara affermava che la sua azienda non avrebbe mai fatto “uno spot con una famiglia gay perché la nostra è una famiglia tradizionale. Non è per mancanza di rispetto agli omossessuali”.
Parole che avevano scatenato una bufera in rete, facendo partire campagne in tutto il mondo contro i prodotti della storica ditta. Alla gaffe erano seguite le scuse ufficiali del presidente, e la volontà di dimostrare ai consumatori che il gruppo metteva al centro il rispetto della diversità e dei diritti di tutti. In pochi mesi Barilla è corsa ai ripari istituendo un Global diversity & Inclusion board che conta tra i rappresentanti David Mixner, scrittore e leader nel mondo della politica e dei diritti umani, nominato dal Newsweek il gay più potente d’America. Insieme a lui, sono stati ingaggiati il pilota di auto da corsa e ciclista paralimpico Alex Zanardi e Patricia Bellinger, direttore esecutivo del “Center for public leadership della Harvard Kennedy School”, che si occupa di promozione delle donne e dei processi di inclusione e diversità. A questi consulenti esterni è stata affiancata una commissione operativa costituita da dipendenti, con il compito di stabilire obiettivi e raccomandazioni volte a rafforzare uguaglianza e inclusione nell’azienda.
Iniziative che lo scorso novembre sono valse a Barilla il massimo riconoscimento nel Corporate Equality Index, la classifica delle imprese gay friendly della Human Rights Campaign, tra le più autorevoli organizzazioni Lgbt. Barilla ha ricevuto il punteggio di 100 su 100, tanto che dopo il risultato raggiunto, il Washington Post ha spiegato che l’azienda “è passata da paria a testimonial dei diritti gay”. Un primato che sembra allargarsi anche al campo delle pari opportunità e della tutela del lavoro delle donne, che in azienda, così come i colleghi di sesso maschile, possono usufruire tra le altre agevolazioni anche dello smart working, con forme di flessibilità che consentono la conciliazione di casa e lavoro. Nel 2014 a scegliere questa opportunità sono state 232 dipendenti contro 190 uomini, pari al 55 per cento del totale delle persone che ne hanno usufruito.
Il percorso per l’inclusione e il rispetto delle diversità era già cominciato in Barilla da tempo, ma dopo la gaffe sulle famiglie omosessuali ha subito un’accelerazione. Alle commissioni interne ed esterne sono seguite anche attività come l’inserimento di politiche anti discriminazione per la tutela delle persone gay e transgender e inoltre sono state strette partnership con associazioni che si occupano di cultura delle differenze, tra cui Parks. Sul sito del gruppo oggi è ben visibile una sezione che identifica l’azienda dedicata proprio al tema “Diversity & Inclusion”, dove si può leggere che “Barilla non tollera alcuna forma di discriminazione o esclusione, fra l’altro per quanto attiene età, cultura, etnia, nazionalità, credo religioso, razza, opinione politica, stato, gravidanza, stato di reduce di guerra, genere e orientamento sessuale, identità e/o espressione di genere, informazione genetica, salute o disabilità”. E nella stessa direzione va il “Barilla diversity contest”, un concorso online per impegnare le persone su diversità, uguaglianza e inclusione in cui la web community è stata chiamata a votare i video più rappresentativi di questi temi realizzati dai partecipanti, che hanno descritto la diversità in tutte le sue sfumature, da quella sessuale a quella di genere, fino a quella di razza e di età.